Tutti frenati dall'economia Usa ma è il Giappone che fa paura di Ugo Bertone

Tutti frenati dall'economia Usa ma è il Giappone che fa paura Tutti frenati dall'economia Usa ma è il Giappone che fa paura Ugo Bertone MILANO Kiichi Miyazawa, ministro delle Finanze giapponese, stavolta, in occasione del vertice tra i mini�stri finanziari d'Europa ed Asia, non ha fatto sfoggio della tradi�zionale diplomazia del Sol Levan�te. «Che cosa ho detto agli euro�pei? ha commentato al termine del vertice tra 25 Paesi -. Ho detto loro che questo sarà l'anno dell'Europa: l'economia america�na non va bene, la ripresa del Giappone è lenta...». «E cos�ha concluso Miyazawa, uno dei po�chi uomini politici di prestigio a Tokyo ho detto loro: per favore, guidateci voi». Diffìcile trovare parole più efficaci per dare l'idea del clima del primo incontro tra i Grandi del 2001: il vertice dell'Asem, conferenza tra Europa e Asia voluta a suo tempo per rafforza�re gli scambi bilaterali tra due delle tre grandi aree economiche del pianeta, spesso condiziona�te, nelle loro scelte, dal gigante Usa. Ma stavolta la locomotiva americana, dopo nove anni di corsa, è in piena frenata e figura, come sottolinea Vincenzo Visco, come il «principale fattore di rischio per le prospettive del�l'economia mondiale». «In real�tà, non sappiamo ancora com�menta il ministro francese Lau�rent Fabius quale sia l'effettiva gravità del problema americano. L'unica cosa sicura è che l'econo�mia Usa sta atterrando. Ma la domanda è: sarà un atterraggio dolce o brusco? Noi tutti, come è ovvio, vorremmo unafrenata dolce, ma non sarà ima manovra facile. Per questo tifiamo tutti per la nuova amministrazio�ne...». Ma che fare, nell'attesa di Bush e Greenspan («tutti noi ha confessato Miyazawa seguire�mo con apprensione stamane la riapertura dei mercati Usa, in attesa delle prossime mosse del�la Fed»)? Inutile contare su To�kyo... «Nonostante gli sforzi del governo giapponese ha dichia�rato Hans Eichel, rappresentan�te della Germania e i continui stimoli fiscali, la fiducia dei con�sumatori è ancora molto bassa». Una settimana fa le statisti�che giapponesi hanno fatto giu�stizia delle residue speranze: nel�l'ultimo trimestre del 2000 il pil è ripiombato su valori negativi, la domanda intema non ha retto alla decisione della Banca centra�le di chiudere, dopo sette anni infruttuosi, l'esperienza dei «tas�si zero». E cos�Masaru Hayami, presidente della Banca del Giap�pone, medita di fare un passo indietro sul fronte dei tassi, in linea con i tagli della Federai Reserve. E' ima scelta obbligata perchè, con il debito pubblico alle stelle (attorno al las1}*! sul pil, più dei peggiori record negati�vi della nostrana Prima Repub�blica), non ci sono margini per agire sul fronte fiscale. A Kobe, città famosa per la carne più prelibata dell'Estremo Oriente e che si va faticosamen�te riprendendo dal terremoto, si è del resto parlato di costo del denaro e di livello dei cambi. L'Europa, chiamata più per ne�cessità che scelta a far da locomo�tiva della domanda mondiale, sembra restia per ora ad accodar�si alla politica di calo dei tassi. Didier Reynders, ministro belga alla testa dell'Eurogruppo(owero i dodici Paesi che aderiscono alla moneta unica), ha infatti fatto ieri presente che «l'Europa potrebbe convivere ancora per un po' con questi tassi». Ma lo stesso Reynders ha aggiunto, in un'intervista alla Reuters tv, che tutto dipenderà dal livello dei prezzi del petrolio e dall'anda�mento della moneta. Prima di muoversi, perciò, l'Europa atten�de di vedere l'impatto dei prossi�mi tagli alla produzione di greg�gio che l'Opec si accinge a delibe�rare mercoled�a Vienna. Ma ancor di più peserà la velocità del recupero dell'euro. «Non ha senso chiedersi ha commentato Miyazawa se l'eu�ro tornerà alla pari con il dolla�ro. Ma quando questo accadrà». Per combattere la minaccia della crisi economica più grave dal '98, è il messaggio di Kobe, ci vuole un euro più forte in tempi rapidi. Anche per il Giappone, suggeriscono al ministero delle Finanze, si profila aria di svaluta�zione, verso quota 120 yen per dollaro o euro, con relativa boc�cata d'ossigeno per le esportazio�ni. In cambio di un maggiore sbocco in Europa, del resto, To�kyo e il resto del Far East potreb�bero aderire all'invito rivolto ieri dai Paesi Uè di «adottare l'euro per le proprie riserve mo�netarie». Ma basterà agire sulla leva del cambio? «La manovra commenta il Financial Times è al tempo desiderabile e obbliga�ta. Ma, in un mondo cos�fragile dal punto di vista finanziario, dev'essere governata con mano ferma dalle banche centrali». Stavolta, più che mai, Green�span da solo non basta. Tokyo auspica un euro più forte in tempi rapidi per riprendersi dalie difficoltà Debole l'export non si esclude di svalutare lo yen Miyazawa sicuro: l'anno dell'Europa Il ministro del Tesoro Visco con il collega tedesco Hans Eichel nella foto di gruppo a Kobe