Al completo il governo di George Bush

Al completo il governo di George Bush Al completo il governo di George Bush Le ultime tre nomine, compreso un democratico Franco Pantarell�NEW YORK George Bush è riuscito a trovare un democratico da inserire nel suo governo, di cui ha completato la formazione. Il democratico è l'at�tuale segretario del Commercio Norman Mineta, nominato segreta�rio dei Trasporti; gli altri due posti, quelli di segretari dell'Ener�gia e del Lavoro, sono andati rispettivamente a Spender Abraham, senatore repubblicano del Michigan «trombato» nelle ele�zioni di novembre, e a Linda Cha�vez, che con Ronald Reagan era a capo della Commissione per i Dirit�ti Civili. Mineta è di origine giapponese e come tale durante la guerra fin�in un campo di concentramento nel Wyoming perché gli Stati Uniti diffidavano dei loro cittadini nati in territorio nemico. Lui era un bambino, ma la norma non faceva distinzioni di età. Poi, cresciuto e diventato deputato del distretto di San José in California, quello di Silicon Valley, nel 1988 fu l'artefi�ce della «revisione storica» che si concluse con le scuse ufficiali della Casa Bianca per bocca di Ronald Reagan e con un indenniz�zo di 20 mila dollari ciascuno ai sopravvissuti di quell'antica vergo�gna. Nel giugno scorso fu nomina�to da Bill Clinton segretario del Commercio e l'evento fece titolo sui giornali: «Dal campo di concen�tramento al governo». Durante la campagna elettorale Mineta aveva ripetutamente chie�sto ad Albert Gore di far parte del suo eventuale gabinetto e si era sentito rispondere una serie di «vedremo». Ora che Gore è stato sconfitto dalla Corte Suprema, ad assicurargli il posto è stato Bush, ma lui nella conferenza stampa in cui le nomine sono state annuncia�te, ha ricordato che durante la disputa sui voti da ricontare si era «fieramente schierato» con il suo partito. Siccome però «io sono un democratico sia con la D maiusco�la che con quella minuscola», ades�so è tempo di passare «dalle esigen�ze della campagna a quelle del governo». A questo punto il nuovo gover�no c'è tutto ed è stato creato in un tempo record, come amano ricor�dare gli uomini di Bush per sottoli�neare la celerità con cui il loro capo ha saputo lavorare per recu�perare il tempo perduto a decidere se ricontare o no i voti. Anzi, è andata perfino meglio, dicono tut�ti fieri: meno di un mese, paragona�to alle cinque settimane che servi�rono a Richard Nixon, le otto di Jimmy Carter, le dieci di Ronald Reagan, le nove di George Bush padre e le otto di Bill Clinton. Quello di Bush figlio è insomma un esempio di «decisionismo» dell'uo�mo che il 20 gennaio diventerà formalmente presidente, ma le di�scussioni si soffermano più sui problemi che Bush ha dovuto af�frontare e su come li ha risolti, che sul tempo impiegato. Il suo obiettivo principale era quello di avere qualche democrati�co al governo, non solo per «curare le ferite» della vicenda post-eletto�rale ma anche per acquisire un po' più di potere, o più esattamente per toglierlo ai democratici. Il prossimo Senato, infatti, sarà per�fettamente diviso a metà, 50 repub�blicani e 50 democratici, e se uno di questi ultimi fosse finito nel governo i repubblicani si sarebbe�ro ritrovati con una maggioranza che non li obbligava a ricorrere al voto di Dick Cheney, che come vice presidente è anche presidente del Senato. Il problema è che anche i democratici hanno fatto le stesse considerazioni e nessuno degli at�tuali senatori ha voluto privarsi della possibilità di «condizionare» il futuro presidente dal proprio scranno. Cos�Bush ha ripiegato sulla nomina «simbolica» di Mine�ta ai Trasporti ed ha assegnato a un altro repubblicano il diparti�mento dell'Energia, inizialmente destinato all'eventuale democrati�co che fosse disposto a rinunciare al suo mandato parlamentare. Niente di tutto questo, natural�mente, era presente nelle dichiara�zioni ufficiali di Bush per spiegare le sue scelte. «Non riesco a immagi�nare ha detto un modo migliore di cominciare il nuovo anno che completare la formazione del gabi�netto, uno dei più forti che ogni presidente, credo, abbia mai mes�so insieme». Ora gli resta solo da coprire alcuni posti «non ministe�riali ma importanti», come il capo della Cia (si dice che confermerà George Tenet), il rappresentante del commercio estero e il rappre�sentante all'Orni. George Bush mentre presenta gii ultimi tre ministri del suo governo: nella foto con Norman Mineta, ai Trasporti

Luoghi citati: California, Michigan, New York, Stati Uniti, Wyoming