Ripescati in mare gli indumenti della contessa di Vincenzo Tessandori

Ripescati in mare gli indumenti della contessa Ripescati in mare gli indumenti della contessa Portofino: si pensa al suicidio, non si esclude l'omicidio Vincenzo Tessandori inviato a PORTOFINO Suicidio, disgrazia od omicidio? Il sostituto procuratore Margherita Ravera sgrana i grandi occhi chiari, poi dice che sì, Francesca Vacca Agusta si trovava in uno «stato di disagio psicologico» e ci sono elementi che farebbero ritenere verosimile «l'ipo�tesi di un atto anticonservativo». Significa suicidio. Ma c'è un «però». C'è che tutto quello che si conosce delle ultime ore e degli ultimi minuti della contessa è stato raccontato dagli amici e da quelli della servirtù. E quindi va bene fidarsi, ma sono tutte deposizioni «soggettive». E poi «uno non si volatilizza». Non le sue cose almeno. E così, ieri a mezzogior�no un'ombra si è agitata davanti alla maschera di un sommozzatore dei vigili del fuoco che si era immerso fino a 20 metri, davanti alla scogliera di villa Altachiara. Quell'ombra era un accappatoio, anzi l'accappatoio che indossava la contessa la sera di lunedì, quando dalla casa era uscita in giardino e nessuno più l'aveva vista. Impigliato fra due scogli, un ampio squarcio sulla schiena. E la «firma», l'iniziale di Francesca, all'al�tezza del cuore. «Eragiùa ISmetri, e a 15 dalla costa, in un anfratto, quasi impossibile scorgerlo perché la luce è scarsissima, laggiù», spiega Giorgio Chimenti, comandante dei vigili del fuoco di Genova. Il fondale tocca gli 80 metri, se il corpo dovesse essere andato giù, non rimane che l'attesa perché, dice Chimenti, «noi sommoz�zatori siamo operativi fino a 50». I fantasmi ci lasciano dietro i loro ricordi. Quello della contessa, sem�pre che si aggiri ancora sulla scoglie�ra, ha abbandonato anche le pantofo�le, di spugna, una blu e una nera. Le han trovate nel pomeriggio, la prima a metà strada fra la villa e il dirupo, l'altra in fondo, vicino al mare. Forse qualcuno si chiede perché in 48 ore nessuno le avesse scorte, come non ci fossero. E' anche questo un piccolo grande mistero. Che siano le cose di Francesca, pare non esistano dubbi. Maurizio Raggio è sceso di corsa al molo per il riconoscimento. Si è immerso nella nebbia, e si è seduto su una bitta, a destra. Volto livido, gli occhi a scruta�re un orizzonte che forse solo lui vedeva, giaccone di panno blu stile Corto Maltese, jeans chiari, sciarpa. «Sì, è suo, è di Francesca», ha mormo�rato quando gli han fatto vedere l'accappatoio. Poi si è coperto gli occhi con una mano. Ma è un uomo di mondo, uno forte, uno che capisce quando sia il momento di mostrare il profilo duro. Cos�si è attaccato al cellulare, quasi a riprender fiato, una breve conversazione e di nuovo su, verso la villa. «Perché io abito nella casa, non nella dépendance», ha tenuto a chiarire. E' lui, dice, ad aver dato l'allarme per la scomparsa della contessa nella notte fra luned�e martedì. Ha telefonato dall'altra par�te dell'Atlantico, forse da Miami, ai carabinieri della stazione, che è a 30 metri dal cancello di villa Altachiara. Era stato a sua volta avvertito dalla madre Barbara, ci aveva messo un attimo a far quello che gli amici della contessa presenti nella casa non avevano fatto in sette ore. Anche questo è un punto interrogativo sul quale tenta di gettare un po' di luce il sostituto procuratore Bavera che ha speso la sua giornata fra interviste tv, sopralluoghi e interrogatori. Mol�te cose avevano fatto pensare che quello fosse un luned�nero. L'umore di Francesca, per esempio, pessimo come nei suoi momenti peggiori. Lei, raccontano, cambiava spesso idea, anche quando decideva il testamen�to «o segnava quelle che erano le sue volontà», spiega il magistrato. Chis�sà se conosceremo mai l'ultima ver�sione di quel documento che elenca ricchezze da capogiro. Quel luned�c'era la fantesca in casa e ha raccontato di aver visto la signora in cucina, pochi minuti pri�ma della presunta ora della scompar�sa; e c'erano l'amica Susanna Torret�ta e lui, l'amore del momento, il bel messicano Rosario Chasaro. Era a loro due che la contessa avrebbe lasciato i beni, nella malaugurata ipotesi di una morte prematura. Non si parla di spiccioli, ma di un tesoro: il patrimonio di famiglia sarebbe di oltre mille miliardi, la parte di Fran�cesca si aggirerebbe sui 400-500, compresi Altachiara, un attico a Mi�lano, un appartamento a Londra, uno a New York, una tenuta a Cuemavaca. Nessuno ha accennato a baruffe quella sera, ma «Rocky» Agusta, il figliastro che proprio per motivi di eredità ha fatto con France�sca un lungo braccio di ferro, ha detto di non credere a un suicidio spontaneo: «Qualcuno l'ha spinta a compierlo». E si parla di uno scontro serrato tra il fratello della contessa, arrivato quella notte da Torino, e Chasaro che, all'improvviso, si è reso conto di quanto poco sia amato a queste latitudini. Alcuni punti son da chiarire, ripe�te il magistrato. Per esempio c'è da aver conferma che la contessa sia realmente morta, perché il corpo, per ora, non l'hanno trovato e la dottoressa Ravera, il tono di chi non crede troppo alle troppe parole, sog�giunge: «Mi auguro che sia da qual�che parte, con qualcuno, consenzien�te». Per questo, l'altra notte, i carabi�nieri hanno perquisito alcuni appar�tamenti e tre yacht, proprio alla ricerca di lei, della contessa, perché erano arrivate voci in questo senso. Ci son punti oscuri. Per esempio, quel vuoto di ore. E anche se dice di non dare alla cosa un rilievo eccessi�vo, ieri il magistrato proprio su que�sto ha insistito nell'interrogatorio dei «testimoni informati dei fatti», come, finora, sono i personaggi di questo mistero che non è buffo ma tragico. Il magistrato non esclude alcuna ipotesi Il "messicano" e un'amica gli eventuali eredi? vm»'-.. :-■■"«Si.vsS A destra Maurizio Raggio dopo il riconoscimento dell'accappatoio (a sinistra) della contessa Francesca Agusta

Luoghi citati: Genova, Londra, Miami, New York, Portofino, Torino