Accusati di strage, liberali e di nuovo in cella di Franco Giubilei

Accusati di strage, liberali e di nuovo in cella Accusati di strage, liberali e di nuovo in cella Proteste per tre ex primule nere Franco Giubilei BOLOGNA Clamorosa scarcerazione di due «primule nere» accusate di strage e omicidi: la loro libertà, iniziata sabato, è durata lo spazio di un fine settimana. Ieri sono rientrati in carcere, non senza uno strascico di polemiche:. Giulio Bonaccio e Vincenzo Vasapollo erano in cella, accusati di due omicidi, una strage e un tentato omicidio. I due con Paolo Bellini furono arrestati un paio di anni fa dalla Dda di Bolo�gna, con l'accusa di strage per il lancio di una bomba nel bar Pendo�lino di Reggio Emilia, nel '98. Fu lo stesso Bellini a fare individuare i complici, diventò collaboratore di giustizia ed è tutt'ora sotto regime di protezione. Bonaccio e Vasapollo erano sta�ti rimessi in libertà sabato dopo che, i giudici di Bologna avevano fatto scadere i termini di carcera�zione senza rinnovare il provvedi�mento. Ieri la Dda ha chiesto e ottenuto dalla magistratura l'ordi�nanza di custodia cautelare in carcere. Nonostante la rapida solu�zione dell'impiccio giudiziario, sul�la vicenda è intervenuto il mini�stro della Giustizia, Piero Fassino, che ha chiesto alla magistratura bolognese immediati chiarimenti. Proteste anche dai Ds che han�no presentatato un'interrogazione parlamentare, e organizzato una protesta in piazza. Convocato il Comitato per l'ordine e la sicurez�za, su richiesta del sindaco Anto�nella Spaggiari. Nel corso dell'in�contro il sindaco ha ribadito la «forte preoccupazione e il bisogno di dare certezze anche alle forze dell'ordine, che con un impegno straordinario avevano e hanno as�sicurato alla giustizia i protagoni�sti di episodi che hanno suscitato allarme tra la popolazione». Il segretario reggiano della Quercia, Marchi, accusa: «Crederò all'erro�re umano solo quando saranno assunti provvedimenti corrispon�denti a fatti di tale gravità, cioè il licenziamento di chi ha sbagliato. Fino ad allora resterò convinto che dietro questa vicenda vi siano cose ben più gravi». La scarcerazione è frutto anche dei tanti passaggi del fascicolo processuale: prima dal Gip di Bolo�gna, che si dichiarò incompetente a giudicare, poi dal Gip di Reggio Emilia che sollevò la questione davanti alla Cassazione; quindi la Cassazione ha rimandato tutto al Gip di Bologna, del quale ha stabili�to la competenza, dando comunica�zione anche alla Dda. Nell'ultima fase i termini per reiterare il provvedimento di custodia in car�cere (20 giorni a partire dal 13 dicembre) sono scaduti. La Cassa�zione si era pronunciata il 20 novembre. Il 13 dicembre è giunto il fascicolo all'ufficio del Gip di Bologna, e parallelamente è giunta una comunicazione della Cassazio�ne alla Dda. Un foglio, quello della suprema corte, che reca solo il nome di Bellini con l'aggiunta di un «H2». Non ci sono le accuse e hanno fatto presente in Procura non c'è il simbolo delle sbarre, un cancelletto, che per consuetudine di cancelleria viene apposto per segnalare che si tratta di detenuti. Cos�alla Dda nessuno si è reso conto di cosa si trattava in realtà. Inoltre dall'ufficio del Gip nessuno avrebbe avvisato la Procura dei termini che stavano per scadere. Il fogho della Cassazione dal 13 dicembre cos�è rimasto per un mese, forse complice anche il perio�do natalizio, nella cancelleria della Dda. Per far rimanere i due in carcere il Pm doveva rinnovare entro 20 giorni la custodia in carcere, facendo richiesta al Gip. Nel frattempo si è arrivati all'ulti�mo giorno utile. E il 9 gennaio i difensori di Bonaccio hanno pre�sentato al Gip istanza di scarcera�zione. Sul tavolo del Procuratore Anti�mafia di Bologna Italo Materia il foglio sarebbe arrivato solo il 12 gennaio: troppo tardi. Cos�sabato i tre sono tornati liberi: il Gip non ha potuto decidere altrimenti. Ha comunque posto degli obblighi, fra cui il divieto di espatrio. Con il ritomo alla libertà dei due complici di Bellini riemerge dà tempi lontani anche un pezzo di storia italiana, quella degli Anni 70. E' a Reggio Emilia che Bellini mosse i primi passi, nella Reggio che covava in sé germi di terrori�smo e scontri di piazza, e lui stava dalla parte più scomoda nella re�gione più rossa d'Italia, fra i neri. Si attribu�l'omicidio del giovane reggiano di Lotta Continua Alceste Campanile, delitto di cui si era cercato per anni il colpevole. Persi�no la strage di Bologna attraversa la vita di Bellini, sulla base di una testimonianza di un affitta camere che racconta di aver avuto fra i clienti un ragazzo che gli somiglia�va. L'inchiesta non approderà a nulla. BeUini poi si accusò di aver ucciso numerose volte, chiamando in causa Bonaccio e Vasapollo come mandanti. Proteste a Reggio Emilia e Fassino chiede chiarimenti li sindaco: «Dobbiamo dare certezze anche alle forze dell'ordine» La strage alla stazione di Bologna: nelle Indagini fu coinvolto anche Paolo Bellini