Esame europeo per le scelte dì Greenspan di Francesco Manacorda

Esame europeo per le scelte d�Greenspan COSTO DEL DEI IMPRONTO UAMÈRICAIX) MA APPENA RIDOTTO/GLI AlJm POTREBBERO SEGUIR Esame europeo per le scelte d�Greenspan Il taglio dei tassi e l'allarme economia al G-10 di Basilea Francesco Manacorda MILANO La Federai Reserve arriva in missione europea dopo il calo dei tassi deciso a sorpresa la settimana scorsa. Una missio�ne programmata da tempo si tratta del consueto appun�tamento dei governatori del�le Banche centrali del G10 ma che assume un significato particolare proprio alla luce della mossa decisa mercoled�scorso da Alan Greenspan e dell'allarme ormai diffuso sul calo della crescita mon�diale nel 2001. Costo del denaro, prospettive dell'eco�nomia e livello dell'euro sa�ranno gli argomenti principa�li all'esame dei Governatori. A Basilea non c'è Green�span, ma il vice presidente della Federai Reserve, Roger Ferguson, che lo ha sostituito all'ultimo minuto. Dopo la cena informale di ieri sera e nella riunione di questa mat�tina presso la Banca dei rego�lamenti internazionali, il nu�mero due della Fed sottopor�rà all'esame dei Governatori del G10 la svolta nella politi�ca monetaria Usa, il quadro sottostante dell'economia americana e le implicazioni che questo ha per lo scenario mondiale. Facile capire che le preoc�cupazioni delle Banche cen�trali dei dieci Paesi più indu�strializzati del mondo si con�centrano in questo momento su quello che sembra un rallentamento più forte del previsto dell'economia statu�nitense e sui suoi effetti per la crescita del prodotto lordo a livello globale. Il Fondo monetario internazionale, per bocca del suo vicediretto�re generale Stanley Fischer e del capo economista Michael Mussa, ha già fatto sapere che dovrà rivedere in modo «significativo» le stime sulla crescita del prodotto lordo mondiale nel 2001, finora fissate a un 4,2 per cento. Ma sull'entità del ribasso è troppo presto per pronunciar�si: nessuno è in grado di dire se dagli Usa si propagherà una spinta verso la recessio�ne o se ancora una volta Greenspan sia riuscito a dosa�re in maniera magistrale la sua politica per garantire l'agognato «atterraggio mor�bido». Al tema della crescita si lega in modo strettissimo anche quello dell'euro e della politica monetaria della Ban�ca centrale europea. All'esa�me dei governatori ci sarà senza dubbio anche la ripre�sa della moneta comune ormai arrivata a sfiorare i 96 centesimi di dollaro dopo la crisi degli scorsi mesi e le sue implicazioni per l'economia dei dodici membri dell'Unio�ne economica e monetaria. Un euro più forte consenti�rà da una parte di diminuire l'inflazione importata, ma dall'altra rischia di frenare le esportazioni europee, specie verso gli Stati Uniti. Per il momento la Bce non pare comunque intenzionata a seguire la Federai Reserve sulla strada del ribasso dei tassi. Nel suo direttivo di gioved�scorso a Francoforte ha lasciato invariato il costo del denaro e diverse dichiara�zioni comprese quelle di Tommaso Padoa Schioppa hanno sottolineato come la politica monetaria della zona euro si muova in modo auto�nomo da quella Usa e soprat�tutto come quest'anno ci si possa attendere una crescita dell'economia nel Vecchio Continente superiore a quel�la statunitense. Non mancano poi, all'inter�no della Bce, i timori per l'inflazione: le politiche fisca�li espansive che i governi di alcuni grandi Paesi europei la Germania in primis mette�ranno in atto quest'anno po�trebbero dare nuovo fiato all'economia, spingendo in alto i prezzi che già a novem�bre viaggiavano per effetto del caro-petrolio al 2,9 per cento annuo, ben sopra quel limite del 2 per cento che per la Banca centrale europea garantisce la stabilità mone�taria. E anche in caso di cali continui e sensibili dei merca�ti azionari. Francoforte po�trebbe permettersi di aspetta�re un po' di più di quanto abbia fatto la Fed: i rispar�miatori europei, difatti, sono meno esposti in Borsa di quelli statunitensi e quindi un calo delle quotazioni non dovrà tradursi per forza in una riduzione elei consumi, come invece rischia di acca�dere Oltreoceano. Un quadro che appare ab�bastanza chiaro, tanto che gli osservatori non si aspettano un calo dei tassi di Eurolandia nemmeno per il prossimo consiglio della Beo, program�mato per il 18 genntiio, ina che potrebbe cambiare in tempi molto rapidi anche alla luce delle novità in arrivo dagli Stati Uniti. Proprio per questo i Governatori dei GII) cercheranno di farsi dire dal suo vice Ferguson quali siano le intenzioni di Greenspan per la prossima riunione del direttivo della Federai Reser�ve, in programma il 30 u 31 gennaio a Washington: se in quell'occasione i tassi doves�sero scendere ancora, signifi�cherà che l'economia Usa sta rallentando ulteriormente con effetti difficilmente pre�vedibili a livello mondiale. I FED FUNDS USA i Tassi Fed dal 1998 a oggi 5;25 5 —^mimmmiit 4 5.00 4t75 5.00 —rr-rr-vrUI *i F 5.25 -5.505,75 6.00 6.50I TASSI IN EUROPA 1 Variazioni dei tassi di riferimento della Bce jTr^*!^c2*fl r&f^yv&MZi. mliP0 i .^ .JL . 1,50 29 set 15ott 17 nov 1" lug 24 ago 16 nov 3 feb 21 mar 16 mag 3 gen •98 '98 '98 '99 '99 *99 '00 '00 '00 '01 .'■rr,-: —---.-^r--~^^.,rT~...^.,....,.H:iv*)^^ \ 4,751 8 apr 4 nov 3 feb 16 mar 27 apr 8 giù 31 ago 5 ott 0,960 0,945 0,930 0,905 0,890 0,875 | 0,850 ' 0,835 0,820 0,805 LA RIPRESA DELL'EURO CTRE MESI DI RAPPORTO DI CAMBIO CON IL DOLLARO) Ottobre Novembre Dicembre Gen.

Persone citate: Alan Greenspan, Ferguson, Green, Greenspan, Michael Mussa, Roger Ferguson, Stanley Fischer, Tommaso Padoa Schioppa