«Combattiamo per vincere, useremo quelle armi» di Paolo Passarini

«Combattiamo per vincere, useremo quelle armi» «Combattiamo per vincere, useremo quelle armi» Gli inglesi: abbiamo un solo caso e la scienza non dà certezze Paolo Passarini corrispondente da LONDRA Il governo britannico non ha nessuna voglia di litigare con quei governi europei che la pensano diversamente, ma, al�meno per ora, non ha per nulla intenzione di rinunciare ai proiettili all'uranio impoveri�to. «È Tarma più efficace che oggi abbiamo per certe opera�zioni spiega gentile ma fer�mo Simon Wren, portavoce del ministero della Difesa -. Se si verifica una crisi improvvi�sa, come quella del Golfo di dieci anni fa, noi non abbiamo nessuna intenzione di manda�re le nostre truppe a combatte�re in condizioni di inferiori�tà». Le dichiarazioni di Wren riecheggiano quelle fatte mar�ted�alla camera dei Comuni da uno dei suoi capi, il vicemi�nistro per le Forze Armate John Spellar: «Il Du (Depleted Uranium) rimarrà parte del nostro arsenale per il futuro prevedibile, perché quando questo paese impegna le sue forze in un conflitto noi com�battiamo per vincere». Nel corso della stessa dichiarazio�ne, Spellar ha negato ancora una volta l'esistenza di prove scientifiche che documentino una pericolosità inaccettabile delle pallottole all'uranio im�poverito. «Alcuni dicono: saranno an�che efficaci, ma se fanno malis�simo...Ecco, noi semplicemen�te non accettiamo questo continua Wren -. La scienza non sostiene questo punto con i suoi dati. Ci sono rischi e l'abbiamo sempre detto, ma si parla sempre di rischi a basso livello». Come spiega la Difesa ingle�se che, in altri paesi, soldati denuncino sintomi di leuce�mia? «Un caso esiste anche da noi e riguarda un veterano del Golfo. Ma il fatto è che al momento non è possibile stabi�lire nessun collegamento tra il Du e la leucemia, come altri tipi di cancro. Certo, i test continuano e noi continuiamo a seguirli con estrema atten�zione». Fine della trasmissio�ne. Eppure la novità contenuta nella dichiarazione di Spellar, non era certo la riproposizio�ne dell'ammirazione dei mili�tari Nato per la facilità con cui il Du perfora lamiere e neutra�lizza carri armati. E quella dichiarazione, non era certo stata resa con l'intenzione di anticipare e fissare la posizio�ne inglese prima della riunio�ne della Nato: non ce n'era alcun bisogno. In realtà, il ministero della Difesa britan�nico ha sentito il bisogno di fare qualcosa per contenere un'ondata montante di preoc�cupazione nell'opinione pub�blica. In pratica, si è trattato di una concessione. Chiamando in causa «la re�cente copertura giornalistica» che «ha causato qualche preoc�cupazione tra la nostra gen�te». Spellar ha proposto «un appropriato e volontario pro�gramma di screening per il nostro personale di servizio, e i civili che hanno servito nei Balcani». Vale a dire che il ministero della Difesa britan�nico, pur non riconoscendo l'esistenza di «una sindrome da guerra dei Balcani» dovuta all'uso di Du, fornisce ai suoi uomini il mezzo di provarla. È un po' quello che è successo anche negli Stati Uniti, dove le pressioni dei veterani (che de�nunciano 20 mila morti sospet�te dopo la guerra del Golfo) sono riuscite finora a tenere in vita il problema, anche se non a farlo riconoscere. Però, per la Gran Bretagna più ancora che per gli Stati Uniti il problema della sindro�me del Golfo è più serio di quello della sindrome dei Bal�cani. Nel primo caso decine di migliaia di soldati britannici sono stati accanto ad america�ni che sparavano il Du, men�tre nel secondo questo tipo di operazioni li hanno riguardati solo di striscio, molto meno degli italiani per esempio. E cos�l'Associazione dei vetera�ni della guerra del Golfo, che negli anni scorsi ha presenta�to una lista di 2000 casi sospet�ti, si è molto irritata per la mezza apertura di Spellar che ancora una volta seinbra esclu�derli. Ma, in realtà, a meno che la scienza non dica qualco�sa di nuovo e più definitivo, in Gran Bretagna lo stallo sem�bra destinato a continuare. La Difesa: «I controlli continueranno e noi li seguiremo con attenzione»

Persone citate: John Spellar, Simon Wren, Spellar, Wren

Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra, Stati Uniti