Parks: un tragico destino all'italiana di Masolino D'amico

Parks: un tragico destino all'italiana Parks: un tragico destino all'italiana RECENSIONE Masolino d'Amico L racconto comincia quando il protagonista, un giornalista pohtico inglese con ambizioni di scrittore (sta ultimando un monumentale studio sul carattere nazionale degh itahani), da molti anni residente nel Bel Paese, rice¬ ve, mentre si trova in Inghilterra con la moghe (itahana), la notizia del suicidio del figlio adolescente, schizofrenico e ricoverato in una clinica speciale. Durante le settantadue ore se¬ guenti, passate cercando di rien¬ trare in Itaha a dispetto di scioperi e altri ostacoh, costui monologa mescolando passato e presente, registrando quanto gh accade e allo stesso tempo rimuginando su vari momenti deha sua esistenza, neha consapevolezza che ora ogni cosa cambierà, a partire dal rap¬ porto con la coniuge, una donna bcosa, prepotente, temperamen- tale, persino un po' ridicola, che da tempo ha un amante in un cohega del marito. Questo rapporto logoro da tem¬ po, continua a dirsi il narratore, non è più recuperabile. A pezzetti emergono dati suha sua famiglia: una fighe maggiore adottata in Ukraina, Paola, molto amata da lui ma non da lei, che da quando rimase quasi miracolosamente in¬ cinta di Marco si dedicò morbosa¬ mente al maschio, e soffocandolo di attenzioni fu forse all'origine del suo male. Dal canto suo Paola si è sposata, si è riprodotta, e ora, come si apprende durante il viag¬ gio in macchina dall'aeroporto di Genova aha clinica piemontese dove Marco è morto, sta per pian¬ tare il consorte, un tipetto noioso. A questi temi domestici se ne mescolano altri, il principale dei quali riguarda i costumi itahani come appaiono a un inglese, che pur essendovisi familiarizzato con¬ tinua a trovarne alcuni esasperan¬ ti - gh itahani passano col rosso anche quando l'incrocio è occupa¬ to; gh itahani devono timbrare il bighetto del treno; gh itahani devo¬ no fare la fila aha cassa e procurar¬ si uno scontrino prima di poter prendere il caffè. Il tormentone principale di que¬ sta rassegna etnografica è una progettata intervista con l'arci-ita- hano Andreotti, mediante la quale il Nostro medita di concludere il suo libro. Riuscirà a capire e a far capire l'essenza dell'ambiguità deh'uomo che disse che il potere logora, ecc.? Saprà cogherlo in castagna con almeno una doman¬ da che possa metterlo in imbaraz¬ zo? Ammirevolmente in controllo del materiale, Tim Parks risulta sempre leggibile e a tratti anche piacevole, malgrado la scarsa sim¬ patia che il suo protagonista ispi¬ ra. Sul lettore itahano però il romanzo produce presumibilmen¬ te un effetto diverso che su quello inglese, e questo per due ragioni. La prima è che i giudizi e le osservazioni sulle nostre abitudi¬ ni e suha nostra natura di rado ci dicono qualcosa di nuovo rispetto a quanto già segnalato da altri osservatori anglosassoni, tradizio¬ nalmente perplessi per esempio, con Leopardi, davanti al fatto che gh itahani riescano ad essere con¬ temporaneamente così passionah e così calcolatori. La seconda ragione è più sotti¬ le. Per divertimento proprio, im¬ magino, per sfoggio di virtuosismo o per qualche altra ragione, lecita, per carità, Tim Parks si è lanciato questa volta in una imitazione del personalissimo stile di Thomas Bernhard. Anche il suo protagoni¬ sta condisce i suoi rimuginamenti con una serie di «pensavo», «crede¬ vo», «mi dicevo» e simili; anche lui procede per brevi frasi e con molte ripetizioni; anche lui ce Iha a morte con la falsità; anche lui non va mai a capo (be', Tim Parks non ci va quasi mai; più spesso aha fine, quattro o cinque volte nehe ultime due pagine, quando appun¬ to la storia si risolve, non proprio come 0 narratore si aspettava). Ora, Bernhard imitato in ingle¬ se è un conto, ma Bernhard imita¬ to in inglese e ritradotto in itahano - eccellentemente da Giovanna Granato, mi affretto a aggiungere - accentua la somighanza col Ber¬ nhard a noi noto, ossia quello anch'esso tradotto in itahano e proposto in tanti volumi Adelphi analoghi a questo. Se il grande malmostoso austriaco vi piace ab¬ bastanza, troverete questa mime¬ si interessante. Se vi piace molto, però, ogni tanto potrebbe darvi fastidio. UN GIORNALISTA INGLESE RIENTRA NEL BEL PAESE DOVE IL FIGLIO SI E' SUICIDATO, UN'OCCASIONE PER RIFLETTERE SUI COSTUMI LOCALI, IMITANDO IL MALMOSTOSO BERNHARD Tim Parks, inglese in Italia, osservatore critico dei nostri costumi Tim Parks Destino trad. di Giovanna Granato, Adelphi, pp.276, L. 30.000 ROMANZO

Luoghi citati: Genova, Inghilterra, Italia, Ukraina