Ultimo addio al «von Braun italiano»

Ultimo addio al «von Braun italiano» Roma, morto un padre dell'astronautica. I suoi progetti bloccati dalla miopia dei politici Ultimo addio al «von Braun italiano» Broglio lanciò 30 satelliti e creò la base spaziale San Marco Piero Bianucci E' stato un pio�niere dell'astro�nautica, ha fatto dell'Italia il terzo Paese al mondo che abbia messo in orbita un satel�lite, su 30 lanci non è mai fallito uno. Ma è stato anche un profeta inascoltato: la base spaziale che era riuscito a fondare su vecchie piattaforme petrolifere al largo della costa del Kenya è in abbandono; il suo progetto di un razzo italia�no si è arenato tra burocrazia e miopie politiche. Luigi Broglio ha vissuto gli ultimi anni malin�conicamente e insieme rabbio�samente, ed è morto ieri matti�na, quasi novantenne, all'ospe�dale Sem Giovanni di Roma, dove da qualche giorno era ricoverato per la frattura di un femore. Nato a Mestre il 6 novembre 1911, generale dell'Aeronauti�ca, Broglio divenne professore di ingegneria aerospaziale al�l'Università di Roma. Qui inco�minciò subito a occuparsi di propulsione a razzo. Fu per l'Italia ciò che Von Braun era stato per la Germania. Corse anche dei rischi. Un motore sperimentale esplose facendo crollare il tetto del laboratorio: prima che si chiarisse l'accadu�to, molti pensarono a un atten�tato. Seguirono esperimenti in Sardegna, a Perdas de Fogu, mentre a Torino si dedicava a ricerche analoghe Aurelio Robotti, un altro pioniere. Con gli Stati Uniti Broglio ebbe fin dall'inizio ottimi rap�porti personali, tanto che otten�ne gratis dalla Nasa un piccolo razzo, lo «Scout»: quattro stadi, 22 metri di lunghezza, un «mu�lo dello spazio» capace di mette�re in orbita 180 chili. Lo usò per lanciare il «San Marco 1», un satelb'te per lo studio dei più alti strati atmosferici. Lo stru�mento principale era chiamato «bilancia Broglio» e serviva a rilevare la lievissima pressione dei gas residui a 200-300 chilo�metri dal suolo. Il lancio avven�ne dal poligono di Wallops, Maryland, per l'occasione la�sciato completamente in mani italiane: un successo. Era il 15 dicembre '64. Prima di allora solo l'Urss e gli Usa erano riusci�ti a mettere in orbita satelliti. Cos�la collaborazione italoamericana potè crescere, sem�pre nel disinteresse dei nostri politici. Ma Broglio aveva una tenacia eccezionale. Ottenne dall'Eni due piattaforme petroli�fere ormai arrugginite e con l'aiuto dell'Aeronautica milita�re trasformò la prima in una rampa di lancio e la seconda nella sala di controllo, ribattez�zandole «San Marco» e «Santa Rita». Con il governo del Kenya contrattò il loro ancoraggio ap�pena fuori delle acque territoriali. Sulla spiaggia antistante, a Nord di Malindi, costru�il cen�tro radio e gli alloggiamenti. Di qui il 26 aprile 1967 part�il «San Marco 2». Seguirono altri nove satelliti, alcuni lanciati per conto della Gran Bretagna e degli Stati Uniti, sempre con razzi «Scout» regalati dalla Nasa. Il satellite inglese inaugu�rò l'astronomia in raggi X e scopr�il primo buco nero, Cygnus X-l. L'ultimo satellite, un «San Marco» per studiare l'azio�ne del vento solare sul clima, andò in orbita nel 1988. Ricor�do che un grande corno rosso faceva da portafortuna sulla rampa di lancio. Scienziati sì, ma italiani. La base funziona ancora, sia pure a stento: segue via radio i razzi «Ariane» lancia�ti dalla Guyana francese. E' l'eredità di Luigi Broglio. Che nel '93 aveva dato le dimissioni dall'Agenzia spaziale italiana. Oggi la grande piattaforma al largo del Kenya si trova in stato di quasi abbandono Luigi Broglio era nato a Mestre nel 1911

Persone citate: Broglio, Fogu, Luigi Broglio, Piero Bianucci, Von Braun