La Nato: all'Italia le mappe dei bombardamenli

La Nato: all'Italia le mappe dei bombardamenli La Nato: all'Italia le mappe dei bombardamenli Rapporto Gnu: in Kosovo molte zone contaminate dall'uranio corrispondente da BRUXELLES La Nato darà all'Italia le mappe delle zone della Bosnia dove sono stati usati proiettili all'uranio impo�verito, ma invita a non avere fretta, perché «servirà del tempo». Romano Prodi intanto stringe i tempi per l'inizio dell'inchiesta comunitaria e trova il forte sostegno della presiden�za di turno svedese dell'Unione euro�pea: potrebbe essere la prima volta di un'indagine dell'Ile sulla Nato. Nelle stesse ore è arrivata un'indi�screzione sull'ultimo studio dell'Onu: otto degli 11 siti esaminati in Kosovo, tutti bombardati durante la guerra, presentavano tracce di «con�siderevole contaminazione». E' stato il segretario generale della Nato, George Robertson, a scri�vere al ministro della Difesa italia�no, Sergio Mattarella, con il duplice intento di assicurare massima dispo�nibilità alla collaborazione, ma invi�tare a limitare.le attese per l'esito delle riunioni dell'Alleanza della prossima settimana a Bruxelles. «Ri�sponderemo con la massima traspa�renza e tempestività alla richiesta italiana di ottenere la mappa dei bersagli colpiti in Bosnia con proietti�li all'uranio», scrive il segretario dell'Alleanza e comunica «la disponi�bilità a discutere, iniziando dal comi�tato politico della Nato del 9 genna�io, su misure più efficaci e trasparen�ti per lo scambio di informazioni relative ai rischi per la salute di natura ambientale nei teatri di ope�razione». A tale proposito Mattarel�la, nella lettera del 22 dicembre. aveva chiesto di «riflettere all'inter�no dell'Alleanza su forme e procedu�re più adeguate e trasparenti di condivisione delle informazioni su aspetti cos�dehcati». Una lettera che ha avuto il sostegno della Francia. «La richiesta italiana è giustificata e Parigi metterà a disposizione tutte le informazioni necessarie», ha spiega�to ieri il portavoce del ministero degli Esteri di Parigi. Ma sulla questione più delicata quella delle mappe Robertson invi�ta a non avere fretta. «Ho chiesto alle autorità militari dell'Alleanza di fornire l'indicazione dei bersagli at�taccati con munizioni all'uranio im�poverito in Bosnia scrive ma il lavoro di raccolta dei dati potrà richiedere qualche tempo». Ovvero: la procedura di raccolta dei dati chiesti dall'Italia (ma anche da Bel�gio, Spagna e Portogallo) è iniziata ma richiederà tempo, perché prima i Paesi in possesso di questo tipo di munizioni dovranno ricostruire do�ve e quante ne usarono durante la campagna di Bosnia, condotta dalla Nato a sostegno delle truppe Onu minacciate dai mezzi pesanti jugosla�vi che assediavano Sarajevo. La Commissione Europea appare intanto determinata a farsi portavo�ce delle richieste di «chiarezza» e «verità» che vengono da numerosi Paesi e stringe i tempi per l'inizio di un indagine che punta diritta verso la Nato. Prodi respinge al mittente le obiezioni di chi gli imputa di «occu�parsi di argomenti non di sua compe�tenza» e annuncia che dedicherà parte della prima riunione della Commissione Europea del 2001, mer�coledì, del possibile collegamento tra l'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e i casi di morte per leucemia e malattia registrati tra i soldati reduci dalle missioni in Bo�snia e Kosovo. Oltre alla costituzio�ne di un gruppo tecnico, l'approfon�dimento del caso-uranio impegnerà anche un pool di commissari: la svedese Mai^ot Wallstrom, respon�sabile dell'Ambiente, avrà al suo fianco i colleghi Chris Patten (Rela�zioni Esterne), David Byme (Salute e Consumatori) e Loyola De Palacio (Energia). Dopo gli annunci di Prodi di un'«indagine per l'accertamento del�la verità» e la possibile «abolizione di queste armi in presenza anche di un minimo rischio» la questione sarà affrontata marted�nel primo faccia a faccia a Stoccolma fra il presidente della Commissione e il premier sve�dese, Goran Persson, presidente di turno. Il ministro belga della Difesa, André Flahaut, si é dichiarato favore�vole a un'interdizione delle armi all'uranio impoverito, se sarà stabili�to un legame tra il loro utilizzo e le malattie di cui soffrono i militari europei reduci dalle missioni in Bo�snia e Kosovo. In Belgio sono stati nove i reduci colpiti da tumore, cinque dei quali morti. Ma sono ben 1600, tra i 12 mila militari che hanno servito in Croazia e in Bosnia tra '92 e '99, a denunciare problemi di salute classificati genericamente sotto il termine «Sindrome dei Balca�ni» ovvero fatica cronica, irritazioni cutanee e depressione. [m. mo.] Prodi annuncia una commissione d'inchiesta europea Parigi si schiera con Roma «E' giusto chiedere la verità»