Niente panico, è l'ora della prudenza di Paolo Baroni

Niente panico, è l'ora della prudenza Ecco come muoversi (e difendersi) di fronte a ribassi e forti oscillazioni dei mercati Niente panico, è l'ora della prudenza Paolo Baroni PER i mercati (e i risparmia�tori) il Capodanno ha avuto l'effetto di una doccia scoz�zese: prima un crollo verticale dei listini e poi, dopo l'interven�to della Fed, l'impennata record. Un uno-due micidiale per molti portafogli e che magari può aver indotto qualcuno a commettere qualche errore e a dimenticare che le strategie di investimento devono essere decise a prescinde�re dall'andamento quotidiano de�gli indici, senza deprimersi ma anche senza eccitarsi. Per cali�brare bene i propri investimenti occorre valutare con scrupolo le disponibilità di reddito e l'oriz�zonte temporale di riferimento e quindi definire con cura il profi�lo di rischio. Niente panico.La prima regola del «buon investitore» è dunque quella evitare di comprare o vendere (azioni, titoli di stato, obbligazioni e quote di fondi) sull'onda dell'emergenza o delle spinte emotive. Quando ci si accorge del pericolo, infatti, è sempre troppo tardi: il più delle volte il danno è già fatto. Allo stesso modo un rialzo clamoroso dei listini, come quello di merco�led�sera, o lo si coglie al volo (ma quanti sono riusciti a farlo?) oppure è perso. Inutile mettersi a caccia di nuovi rialzi da favola. Più fondi, meno azioni. Investi�re direttamente in titoli azionari non conviene quasi mai, se non per porzioni molto contenute del proprio patrimonio, meglio puntare su uno o più fondi di investimento. A prescindere da questa considerazione generale, comunque, l'orientamento pre�valente di esperti e gestori sugge�risce ai risparmiatori (se non l'hanno ancora fatto) di ridurre in questo avvio d'anno il peso dell'investimento azionario a fa�vore di quello obbligazionario, facendo attenzione a privilegia�re l'Europa. E' vero che le ridu�zioni dei tassi limerà un poco i rendimenti, ma si tratta di pro�dotti e soluzioni che consentono di mettere i nostri risparmi al riparo da sbalzi e oscillazioni. Vendere, comprare o mante�nere? Tre scelte delicate. Il pri�mo consiglio è quello di abbando�nare i titoli dal futuro incerto, magari legati a settori ancora esposti alle fibrillazioni dell'eco�nomia (gh industriali in genere, alcuni bancari, una parte dei telefonici, per non parlare del�l'hi-tech) o quanto meno convie�ne ridurre in maniera considere�vole il loro peso nei nostri porta�fogli. In fatto di acquisti vanno invece preferiti i cosiddetti setto�ri difensivi, legati ai comparti anticichci come le Utilities, l'ali�mentare e la farmaceutica. Un discorso a parte riguarda invece i titoli i cui prezzi, per effetto dei ripetuti ribassi, si sono ridotti eccessivamente. Se non siamo riusciti a liberarcene per tempo questi pacchetti azionari vanno mantenuti, questo ovviamente a patto che non si abbia l'impellen�te necessità di fare cassa. Per intenderci, chi ha comprato Seat o Tiscali nel corso del 2000 ed ora si ritrova con titoli ridotti al lumicino è meglio che faccia uno sforzo e conservi queste azioni in attesa di giorni (e quotazioni) migliori. Primo, selezionare. In periodo di turbolenza o di incertezza questa è la paiola d'ordine. Oc�corre valutare bene i profili delle varie società, e più che puntare su un settore è bene scegliere uno per uno i titoli (o i fondi) più promettenti: i più solidi, quelli che cui quotazioni basse si associano a buone pro�spettive di business, come avvie�ne per certi titoli bancari (Intesa risparmio, Mps) oppure alcune blue chips come Finmeccanica o Fiat. Molto gettonato anche un titolo come Eni: solido e dinami�co al tempo stesso. Pericoloso speculare. Tutti sconsigliano di avvicinarsi ai mercati con un'ottica di breve periodo. Capita infatti a pochi di guadagnare, mentre sono molti quelli che arrivano a perdere cifre anche ingenti. Per questo è bene scordarsi il trading on line e programmare i propri investi�menti su un orizzonte temporale di almeno due-tre anni. Flessibili. Fintanto che il quadro economico americano (ma anche europeo) non sarà chiarito la fibrillazione dovrebbe continua�re. Non è però escluso che la riduzione del costo del denaro e prezzi più contenuti del greggio non riescano a invertire le ten�denze in atto. La svolta si do�vrebbe verificare più o meno a metà anno. Giunti a quel punto i risparmiatori dovrebbero essere pronti a riconvertire una parte dei loro investimenti per riavvicinarsi un po' al mercato aziona�rio. Ma questa volta con giudi�zio, senza cercare nuovi miraco�li.

Persone citate: Intesa

Luoghi citati: Europa