Schneider: Cenerentola conquista il Metropolitan

Schneider: Cenerentola conquista il Metropolitan Schneider: Cenerentola conquista il Metropolitan RECENSIONE Luigi CI ERA una volta Rupert Sahler, vetturale di St Damian, piccolo villaggio del Voralberg, amava alla fol�lia le sue quattro figlie e la moglie Alma dalle trecce rossovolpe. Sgobbava sodo, Rupert; voleva che la sua famigliola avesse ciò che gli altri manco sognavano: pane bianco, caffè vero, biancheria di prima quali�tà. Aveva i piedi per terra, ma la testa chissà dove: forse su quel dirigibile con cui sperava, un giorno o l'altro, di volare sulle Alpi. Un sogno che s'infrangerà, ancora prima di prendere il vo�lo, contro una montagna di debi�ti che ha fatto all'insaputa di tutti. Cos�la mattina del 12 giugno 1923 la rovina si abbatte sui Sahler: lui scompare, la mo�glie muore di parto e di crepacuo�re, la casa è messa all'asta e le figlie smistate qua e là. Sembra la fine di un racconto strappalacrime, è in�vece il primo capito�lo di Cara signora America, il terzo ro�manzo dell'austria�co Robert Schneider, classe 1961, che Ei�naudi presenta nella sciolta traduzione di Palma Severi. L'ex allievo del Conservatorio di Vienna, autore del bestseller Le voci del mondo (Einaudi 1994) e di Mandi che camminava sull'aria (Einaudi 1998) ha di nuovo fatto centro con una felice intuizione musica�le in una fiaba moderna su dolore e felicità, amore e abiezioRECENL ne, storia e fantasia. Una fiaba che si nutre di triste cronaca, che attraversa il cuore di derelit�ti ed emarginati, scivola nella bestialità, ma conserva intatto il nucleo profondo dell'infanzia, delle origini. Una sostanza di sogno, che folgora Antonia a nove anni: è la visione di una signora il cui canto ammalia l'universo e fluisce nel corpo della bimba. Ma non è forse lei stessa la creatura che quel suo�no perfetto avvolge e non lasce�rà più? Una sera, in un teatrino di provincia dove si rappresenta «Il flauto magico», la piccola figlia di Rupert ravvisa la signoSIONE gi ra nella Regina della notte e si mette a ' urlare. Un putiferio. Nessun vuol capire che quella voce è dentro di lei, come la musica stessa. Tutto per ora si smorza inabissandosi nel do�lore della vita, ma verrà il tempo dell'incontro col proprio desti�no. Molti anni dopo Tony, ormai americana, presterà la sua stra�biliante ugola alla Regina della notte, di colpo afona, sul palco�scenico del Metropolitan e sarà un successo che cancella ogni umiliazione. Tra questi due estremi, sventura e trionfo, cor�re l'indistruttibile legame della fedeltà: alla sua infanzia, alla sua voce, che inanella care fila�strocche, alla forza del sogno, agli amici vagabondi e ladri, come il giovane Balthasar e il generale, che con lei sono scesi in un abisso di disperazione. Schneider ha preso un pezzo di storia l'emigrazione verso l'America negli Anni Venti e ne ha fatto un contenitore di senti�menti forti, in cui convivono l'intenso sapore di una stagione agreste con la randagia sopravvi�venza ai margini d'una metropo�li cosmopolita. C'è qui meno eccentricità che in Mandi e più sostanza umana, anche di fron�te al mondo variopinto e stilizza�to di New York, dove finisce Antonia venduta dal mercante Nrrody come manodopera a bas�so costo. Il libro non vive solo di singole figure, ma di uh forte respiro epico: la traversata at�lantica, dove storie e destini s'affastellano con stupore e an�goscia nel cuore di Antonia, gli anni di miseria, di degradazio�ne, la dolcezza dell'amore verso Balthasar, misterioso angelo cu�stode e compagno di sventura ossessionato dal demone della crudeltà, la compagnia del gene�rale, anziano malvivente che la inizia alla prostituzione. E alla fine l'improvvisa risalita alla luce: la sua voce calda e malinco�nica che affascina Aron Fleisig, ripetitore al Metropolitan, le lezioni da un originale maestro di canto che Tony chiama lo «zero fonico», e il succeeso in un ruolo che nessuno le ha assegna�to, ma che è suo da sempre, legato ad una lontana premoni�zione, al sogno della vita felice, che lei non ha mai tradito. La fiaba di Cenerentola diventa tra le mani di Schneider un impasto linguistico incrostato di sordida quotidianità e di malinconica, lìrica tensione. E' la fede nell'im�possibile, il richiamo antico a un'armonia che ancora balugi�na nel cuore, tra le icone infanti�li e gli odori del tempo, che danno forma alle parole in uno spazio dove realtà e sogno s'in�trecciano. Chissà perché Schnei�der ha poi voluto farci conosce�re anche Bruno Walter, che lancia malignità su Mahler e dirige la musica su cui s'impen�na e dilaga il canto di Tony. E' come si rompesse l'incantesimo di una voce fuori del tempo, di una favola con le stimmate del mondo e la voce miracolata dell'infanzia. DOPO «LE VOCI DEL MONDO» LO SCRITTORE AUSTRIACO NARRA IN «CARA SIGNORA AMERICA» L'EMIGRAZIONE NEGLI ANNI VENTI, LA PARABOLA DI ANTONIA, DALLA MISERIA AL TRIONFO Robert Schneider Cara signora America trad. d�Palma Severi, Einaudi, pp. 203, L. 30.000 ROMANZO Robert Schneider ha di nuovo fatto centro con una felice intuizione musicale in una fiaba moderna su dolore e felicità, amore e abiezione

Luoghi citati: America, New York, Vienna