PACIFISTI MPOVERTI

PACIFISTI MPOVERTI PACIFISTI MPOVERTI Federico Geremicca C? È qualcosa di sorprendente e perfino di incomprensibile nel modo in cui larga parte delle forze politiche sta commentando e reagen�do alla morte per tumore di sei giova�ni soldati italiani che erano stati impegnati in missioni militari in Bo�snia o in Kosovo. A sorprendere è la faciloneria con la quale molti danno per acquisito diffondendo preoccu�pazione, se non panico un rapporto che è ancora da dimostrare: quello, cioè, tra la morte dei nostri soldati e l'uso, nell'area dei Balcani, di proietti�li all'uranio impoverito. Ad apparire incomprensibile, invece, è il ritomo a toni antimilitaristi ma forse meglio sarebbe dire antiamericani che suo�nano poco appropriati al caso in que�stione. In questo senso anche il «chie�do conto di quelle morti alla Nato» pronunciato da Giuliano Amato appare un po' sopra le righe; per non dire della richiesta di ritiro dei soldati italiani dall'area avanzata da Arman�do Cossutta e del bailamme scatenato�si intomo all'opportunità che l'Italia partecipi a missioni come quella nei Balcani. Allo stato, infatti, quali sono gli elementi noti? Primo: una relazione consegnata al governo nel marzo scor�so dai ricercatori del Cisam (Centro interforze studi per le applicazioni militari), di cui diamo conto oggi sul nostro giornale, ha certificato che i livelli di uranio registrati nella zona in questione escluderebbero rischi per l'uomo. Secondo: le conclusioni cui starebbe per giungere un'agenzia scientifica (non militare) dell'Onu sa�rebbero di analogo tenore. Terzo: i casi di «morti sospette» e soprattutto le seguenti polemiche riguardano tranne un caso allo studio in Portogal�lo esclusivamente l'Italia. Un po' di prudenza in più, dunque, non guasterebbe. Una cosa, infatti, è la sacrosanta ricerca della verità; un'altra è il divampare del solito scambio di accuse che rischia di man�dare in malora, di fronte ai governi ed all'opinione pubblica intemazionale, il molo di partner affidabile che l'Ita�lia ha faticosamente conquistato an�che attraverso operazioni come quel�la condotta nei Balcani. E' vero che la campagna elettorale ha i suoi toni e le sue leggi: ma sarebbe segno di civiltà e responsabilità non andare a caccia di consensi anche intomo a sei vite prematuramente finite.

Persone citate: Cossutta, Federico Geremicca, Giuliano Amato

Luoghi citati: Italia, Kosovo