Check-point 38° parallelo: nella garitta dell'armistizio

Check-point 38° parallelo: nella garitta dell'armistizio ALLE PARETI LE BANDIERE DELLE DUE COREE CON QUELLA DELL'ONU Check-point 38° parallelo: nella garitta dell'armistizio REPORTAGE Jìmmy Pessina VI sono luoghi che conser¬ vano nell'immaginario di ognuno di noi un posto larticolare, speciale. Si tratta di quelle personalissime "isole del tesoro" che fissiamo in un nostro atlante fantastico per poi immaginarle come meglio ci aggrada, nella speranza di poterle un giorno vedere, visitare, vivere. A seconda deha propria sensibili¬ tà, della propria cultura, dei pro¬ pri sentimenti, dehe proprie emo¬ zioni. Per anni, sfoghando il mio cata¬ logo dei sogni, un posto d'onore l'ho riservato aha Corea del Nord. La Corea. Dov'è? Che cos'è? Un luogo nel vento. Attanaghata fra l'immenso continente cinese e il possente arcipelago giapponese, a penisola fu spesso il campo di battagha di guerre altrui. Sempre soggiogata, sempre oppressa. Da millenni i coreani vivono nella loro terra dalle 10.000 vette, 10.000 isole, 10.006 cascate, ma raramente ne sono stati padroni. Completamente indipendenti non sono mai stati; mai completamen¬ te liberi di esprimere la gioia o il dolore. Costretti dalle circostanze a inchinarsi ai più potenti, hanno imparato a nutrire la loro identità in silenzio, inventando per questo sentimento un'intraducibile paro¬ la, 'han", che significa tristezza e speranza, nostalgia di fehcità pas¬ sate e fiducia in un riscatto futu¬ ro. Mi intrigava la civiltà di questo ultimo popolo che è rimasto fedele al sociahsmo più,puro. Poi arriva- \ . - . no i momenti in cui i sogni si realizzano e mi sono ritrovato sulla steppa siberiana a bordo di un aereo IL 62 - deha Korio Air con destinazione Pyongyang, la capitale deha Corea del Nord. La penisola coreana fa parte di quei festoni di terre emerse che fiancheggiano la massa del conti¬ nente asiatico sul versante del¬ l'Oceano Pacifico. L'estensione complessiva è di 222.209 kmq, dei quah oltre 120 mila deha Corea del Nord (il nome deriva dell'anti¬ co regno di Koryo), delimitata da due importanti fiumi l'Amnok (803 km) e il Tumen (530 km), che scorrendo rispettivamente verso Sud-Ovest e Nord-Est ne percorro- no la parte Nord per quasi tutta la sua lunghezza. La tradizione fa deh'eroe Tan- gun il fondatore deha stirpe e deha civiltà coreana. Tangun, se¬ condo la leggenda, era figlio di un'orsa tramutata in donna. Il mito si ricohega al culto del pianti- grado boreale caratteristico di nu¬ merose popolazioni nordiche del- l'Eurasia, dalla Siberia orientale aha Svizzera arcaica. I coreani si insediarono neha penisola prove¬ nendo da Nord, dai vasti spazi di quehe che oggi sono Manciuria, Mongoha e Siberia. Silenziosi, per¬ vicaci, pieni di "han", i coreani hanno conservato nei secoli le loro tradizioni, la loro identità nonostante le pressioni e le inva¬ sioni dei potenti vicini. I Coreani sono stati ripetutamente vittime di "cose più grandi di loro", di sciagure causate da eventi in cui avevano poca o nessuna responsa- bilità. Nel 1910, il re di Corea fu costretto a cedere i propri diritti ereditari ah'imperatore nipponico Meiji, e la Corea divenne parte integrante del Giappone. Non v'è dubbio che i giapponesi contribui¬ rono a svecchiare un paese immo¬ bile da secoli, a rinvigorire l'econo¬ mia, creando industrie e poten¬ ziando l'agricoltura e la pesca. Si dette grande diffusione alle scuole (l'analfabetismo è sconosciuto), al- la costruzione dei primi ospedali, infine furono intrapresi scavi im¬ portanti e curate con amore le testimonianze della lunga storia coreana. Con la fine della Seconda guerra mondiale (1945) i coreani caddero nella morsa delle rivalità tra le massime potenze del mo¬ mento; Urss, Stati Uniti e Cina. La guerra devastò di nuovo il paese proprio negh anni che per molti altri segnarono la ripresa (1950-1953). I coreani sono, tut- t'oggi, divisi. Dopo la morte del Grande Condottiero e padre della nuova Repubblica Popolare della Corea del Nord, Kim II Sung (al potere dal 1948 al 1994), la direzio¬ ne del governo solo l'B ottobre 1997 è stata affidata al figlio Kim Jong II, che ha avviato i negoziati di pace, in vista di una possibile riunificazione della penisola. Durante il breve ma intenso soggiorno turistico-culturale, in questa piccola nazione, il luogo che colpisce è Panmunjon, a 170 km dalla capitale Pyongyang e a solo 70 km da Seul dove si trova, dal 1953, la linea di demarcazione tra le due Coree, il "38" parallelo". Dopo aver percorso l'autostrada a due carreggiate si arriva al primo posto di blocco. Un ufficiale ci accompagnerà alla linea di demarcazione attra¬ verso una strada stretta, lunga circa un chilometro. Su una colli¬ na, tra torrette di avvistamento e reticolati, un grande edificio in classico stile comunista, chiamato pomposamente "Casa della Liber¬ tà", è circondato da tre baracche di legno azzurro, dove i militari nordcoream, armati fino ai denti, controllano gli spazi off-limits di chea sei metri. Dall'altra parte la Corea del Sud, dove troneggia un edificio che non sembra una caser¬ ma, bensì un moderno palazzo direzionale. Il contrasto è stridente. L'uffi¬ ciale nordcoreano con legittimo orgogho richiama la nostra atten¬ zione su alcuni edifici dove, nel 1953, furono ospitati i capi di Stato che siglarono la tregua, po¬ nendo fine alla guerra fratricida del 1950, tra il Nord appoggiato dai russi e il Sud sostenuto dagli americani. Emozionante entrare neha garitta dove venne firmato l'armistizio. All'interno due tavoli divisi al centro per simboleggiare la linea del "38" parallelo". Alle pareti le bandiere deha Corea del Nord e del Sud con quella del¬ l'Orni. All'esterno due militari su¬ dcoreani, in tuta mimetica da marines, ci controhano daha fine¬ stra più per curiosità che per motivi di sicurezza. A questo pun¬ to esprimere l'emozione che si prova è indescrivibile, ma in tutti è presente un senso di angoscia e un velo di tristezza per una situa¬ zione paradossale all'alba del ter¬ zo millennio, dopo il crollo del muro di Berlino e la fine della guerra fredda. Corea, una nazione unita nelle origini, nell'etnia, neha lingua, negli usi, costumi e tradizioni ma divisa da un check-point per le logiche di potere dei "grandi". L'itinerario messo a punto dalla Otim "Qualcosa di Speciale", e con il patrocinio dell'Ente del Turi¬ smo deha Corea del Nord, è senza dubbio il più ricercato e consente di vedere il massimo di un paese, in parte sconosciuto e in un certo senso misterioso, ultimo avampo¬ sto di un ideale comunista. La Corea del Nord non conosce il consumismo esasperato e l'inquinamento. Un paradiso per gli ecologisti e per i veri viaggiato¬ ri alla ricerca del passato che è ancora h presente. Viaggio nella Repubblica del Nord, destinazione Pyongyang e dintorni, dove l'intraducibile parola «han» significa nello stesso tempo tristezza e speranza, nostalgia di felicità passate e fiducia in un riscatto futuro DA MILLENNI I COREANI VIVONO NELLA LORO BELLISSIMA TERRA DALLE 10.000 VETTE, DALLE 10.000 ISOLE E DALLE 10.000 CASCATE, MA RARAMENTE NE SONO STATI PADRONI DOCUMENTI ■ Passaporto valido almeno sei mesi e tre pagine vuote, per poter ottenere i visti per la Cina e per la Corea del Nord, oltre a 4 foto tessera. Visto d'ingresso per la Corea del Nord, tramite Otìm "Qualcosa di Speciale" - TourOperator-Via Porro Lambertenghì, 9- 20159 Milano-tei. 0266912214/212 /276-fax02669912245Z271 In alto a sinistra un'immagine della capitale della Corea del Nord Pyongyang; sotto, la linea dì demarcazione tra le due Coree: Il «38" parallelo»; a destra una veduta di Seul

Persone citate: Kim Ii Sung, Kim Jong Ii, Pessina Vi