L'Italia ha perso: 16 contro 3 di Maurizio Molinari
L'Italia ha perso: 16 contro 3 -^— —— —r ——: — ■ffOSA-r SUCCESSO H^bMkM&i CO^Sgft^^jJéNTICCfe L'Italia ha perso: 16 contro 3 Robertson esibisce uno dei proiettili accusati restròscena Maurizio Molinari corrispondente da BRUXELLES N ELLA Sala del Consiglio Atlantico il braccio di fer�ro sulla proposta di mora�toria dell'uso dei proiettili al�l'uranio impoverito è durato lo spazio di un mattino. Gli amba�sciatori dei diciannove Paesi alleati, seduti attorno al tavolo presieduto dal Segretario Gene�rale George Robertson, hanno incominciato la riunione decisi�va rendendo note le «istruzio�ni» ricevute dai rispettivi gover�ni. L'italiano Amedeo De Fran�chis ha recitato fino in fondo la sua parte ripetendo la richiesta di formale messa al bando ma a conclusione dei giro di tavolo solamente altri due ambasciato�ri affermavano di aver ricevuto identiche «istruzioni»: la Ger�mania e la Grecia. Paesi come il Belgio, il Portogallo, l'Olanda e la Spagna dove sono stati registrati casi di morti sospette si sono ben guardati dal soste�nere la moratoria, al pari dei francesi. Stati Uniti e Gran Bretagna ribadivano cos�la no�ta opposizione a «decisioni emo�tive non supportate da basi scientifiche». Anche il Canada era d'accordo. L'ipotesi della proclamazione della moratoria de jure moriva lì. Tre Paesi su diciannove possono fare ben poco, tantopiù che nella Nato le decisioni si prendono solo al�l'unanimità, non si vota. Niente alzate di mano dunque ma solo la presa d'atto da parte del Segretario Generale che la pro�posta italiana di moratoria non aveva trovato il «consenso una�nime» necessario per essere ap�provata. Quasi per esorcizzare una volta per tutte lo spettro della moratoria il britannico Robertson mostrava ai presenti un proiettile all'uranio origina�le lungo 40 centimetri, illustran�done le caratteristiche e facen�dolo poi passare attorno al tavo�lo di mano in mano. Ma alcuni dei rappresentanti di Italia, Ger�mania e Grecia hanno evitato di toccarlo, giudicando la cosa di «cattivo gusto». E' stato in quel momento che è iniziata la trattativa più diffi�cile per trasformare la sconfitta di Italia, Germania e Grecia in un compromesso capace di ac�contentare tutti, evitando pole�miche. Lord Robertson è salito in cattedra, cominciando a me�diare assistito dal suo team. La prima mossa è stata ancora dell'Italia, che ha chiesto di redigere una Dichiarazione Poli�tica in cui si sarebbe esplicita�mente fatto riferimento alla moratoria. Britannici e america�ni hanno fatto ancora muro: niente Dichiarazione Politica perché dopo «sarebbe difficile tornare indietro» e perché «ciò costituirebbe un precedente gra�ve con la possibilità per una polemica pubblica di condizio�nare il nostro assetto difensi�vo». «Se accettiamo finiremo col dover cambiare le ali di un aereo dopo una manifestazione di piazza» osservava uno dei presenti a bassa voce. Bocciata anche questa soluzione, George Robertson è venuto incontro alla richiesta italiana proponen�do come compromesso una «Di�chiarazione del Segretario Gene�rale». Ma la trattativa è ricomin�ciata subito su cosa e come avrebbe dovuto dire. L'amba�sciatore francese ha fatto senti�re la propria voce: nessun riferi�mento diretto alla moratoria ma ampie assicurazioni ai Paesi ed alle opinioni pubbliche che hanno sollevato il caso. L'accor�do si fa lentamente spazio: George Robertson non metterà nulla nere su bianco ma rispon�derà nella forma concordata sull'uranio nel corso della previ�sta conferenza stampa. «La Na�to non utilizza e non prevede l'utilizzo di questi armamenti» deve dire Robertson. E così, poco dopo farà. L'Italia incassa il compromesso minime che le consente di evitare una sconfit�ta su tutto il fronte e chiude la sessione fra i Diciannove chie�dendo che venga inserita a ver�bale la sua proposta di morato�ria affinchè le sia riconosciuta una sorta di «onere delle armi» diplomatico. I partner acconsentono ma quando si tratta di mettere nero su bianco a verba�le il testo della «proposta italia�na» ancora una volta il termine «moratoria» scompare, sostitui�to da «sospensione precauziona�le». Un ultimo passo indietro per non lasciare neanche tracce di una battaglia definita «in�tensa» da molti presenti com�battuta per 48 ore senza tenten�namenti ma persa. L'Italia ed Amedeo De Fran�chis escono invece vincitori ed a testa alta per l'accettazione formale da parte della Nato del pacchetto di richieste su ricer�ca, studi, mappe geografiche e meccanismi di informazioni che erano state preparate con cura la scorsa settimana da diplomatici e militari. Fino a quando luned�sera dagli scher�mi di «Porta a Porta» il governo fece irruzione nella trattativa imponendo all'ultimora una priorità politica la moratoria destinata a raccogliere pubbli�co plauso in Italia ma senza alcuna speranza di essere appro�vata. Cos�quella che poteva essere come una vittoria delle posizioni italiane sull'uranio impoverito sarà invece ricorda�ta come la sconfitta del governo Amato sulla moratoria. I contrari: «Se accettassimo finiremmo per cambiare le ali di un aereo dopo una manifestazione» Solo Germania e Grecia d'accordo con l'Italia, ma l'Alleanza media e assicura: «Avrete tutte le informazioni»
Persone citate: George Robertson, Lord Robertson, Robertson
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