I giudici assolvono l'Alleanza «Però i rischi in Kosovo restano»

I giudici assolvono l'Alleanza «Però i rischi in Kosovo restano» IL RAPPORTO DEL TRIBUNALE PER I CRIMINI NELL'EX JUGOSLAVIA I giudici assolvono l'Alleanza «Però i rischi in Kosovo restano» documento N Maurizio Moilnari e Guido Ruotalo BRUXELLES ESSUNA autorizzazione a procedere contro l'ura�nio impoverito, ma neces�sità di monitoraggio costante per il rischio di danni ambien�tali a lungo termine dovuti alla dispersione nell'aria di sostan�ze chimiche «non conosciute». E' questo l'esito del lavoro degli investigatori di Carla Del Ponte, che hanno setacciato per mesi il Kosovo alla ricerca di capi d'accusa contro la Nato per la conduzione e le conse�guenze della campagna milita�re del 1999 contro le forze militari jugoslave. Ma non ne hanno trovate, neanche per quanto riguarda gli effetti del�l'uranio impoverito sulla salu�te. Questo emerge dal «Rappor�to sulla campagna di bombar�damenti della Nato in Koso�vo», pubblicato lo scorso 13 giugno all'Aja dall'ufficio del Procuratore del Tribunale In�ternazionale per i crimini nel�l'ex Jugoslavia, ma fino ad ora rimasto lontano dai riflettori. 11 Rapporto solleva invece un dichiarato dubbio sulle conse�guenze per l'ambiente della diffusione nell'aria di sostanze non note a seguito del bombar�damento di installazioni chimi�che. Sulla scia delle polemiche in Europa sull'uranio impoverito il procuratore, Carla Del Pon�te, avrebbe deciso di adottare una procedura straordinaria e rendere pubblici nei prossimi giorni gli elementi raccolti du�rante l'indagine alla base del giudizio finale. Ecco nel detta�glio quanto si afferma nel rapporto dell'Aja su uranio arricchito e danni ambientali. USO DI PROIETTILI AL�L'URANIO IMPOVERITO. «Esistono prove sull'uso di pro�iettili all'uranio e non esiste un Trattato che ne proibisce l'uso», si legge nel paragrafo 26, specificando che «è in cor�so un dibattito scientifico sulle possibili conseguenze dell'uso di questi proiettili ed è possibi�le che in futuro si crei un consenso sul fatto che violano le leggi applicabili all'uso delle armi nei conflitti ma al momen�to questo consenso non c'è». Per il team di investigatori dell'Aja, «alla luce dell'incer�tezza sugli standard legali da applicazione in questo caso l'uso dei proiettili all'uranio impoverito non può costituire la base di un'azione da intra�prendere da parte del Procura�tore». Affinchè le conclusioni siano ancora più chiare il Rap�porto afferma: «Sulla base delle informazioni esistenti e di�sponibili l'Ufficio del Procura�tore non deve incominciare un'indagine sull'uso dei proiet�tili all'uranio da parte della Nato». Onesto per due motivi. Pri�mo: l'assenza di consenso nel mondo scientifico sugli effetti che questa sostanza può avere sulla salute. Secondo: la man�canza di basi legali internazio�nali per agire nei confronti di questo tipo di arma. L'incertez�za scientifica e legale ha cos�costretto Carla Del Ponte a rinunciare a procedere. Il suo team ha peto raccolto elementi e dati che presto potrebbero essere resi pubblici all'Aja. DANNI CAUSATI ALL'AM�BIENTE. Il Rapporto afferma che «la campagna di bombarda�menti ha causato danni all'am�biente, colpendo obiettivi co�me fabbriche di prodotti chimi�ci, installazioni petrolifere», ma ammette che «l'esatta enti�tà delle sostanza inquinanti rilasciate nell'aria è al momen�to sconosciuta». Gli investiga�tori dell'Aja fanno proprie le conclusioni della «Task Force Balcani» dell'Agenzia Ambien�tale dell'Orni (Unep), secondo cui i «luoghi critici» sono Pancevo, Kragujevac, Novi Sad e Bor. «In tutti questi posti la contaminazione ambientale presente è dovuta alle conse�guenze del conflitto in Koso�vo», si legge nel paragrafo 16. Da qui la necessità di «una continua opera di monitorag�gio ed analisi», perché «è molto probabile che i bombardamen�ti terminati solo un anno fa abbiamo prodotto conseguen�ze che il lavoro dell'Unep non è stato ancora in grado di identi�ficare». Bisogna insomma ancora ap�purare quali saranno gli «effet�ti di lungo termine» della diffu�sione nella natura di sostanza ancora in molti casi «scono�sciute». Tanto il team dell'Onu che quello del Tribunale del�l'Aja invitano, però, a non confondere gli «effetti delle bombe» nelle località specifica�te con «lo stato di permanente contaminazione ambientale del Kosovo» che non può essere' attribuita alla Nato ma ad anni di errori e mancanze nella conduzione della politica indu�striale ed ambientale da parte delle autorità locali kosovare e federali jugoslave. «I maggiori pericoli provengono dalle fabbriche chimiche colpite dagli aerei» Operazioni di carico di bombe all'uranio impoverito

Persone citate: Carla Del Ponte, Guido Ruotalo, Maurizio Moilnari