Tra incidenti, alluvioni, crolli non finisce mai il funerale di Faulkner di Maurizio Cucchi

Tra incidenti, alluvioni, crolli non finisce mai il funerale di Faulkner Tra incidenti, alluvioni, crolli non finisce mai il funerale di Faulkner «Mentre morivo»: l'ultimo viaggio di una donna scortata dai suoi poveri familiari, romanzo di una vistosa originalità sperimentale RECENSIONE Maurizio Cucchi NEL 1929 Wil�liam Faulk�ner aveva trentadue an�ni e viveva facendo lavori saltuari, co�me il falegname o l'imbianchino. Ep�pure, proprio queir anno uscirono due grandi ope�re, «Sartoris» e «L'urlo e il furore», ambientate nell'imma�ginaria contea di Yoknapatawpha. Durante l'estate, Faulkner era stato fuochista a una centrale elettrica, e quan�do era meno impegnato nel lavoro, tra mezzanotte e le quattro, preparava «As I Lay Dying» («Mentre morivo»), scri�vendo nientemeno che su una carriola rovesciata. Il romanzo, che torna ora anche in Italia nella traduzione di Mario Materassi, è impres�sionante: per l'estrema violen�za miserabile delle situazioni che descrive e per la sua visto�sa originalità sperimentale. Faulkner, infatti, costruisce questa storia su una serie di brevi, brevissimi o fulminanti RECENMauCu IONE zio hi capitoli (uno è addi�rittura solo questo: "mia madre è un pesce") ognuno dei quali porta il nome del personaggio (in tutto i personaggi sono una quindici�na), e cioè della vo�ce monologante che lo recita o semplicemente lo pensa. La vicinanza con la poesia è dun�que a volte evidentissima. La vicenda è tragicomica, nera e pressoché incredibile. Una donna, Addie Bundren, è morta, e i suoi familiari poveri contadini decidono di portarla a seppellire nella città di Jefferson, per realizzare un preciso desiderio di lei. C'è il marito e ci sono i cinque figli. Il maggiore. Cash, fabbrica in mo�do diligente la cassa con le sue stesse mani. La caricano poi su un carretto, si mettono in viag�gio e ne passano di tutti i colori. Subiscono incidenti, alluvioni, crollo di ponti, e l'insieme di questi accidenti fa ritardare l'arrivo, che ci sarà, ma che a un certo punto sembra davvero impossibile, come in un incu�bo. Il carattere ruvido, primiti�vo, elementare dei personaggi e della loro esperienza è atroce. C'è il bambino, Vardaman, che vede appunto nella madre un )esce, come simbolo della fertiità. C'è Darl, che è un tipo giudicato dagli altri molto stra�no, e che alla fine troveremo completamente fuori di sé, mentre lo portano via scosso da un incessante ridere sinistro, incontenibile. Nelle peripezie del viaggio, che allungandosi fa orrendamente puzzare il carret�to che porta a bara, Cash si rompe una gamba: il padre ricorre al più balordo fai da te: cerca di aggiustarla con l'aiuto di un figlio versandogli diretta�mente sopra del cemento. L'energia espressiva di Faulkner è straordinaria; po�tremmo forse dire che è eccessi�va eppure plausibile. Le figure che ci presenta sembrano ap�partenere a un mondo brutale e nascosto che ha con l'esistere un rapporto di attrito quotidia�no; un attrito che produce scin�tille, ma a volte veri e propri incendi. Si tratta di una realtà tutt'altro che immaginaria, quella di un'America intema e buia che proprio per questo conosciamo pochissimo, la realtà di un modo primitivo di vivere che ha riguardato e riguarda popo�lazioni intere la cui voce è sempre stata ignorata o zittita. «Mentre morivo» è anche una metafora potente dell'in�crocio violento e attivo tra morte e vita, della ineludibile coesistenza brutale di questi estremi, una coesistenza retta da un destino cieco che non ha certo riguardo per le sorti dei singoli. Un amico editore mi ha det�to che Faulkner, oggi, è letto pochissimo e me ne sono stupi�to fino a un certo punto. Però mi ha preso un senso di desola�zione e tristezza per i gusti dei lettori. Speriamo che le ripropo�ste di Adelphi (che ha già fatto uscire anche «Una rosa per Emily» e «Le palme selvagge») riportino alla giusta attenzione del pubblico un grande del Novecento, come è indubbia�mente stato l'autore di «Mentre morivo». William Faulkner William Faullkner Mentre morivo traduzione di Mario Materassi, Adelphi, pp. 234, L 28.000 ROMANZO

Luoghi citati: America, Italia