Per Bush un Rgmsfeld pieno di guai

Per Bush un Rgmsfeld pieno di guai Il «Chicago Tribune» scopre un imbarazzante precedente del segretario alla Difesa Per Bush un Rgmsfeld pieno di guai Ritrovata una sua conversazione «razzista» con Nixon Franco Pantare!!! NEW YORK Un piccolo «altarino».è uscito fuori ieri dal passato di Donald Rum�sfeld, il segretario alla Difesa scelto da George Bush. Tanti anni fa, quando era consigliere di Richard Nixon, ebbe con lui una conversa�zione che trasudava razzismo e ora la trascrizione é apparsa sul «Chica�go Tribune». Il portavoce di Bush, Ari FleiScher, è subito corso ai ripari con un'accurata «esegesi» della conversazione, dalla quale emerge che il razzista é Nixon, non Rumsfeld, visto che lui si limita a replicare con dei neutri «sì», «lo so» e simili alle parole del suo Presiden�te. Il concetto di Fleischer insom�ma é: che pretendete che facesse di fronte al suo boss che parlava? La conversazione avvenne il 22 luglio 1971 e il relativo nastro è conservato negli Archivi Nazionali di Washington. E' l�che un giornali�sta del «Chicago Tribune» l'ha tro�vata. Quello era un momento relativa�mente tranquillo per l'amministrazione Nixon. Il Watergate era anco�ra lontano e perfino i guai giudizia�ri che poi costarono il posto al poco presentabile vicepresidente, Spiro Agnew, erano ancora di là da veni�re. Anzi, Agnew aveva appena com�piuto un viaggio in Africa in rappre�sentanza del suo capo e proprio ciò che aveva detto al ritomo i neri africani sono più intelligenti di quelli americani era oggetto della conversazione incriminata fra Ru�msfeld e Nixon, arrabbiatissimo con quella sparata, nbn perché scema ma perché «inopportuna». «Non serve a nessuno», dice il presidente: «Danneggia con i neri e non aiuta con i rednecks (i bianchi razzisti del Sud, ndr) perché tanto, per loro, nessun negro può avere niente di buono». Rumsfeld, che fino a quel mo�mento, parlando di altre cose, ha interloquito attivamente con Nixon (come il portavoce di Bush insiste), si limita a un piccolo «sì», lasciando al presidente l'onere di «chiarire il suo pensiero» sulla diffe�renza fra i neri d'Africa e quelli d'America. «La maggior parte di loro sono praticamente appena sce�si dagli alberi. Ma la mia idea é che se noi diciamo questo perfino loro dicono "Ben detto, per Dio". Perfino loro dicono "Beh, i nostri negri sono..."». Qui, secondo il «Chicago Tribune», la parola é inintelleggibile; ma c'è il sospetto che sia scurri�le, sia per i fasti linguistici cui gli altri nastri di Nixon hanno abitua�to tutti, sia perché lui stesso prose�gue quasi giustificandosi: ((Ai diavo�lo, questo è il loro modo di parlare». Rumsfeld replica con un «è vero», Nixon insiste con un «mi sembra di sentirli» e Rumsfeld risponde «lo so». Ma in fondo qualcosa di buono c'è, nei rednecks. E Nixon si incari�ca di spiegarlo: «E' come quando i nostri atleti neri, per esempio alle Olimpiadi, corrono contro altri atle�ti neri. Al sudista non piace il nero ma ih quel momento fa il tifo per quell'atleta nero». Da Rumsfeld ar�riva il solito «è vero», ma Nixon insiste: «Giusto?». «Certamente», esclama il povero consigliere. Al che il presidente, soddisfatto, con�clude: «Bene, ora piantiamola». Che questo possa rendere più difficile la ratifica della nomina di Rumsfeld da parte del Senato sem�bra improbabile. I senatori demo�cratici al momento si stanno con�centrando su uno degli altri «fal�chi» deU'ammmistrazione Bush, la cui futura attività rischia di incide-re sulla vita del Paese in modo molto concreto. John Ashcroft, il nuovo segretario alla Giustizia, é il beniamino della destra religiosa: con lui potrebbero ricominciare i raid, tanto in voga ai tempi di Bush padre, contro le cliniche in cui si praticano aborti. E questo è certa�mente più «mteressante» di una vecchia conversazione telefonica. Il neo segretario alla Difesa Rumsfeld è considerato uno degli elementi più esperti della nuova amministrazione Bush. Era nello staff della casa Bianca già sotto l'amministrazione Nixon Il presidente Nixon

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