Un corteo chiede giustizia di Paolo Colonnello

Un corteo chiede giustizia Un corteo chiede giustizia Brescia: fiaccolata silenziosa per la barista Paolo Colonnello inviato a VOBARNO (Brescia) C'è un momento, nel buio piovig�ginoso di Vobamo, dove tutto tace, dove anche i cani smettono di abbaiare, dove il silenzio diven�ta assoluto e spiega più di mille parole. E' davanti alla casa color ruggine di Caterina Ferrari, la barista di 52 anni uccisa l'altra sera da un giovane clandestino di venti. Qui, la fiaccolata partita dal centro del paese e guidata dai figli Fabio e. Alessandro, seguita da parenti e compaesani mischia�ti ai militanti della Lega con le bandiere abbassate e gli striscio�ni chiusi, sosta per un minuto eh raccoglimento, per dar libero sfo�go alle lacrime che rigano il voito anche dei montanari più. duri e per ricordare che tra queste valli, vicine al lago e al turismo spensie�rato, si è persa la serenità e si attendo giustizia. Perchè oltre alle polemiche, oltre alla belligeranza dei pochi e all'ira dei molti, è il dolore che prevale su tutto. Ed è per questo che alla fine, anziché i due cortei annunciati in mattmata uno politico, guidato dalla Lega, un altro funebre voluto dai parenti la gente eh Vobamo e dei paesi vicini decide eh unirsi in ima veglia comune alla quale parteci�pano tutti, compreso il sindaco Marina Corradini, che guida una giunta di centro sinistra. Un cor�teo di oltre mille persone che s'ingrossa con l'avanzare nelle strade di Vobamo: settemila resi�denti, 426 immigrati, in gran parte impiegati nelle floride fab�briche della Valsabbia. Senegale�si e marocchini, soprattutto, co�me il ragazzo che con sette coltel�late ha ucciso l'altra sera Cateri�na per un rapina da 300 mila lire. Gente di colore che questa sera rimane tappata in casa. I due figli della barista, in lacrime, nella piazza principale, ringraziano tutti: «Grazie, grazie per essere venuti qui...». Vendet�ta, autodifesa, tolleranza zero: per il momento sono solo slogan che non trovano spazio nel cor�teo silenzioso che termina, dopo pochi chilometri, davanti al bar della donna uccisa dove i figli depongono, tra gh applausi, una grande corona di fiori. Oggi si svolgeranno i funerali. E' talmente intenso questo si�lenzio che nemmeno il segretario della Lega Lombarda, Roberto Calderoli, arrivato insieme ai suoi militanti, se la sente d'inter�romperlo con un un comizio che seppur previsto viene annullato. «Mi sembra — dice Calderoli che quanto andava detto sia sta�to espresso benissimo dal silenzio di questo corteo. Cos�ho deciso di non parlare, qualsiasi altra cosa sembrerebbe strumen�tale. Nelle mie dichiarazioni du�rante la giornata ho parlato di tolleranza zero e di autodifesa, perchè credo che non sia più possibile aspettare le elezioni di primavera. Da Natale a oggi è stato un bollettino di guerra per�chè c'è chi si approfitta di un Paese che garantisce impunità. E quando parlo di legittima difesa intendo secondo il codice, non la legge del taglione. Se qualcuno mi offende ho il diritto di difen�dermi». Sono le uniche parole di pole�mica che si sentono nella serata triste di Vobamo. «Non è questio�ne di tolleranza o vendetta: ora non so che cosa pensare. So solo che due giorni fa avevo mia madre con cui parlare e adesso lei è in una cassa dentro l'obito�rio», dice Fabio, 32 anni, operaio, uno dei due figli di Caterina Ferrari. Il ragazzo non vuole nem�meno sentire parlare di scuse: «Le scuse non servono, è stato un atto di atrocità unica. E dimostra che il problema ormai è davvero grave e bisogna fare qualcosa». E' la Lega che può darvi una risposta? «La politica in questo corteo non c'entra nulla: mia madre è ancora calda nella bara. E bisogna capire che quanto è capitato a noi potrebbe capitare a chiunque. E' ora che si faccia qualcosa, che il paese venga ripu�lito dai balordi. A queste persone, agli extracomunitari, noi abbia�mo dato tutto: un lavoro, del cibo, una casa... E se il ringrazia�mento è questo, lascio alla gente tirare le proprie conclusioni. Mi fa piacere vedere anche le bandie�re della Lega, ma a questo corteo possono partecipare tutti, ogni bandiera è ben accetta e in fondo le bandiere non sono importanti. Dobbiamo rimanere uniti per af�frontare insieme il problema». Il figlio:«La politica qui non deve entrare, però è ora che il paese venga ripulito dai balordi Agli immigrati abbiamo dato molto, mia madre uccisa è il loro grazie» I carabinieri davanti al bar di Vobarno dóve un clandestino ha ucciso a coltellate la barista

Persone citate: Calderoli, Caterina Ferrari, Marina Corradini, Roberto Calderoli

Luoghi citati: Brescia, Vobarno