L'ITALIA AL BIVIO di Franco Bruni
L'ITALIA AL BIVIO MERCATI E RIFORME: CONSUNTIVI DI FINE ANNO L'ITALIA AL BIVIO Franco Bruni NEL 2001 l'economia mondiale ha subito l'inversione del ciclo Usa e lo shock del terrorismo e della guerra. Un anno triste, ma meno drammatico, per i redditi, l'occupazione, le borse, di come si poteva temere. Ha aiutato la reazione della politica macroeconomica - americana. Ivla, sopratiutto, gli operatori, i mercati, le autorità hanno fatto uno sforzo per allungare l'orizzonte delle loro aspettative, strategie e decisioni. Si è ridotta la miopia che aveva gonfiato la fase espansiva, quando con incoscienza si guardava solo alle settimane, ai pochi mesi a venire. Lo sguardo si è allungato proprio quando serviva per non avvitarsi nel pessimismo. La gente, le borse, i politici, cercano di fissare l'attenzione sul fatto che la crisi è temporanea, che gli investimenti riprenderanno e le tensioni militari si attenueranno. Ciò offre un'opportunità di più perché le cose migliorino davvero. Le previsioni clic raccolgono più consenso vedono ora due trimestri di serissime difficoltà, poi i primi cenni di inversione, con un 2002 che finisce in ripresa. Perché cosi succeda deve però continuare lo sforzo, sia dei mercati sia delle autorità, di guardare al di là del breve andare, proprio quando, nei prossimi mesi, la morsa della crisi sarà più forte. Le politiche economiche devono mirare alla stabilità di medio-lungo: più che sospirare tagli infiniti del costo del denaro o abbandonare la disciplina di bilancio, devono incidere sulle condizioni produttive riformando i mercati per aumentare produttività e competitività. E quando arrivano le manifestazioni più acute del ciclo avverso, i fallimenti e le crisi finanziarie, vanno gestite con interventi rispettosi del mercato, favorendo e non rimandando le ristrutturazioni, evitando che chi è in crisi contagi gli altri e stendendo reti di protezione per i più deboli, ma non impedendo che le difficoltà del momento selezionino chi e più robusto e flessibile. La crisi serva anche da purga, da stimolo al carnbiamcnto; altrimenti si avrà solo l'illusione di soffrir meno e la ripresasi allontanerà. Affrontale la crisi guardando lontano non e tipico della demagogia. Per i politici non sarà facile. Soprattutto nei Paesi dove le elezioni sono prossime, che in Europa non mancano. L'Italia ha il vantaggio di un governo insediato da poco, con un'ampia maggioranza e un programma di riforme entusiasta. Ma che a volte dimentica il consenso che può vantare. Trascina chiassose polemiche con l'opposi¬ zione, come se fosse ancora in campagna elettorale, oppure auto-celebra scompostamente i suoi successi prima ancora che si manifestino o, ancora, attenua l'incisività dei suoi progetti come se non gli bastasse la maggioranza per vararli. Se è veramente forte agisca con determinazione spiegando senza chiasso i costi e i benefici dei suoi interventi e attendendo con convinzione i risultati positivi. Se saprà anche insistere sul rafforzamento della cooperazione europea, proprio l'Italia, con la sua stabilità politica, potrebbe aiutare l'Ue ad attraversare la crisi con la giusta lungimiranza.
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