Il boia di Arafat avverte gli israeliani

Il boia di Arafat avverte gli israeliani Il boia di Arafat avverte gli israeliani Due «spie» fucilate in piazza nel giorno del negoziato con Peres Fiamma Nìrenstein GERUSALEMME «Dunque, signor ministro, lei parte verso Gaza, alla volta del suo incontro con Arafat di stanot�te, un incontro cruciale, dopo che stamani proprio a Gaza è stato fucilato un condannato a morte per collaborazionismo, e un altro è stato fucilato a Nablus sulla pubblica piazza. Non è una situazione un po' strana?». Shimon Peres ha deglutito, pallido. L'immagine del giovane bruno, mansueto come spesso i condan�nati a morte, dentro la jeep con il ritratto di Arafat che lo portava alla fucilazione davanti a una folla di migliaia di persone era apparsa solo un'ora prima. Poi ha ripreso, di fronte alla telecamere israeliane, l'espressione del gioca�tore di poker: «Anch^ in America c'è la pena di morte. E io sono contrario comunque, in ogni ca�so. Parto con le mighori speranze di raggiungere un accordo». Ma certo non è sotto i migliori auspici che la drammatica mis�sione di pace si è avviata. «Abbia�mo poco tempo ha detto Peres dopo un pomeriggio di riunione con il primo ministro fino alla fine del mandato di Clinton. E le sue idee restano l'unica base per una trattativa». Soprattutto, po�co tempo prima delle elezioni del 6 di febbraio, in cui la popolazio�ne d'Israele s�deciderà a votare di nuovo per Barak (o per Peres, se, come molti vorrebbero, il giovane farà spazio al vecchio che conduce nei sondaggi) solo se si sentirà rassicurata che Arafat sia ancora un partner. Di certo si sa soltanto che i due vecchi statisti si sono incontrati anche a quattr'occhi, per litigare ma an�che simpatizzare lontano da qualsiasi critica. L'Autorità palestinese tutta�via, a giudicare da quanto è accaduto ieri, è molto tesa: Allah Bani Oded, 24 anni, è stato giusti�ziato in piazza davanti alla folla che gridava «Allah-u-akbar», Dio è grande; il tribunale aveva deci�so che aveva aiutato gh israeliani a uccidere un suo parente, Ibrahim Bani Oded; e Majdi Mikkawi, di 28 anni, è stato messo a morte nel quartier gene�rale della polizia, fucilato davan�ti ai membri delle famiglie dei quattro uomini, fra cui l'esponen�te di spicco di Fatah ( il partito di Arafat) Jamal Abdel Razek, ucci�si dagli israeliani, secondo la condanna, grazie alle sue spiate. Nel pomeriggio a Betlemme altri due uomini, uno dei quah un ragazzo di diciannove anni che alla lettura della sentenza segui�tava incredulo a scuotere il capo, sono stati condannati a morte di fronte a una folla plaudente. Tutte queste condanne in un tempo cosi breve rappresentano una stretta àll'intemo dell'Autori�tà palestinese, un richiamo alla disciplina da parte di Arafat in prima persona, e un tentativo di rassicurare al massimo i suoi uomini, i capi di Al Fatah presi di mira dalle spedizioni punitive ad personam con cui Israele, fra molte discussioni e critiche inter�ne, elimina i capi della operazio�ni di guerra e terroristiche antisraeliane. Il tribunale che commi�na le condanne a morte è la Corte di sicurezza dello Stato istituita nel 1995: i suoi giudici sono in questo caso il colonnello Abd Aziz Wad, il giudice militare Muhammad Farhat e altri gra�duati degli apparati di sicurezza. Le sentenze di questo tribunale non ammettono appello, agisco�no secondo la legislazione egizia�na per la striscia di Gaza e sono soggette solo alla ratifica di Ara�fat. Dal '95 sono state commina�te 33 condanne a morte nel territorio dell'Autorità, di cui 13 dalla Corte. Dal '96 ne sono state eseguite 4 escluse le ultime, e la Società palestinese per la prote�zione dei diritti umani definisce i processi «totalmente ingiusti se-. condo ogni standard intemazio�nale». Il tema dei collaborazionisti tocca un nervo molto scoperto nella società di Arafat, in cui, data l'intersezione territoriale, il problema delle infiltrazioni e de�gli informatori è sempre stato molto sentito. D'altra parte, le organizzazioni palestinesi per i diritti umani hanno sempre de�nunciato l'uso pohtico e sociale del tema dei collaborazionisti: l'odio che suscitano è spesso sta�to usato per assassimi sommari all'interno del mondo palestine�se, talvolta per coprire scontri intemi, a volte per punire gruppi criminah, per esempio di spaccia�tori di droga. Adesso tuttavia la furia della folla in piazza aggiunge alla pena di morte, all'incertezza dei pro�cessi, all'inappellabile rapidità con cui le pene sono state esegui�te, un elemento molto conturban�te al problema dell'uso della leg�ge in una società autoritaria co�me quella palestinese. Più im�pressionante di qualsiasi altra cosa è stata la testimonianza eccitata della madre di uno dei fucilati, che lo sconfessava e inneggiava ad Arafat per aver fatto giustizia. La polizia palestinese controlla a Nablus la folla assiepata per assistere all'esecuzione di un collaborazionista

Luoghi citati: America, Betlemme, Gaza, Gerusalemme, Israele