«Vogliono disperdere le reliquie di Padre Pio»
«Vogliono disperdere le reliquie di Padre Pio» «Vogliono disperdere le reliquie di Padre Pio» A San Giovanni Rotondo i fedeli contestano i frati Anna Langone FOGGIA Sono già a San Severo le reliquie cedute dai frati cap�puccini di San Giovanni Ro�tondo al Comune di San Seve�ro in cambio della restituzio�ne di un convento, di una chiesa e di un piccolo terre�no. Saranno custodite in un convento. Nella seduta del consiglio comunale di San Severo convocato per doma�ni è previsto il passaggio simbolico delle reliquie. Ma ora l'Ordine dei frati Cappuc�cini, che ha deciso di donar�le, si trova al centro di un fuoco di fila. Il Comune di San Giovanni Rotondo, sinda�co in testa, e molti fedeli hanno avviato una petizione. Il sindaco Antonio Squarcella ha scritto una lettera di protesta al Papa, al generale dei Cappuccini John Corriveau, al provinciale Paolo divi�no, al presidente della Regio�ne Puglia Fitto, al ministro dei Beni culturali Melandri, per chiedere che la pianeta, il calice, il fazzoletto, l'asciuga�mani e gli indumenti intimi appartenuti a Padre Pio non vengano ceduti a San Severo. Squarcella va oltre: «Il vice postulatore della causa di canonizzazione, padre Gerar�do di Flumeri, è dalla nostra parte, ed è quindi contrario alla dispersione delle reli�quie». Ma perché i frati hanno stipulato quell'accordo con San Severo? I diretti interes�sati respingono ogni addebi�to, si dicono «sconcertati» della protesta degli ammini�stratori sangiovannesi, parla�no di «fantasiose illazioni». «In realtà spiegano i frati si tratta soltanto della resti�tuzione, a modo di donazio�ne, del convento e della chie�sa a suo tempo confiscati a San Severo». In sostanza il Comune di San Severo concede ai frati un terreno per risarcirli di una confisca avvenuta cen�t'anni fa e i frati, per ringra�ziare di questa restituzione, attraverso il superiore del convento di San Giovanni donano alla fraternità cap�puccina di San Severo alcuni oggetti del Beato, che non saranno certo custoditi nel comune di San Severo, ma in un convento. Del resto fa notare il provinciale Padre Paolo Cuvino, altre reliquie di Padre Pio sono state dona�te in passato, senza conse�guenze polemiche, ai conven�ti campani di Morcone e Montefusco e a quelli foggia�ni di Sant'Anna e Serracapriola, dove il frate stigmatizzato visse. Ma le spiegazioni e lo stupore dei frati, che non escludono la possibilità di tutelare i propri diritti nelle sedi competenti, non placano le polemiche. Ieri Squarcella ha rincara�to la dose: «Non si compren�de come i frati possano parla�re di indebita ingerenza, i cittadini di San Giovanni, figli prediletti di Padre Pio, con questo atto (la protesta e la petizione) vogliono solo testimoniare il loro attacca�mento a Padre Pio». E mentre qualcuno rivede nella polemi�ca di queste ore il clima che si respirava a San Giovanni quasi un secolo fa, quando scoppiò una sommossa popo�lare per impedire che il frate venisse trasferito, c'è chi indica un'altra ragione di malcontento del popolo dei fedeli: l'annunciata apertura della tomba di Padre Pio, per trasferirne le spoglie nella nuova basilica e disperdere ulteriormente le reliquie del frate. Squarcella riferisce dell'in�terruzione di una riunione di giunta da parte dei fedeli preoccupati per questi «tra�sferimenti» e commenta: «La gente dice che se continua così, qui a San Giovanni non resterà neanche l'odore di Padre Pio». In cambio della cessione di un terreno il superiore del convento vorrebbe donare alcuni oggetti del Beato Padre Pio, è nato un caso sulla dispersione delle sue reliquia
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