Su fisco e salari scintille d'Amato-smdiicafi di Gian Carlo Fossi

Su fisco e salari scintille d'Amato-smdiicafi Lettera-appello di Confìndustria all'esecutivo. «Anche le imprese devono fare la propria parte» Su fisco e salari scintille D'Amato-sindicati Con/industria: non c'è tempo da perdere. La replica: solo ovvietà Gian Carlo Fossi ROMA «Non c'è più tempo da perdere» afferma il presidente della Confindustria Antonio D'Amato in una lettera al «Sole-240re», che fin dall'inizio dell'anno lancia un programma fitto di richieste a governo e sindacati: riduzione della forbice tra costo del lavoro e salario effettivo, abbassamen�to della pressione fiscale, più flessibilità, completamento del�la riforma pensionistica, più infrastrutture, lotta al sommer�so e uno sforzo maggiore per risolvere la questione meridio�nale. Ma D'Amato si rivolge anche alle imprese, esortandole ad assumersi le proprie respon�sabilità: «Anche noi dobbiamo fare la nostra parte» E dà atto al Capo dello Stato di aver rivolto agli italiani uno «straordinario augurio» per il 2001 : «Con il suo messaggio tutto il Paese è chia�mato ad affrontare la sfida della competitività». Sulle priorità.gli industriali chiederanno alle forze politiche di pronunciarsi già nella campa�gna elettorale, ma avverte il presidente «senza farci coinvol�gere nella competizione tra i partiti». E' giunto il momento di agire perché «accumuliamo sem�pre più ritardi rispetto ai nostri principali competitori»: il Paese ha bisogno di riforme di «grande portata, di carattere strutturae»; oltre a quello istituzionali «indispensabili», è urgente «scio�gliere antichi nodi che sono diventati ormai soffocanti». In particolare occorre ridurre l'am�piezza della forbice tra un costo del lavoro troppo elevato e sala�ri troppo bassi e, contemporane�amente, rendere meno rigido il mercato del lavoro che «ha già dimostrato di reagire positiva�mente a una dose sia pur mini�ma di flessibilità». La pressione fiscale molto alta va allineata ai livelli dei nostri competitori e si deve concludere la riforma delle pensioni, dato che l'attuale siste�ma «mette i figli contro i padri». Ed ancora sul fronte delle priva�tizzazioni bisogna mirare «ad un completo, corretto passaggio di mano all'imprenditoria priva�ta e ad un'effettiva liberalizza�zione tale da diminuire significa�tivamente i costi dei servizi migliorandone la qualità». Le altre due sfide sono la lotta al sommerso e un massiccio impe�gno perii Mezzogiorno. Le reazioni sono state discor�di. Il sottosegretario alla presi�denza del consiglio Enrico Mi�cheli giudica «molto ragionevo�le» l'invito di D'Amato ad affron�tare insieme la strada per rilan�ciare la produttività, mentre il sottosegretario alle finanze Al�fiere Grandi rileva che nella lettera c'è un «passetto avanti», ma la Confindustria continua a non riconoscere i meriti del centro sinistra nel risanamento e nell'avviare solide politiche di sviluppo. «Un'ampia somma di ovvietà commenta il segreta�rio confederale di Cgil Giuseppe Casadio ed un ragionamento sostanzialmente corporativo e rivendicativo». Luigi Angeletti, segretario generale della Uil os�serva: «Sono le imprese che debbono mostrare coerenza con gli accordi sulla politica dei redditi». Per Savino Pezzoita. neo-leader della Cisl: «Velale allusioni e generici richiami non aiutano a risolvere né il nodo della competitività, né le verten�ze contrattuali».

Persone citate: Antonio D'amato, D'amato, Giuseppe Casadio, Luigi Angeletti, Savino Pezzoita

Luoghi citati: Roma