Il «patron» della Cagiva chiede aiuto al governo di Francesco Manacorda

Il «patron» della Cagiva chiede aiuto al governo Il «patron» della Cagiva chiede aiuto al governo Francesco Manacorda MILANO Millecinquecento operai, forse ad�dirittura duemila, da impiegare entro tre anni e poche troppo poche possibilità di trovarli nel cuore di una Lombardia che vanta una disoccupazione al 4,!'ó, un livel�lo da fare invidia agli Usa. Questo è il succo del discorso che Gianfran�co Castiglioni, patron della Cagiva e dall'anno scorso proprietario del�la Franco Tosi di Legnano, ha fatto al ministro dell'Industria Letta chiedendo al governo un interven�to che aiuti il trasferimento di lavoratori dal Sud al Nord. L'appello di Castiglioni è arriva�to poco prima di Natale, durante una visita di Letta al suo stabilimen�to di Bongo, in pro�vincia di Como: proprio in quella fabbrica, ha detto l'imprenditore al ministro, non rie�sce a trovare 40 operai di cui ha bi�sogno. Ieri Castiglioni ha scelto la strada del silenzio, ma gioved�prossi�mo, si dovrebbe passare dalle paro�le ai fatti: a Milano il ministro e l'indu�striale varesotto, assieme ai sindaca�ti metalmeccanici, annunceranno il primo protocollo d'intesa destinato ad aiutare la nuova emigrazione. Un accordo che prevede almeno due novità: la prima è un'incrocio tra domanda e offerta di lavoratori a livello nazionale, coordinata da�gli stessi sindacati, che permetterà all'azienda di avere delle liste di nomi da cui attingere. La seconda, ancora da perfezionare ma fonda�mentale per chi deve spostarsi al Nord con uno stipendio base di circa un milione e ottocentomila lire, è la possibilità per l'azienda di affittare a proprie spese le abitazio�ni che ospiteranno i nuovi dipen�denti e poi defiscalizzare almeno una parte di quello che ha sborsato. Per Castiglioni, che accanto alle attività tradizionali di turbine e carpenteria metallica della Franco Tosi vuole aprire uno stabilimento per produrre componenti automo�bilistici in alluminio, potrebbe esse�re la strada giusta per partire con i primi 300 dipendenti che dovrà assumere entro giugno. Nel giro di due anni, poi, gli operai dovrebbe�ro salire a 1.500 ma se la doman�da delle grandi case, Mercedes in testa, continuerà a tirare potrebbe�ro essere addirittura a duemila con un lavoro non particolarmente Si laad un prd'inper gaall'azliste di da asse sgravper paganara qualificato e che si svolgerà anche di notte perché distribuito su tre turni. «Ma il problema spiega Giovanni Boccia, consulente eh Let�ta e responsabile della sede di Milano del ministero non è di un solo industriale. Dalla Camuzzi di Brescia all'Aprilia, dalla FantuzziReggiane al gruppo Marcegaglia, sono diverse le aziende che hanno già fatto investimenti e che oggi si trovano in difficoltà per reperire manodopera». L'operaio, insom�ma, appare ormai una razza in via di estinzione non solo nel Nord-Est regno della microimpresa, ma an�che in zone come la Lombardia e l'Emilia. A Legnano, dove la disoccupa�zione viaggia vici�na al livello fisiolo�gico del 40ó, la noti�zia della caccia al�la manodopera fuo�ri dai confini locali non va giù, anche perché mille e pas�sa domande di as�sunzione che sareb�bero già depositate alla Franco Tosi do�po il salvataggio dello scorso anno. «Se Castiglioni di�ce davvero che do�vrà rivolgersi al Sud per avere 1500, allora fa una forzatura», com�menta Nino Baseotto, segretario del�la Camera del Lavo�ro della cittadina lombarda. «Le assunzioni conti�nua avverranno nel giro di 3-4 anni, mica domattina. E qui ci sono liste eh collocamento abbastanza nutrite anche per le figure operaie, centinaia di espulsi da aziende che hanno chiuso e molti stranieri in regola, che spesso fanno lavori precari e che potrebbero essere impiegati regolarmente». Anche per Franco Ferrarese, direttore del Centro per il lavoro dell'alto mila�nese, che coordina 23 comuni della zona, «le cose non saranno cos�drammatiche»: «Abbiamo 12.500 persone iscritte al Collocamento, e di queste la metà è disposta a fare lavori non qualificati, come quelli che in maggioranza serviranno a Castiglioni». Ma Ferrarese ammet�te che probabilmente «l'offerta di lavoro dell'area non sarà in grado di risolvere definitivamente» le esi�genze del nuovo impianto. «La stessa presenza diffusa di lavorato�ri extracomunitari nelle fabbriche lombarde replica Boccia è una risposta a chi dice che gli iscritti al collocamento bastano. E appare paradossale pescare nel mercato degli extracomunitari, quando nel Mezzogiorno c'è un tasso di disoc�cupazione del 22-2307o». vora otocollo tesa rantire ienda persone umere i fiscali re le case mR Si lavora ad un protocollo d'intesa per garantire all'azienda liste di persone da assumere e sgravi fiscali per pagare le case

Luoghi citati: Brescia, Como, Emilia, Legnano, Lombardia, Milano