Mucca pazza, via il blocco dalla Francia

Mucca pazza, via il blocco dalla Francia Mucca pazza, via il blocco dalla Francia Veronesi: ingiustificato l'allarme sui dadi da brodo Vanni Cornerò ROMA Le frontiere italiane si riaprono ai bovini francesi. Ieri, su richiesta di Bruxelles, il ministro della Sani�tà, Umberto Veronesi, ha revoca�to le restrizioni all'importazione adottate il 17 novembre all'inizio della crisi di «mucca pazza». «I controlli sui bovini, il divieto di somministrare farine animali ai capi destinati al consumo umano, l'obbligo della distruzione dell'in�testino dei bovini spiega una nota del ministero hanno con�sentito di ritenere superate le esigenze di tutela della salute del consumatore, ispirate al princi�pio di precauzione». Tuttavia il provvedimento ha subito creato un caso, dato che il ministro delle Politiche Agricole, Alfonso Pecoraro Scanio, rinvia ogni giudizio sulla decisione di Veronesi: «Imporre tutti i test ai bovini fino a 30 mesi era un atto dovuto fin dal 2 gennaio, ma, per quanto riguarda gli altri aspetti del problema, attendo di conosce�re e motivazioni scientifiche». Per il ministro resta infatti aperta ancora una questione, vale a dire quella delle etichette: «LtTe deve adottare etichette più complete», che permettano di conoscere l'ori�gine e la qualità delle carni da acquistare. La richiesta dell'Ue è stata peraltro pressante: il comitato scientifico della Commissione aveva valutato «troppo restritti�ve» le misure cautelari adottate da alcuni Stati membri, tra i quali l'Italia, e ne aveva richiesto l'abo�lizione, pena l'avvio di ima proce�dura di infrazione delle norme comunitarie. D'altronde i 2253 test anti-Bse svolti finora in Italia hanno dato tutti esito negativo. E il ministero della Sanità ricorda che l'Italia è stato il primo Paese, dal momento in cui si è palesata l'emergenza Bse, a disporre un programma rigoroso di prevenzio�ne totale delle possibilità di conta�gio. Ieri è stato anche disinnescato l'allarme su «dado pazzo», l'enne�sima coda alla disastrosa vicenda della Bse. «Nessun rischio per chi consuma questi prodotti», assicu�ra la Sanità, che spiega: in base ad ima normativa in vigore da oltre 40 anni le materie prime usate per produrre brodi concentrati, dadi e altri generi affini sono preventivamente sottoposte a controllo veterinario. Per quanto riguarda in particolare i prodotti di origine bovina è consentito unicamente l'uso di carne di mu�scolo, mentre sono assolutamen�te vietate frattaglie, cartilagini, midollo osseo e tutte le varie parti incluse tra quelle considerate a rischio di contagio Bse. Altrettan�to proibito l'impiego delle farine di carne di qualsiasi specie. Inoltre c'è un elemento tran�quillizzante in più: «Da alcuni anni sottolinea la nota della Sanità l'industria nazionale im�piega per questi prodotti materie prime, come gli estratti di carne, importate dal Sud America, in particolare dal Brasile ed Argenti�na, Paesi esclusi dalla lista di quelli considerati a rischio per la segnalazione di casi di Bse». Una dichiarazione senza incer�tezze, che ribadisce quanto detto da Paolo Aureli, direttore del labo�ratorio di alimenti dell'Istituto Superiore di Sanità. Aureli ha risposto indirettamente alle paro�le del commissario straordinario per l'emergenza Bse, Guido Alber�ghetti, che, intervenendo ad una trasmissione radiofonica aveva consigliato di accertare la prove�nienza dei dadi da brodo prodotti prima dell'entrata in vigore dei test anti-Bse. Un invito alla pru�denza die ha destato apprensioni diffuse, tanto da decidere l'asso�ciazione di consumatori Codao Scanio ecisione aglie animali cons a chiedere al ministro Vero�nesi e all'Istituto superiore di sanità di disporre «immediati con�trolli a campione sui dadi da brodo in vendita per escludere il rischio mucca pazza». Bisognerà ora vedere se le ultime assicura�zioni della Sanità tranquillizzeran�no i consumatori. A farlo ci prova�no, intanto, le aziende che pro�ducono i dadi da brodo, un merca�to che vale 260 miliardi l'anno. Giorgio Sampietro, presidente della Federalimentare è fiducio�so: «Una cos�pronta dichiarazio�ne tranquillizzante al massimo livello, al di là della correttezza delle industrie alimentari italia�ne, dovrebbe togliere ogni preoc�cupazione ai consumatori». Ma Giovanni Franco Grippa, diretto�re generale dell'Associazione in�dustrie prodotti alimentari non è cos�tranquillo: «Quando si passa dall'attenzione al rischio sanita�rio alla psicosi dice è difficile prevedere come possa comportar�si il mercato». Nasce un caso: Pecoraro Scanio rinvia il giudizio sulla decisione Restano i divieti su frattaglie midollo osseo e farine animali

Luoghi citati: Brasile, Bruxelles, Francia, Italia, Roma, Sud America