Londra riscopre il suo Bunker di Marco Neirotti

Londra riscopre il suo Bunker Londra riscopre il suo Bunker Da |ì dirigeva la guerra e parlava a mondo Aperto in primavera, è una meta simbolo Marco Neirotti IN un angolo c'è un secchio in ferro. Lì dentro volavano i resti dei sigari di Churchill. Appeso al muro c'è un orologio fermo - non se ne sa il motivo - alle cinque meno un minuto del 15 ottobre 1940. Su un'altra parete un baro¬ metro è paralizzato su «windy», tempo ventoso. Ha sempre generato fascino, per gli inglesi, il bunker - o più elegantemente e lugubremente War Room - dove lo statista dirige¬ va la guerra ai nazisti, al riparo da qualsiasi tipo di bombardamento. Già nel 1984 l'ufficio sotterraneo fu aperto al pubbhco: britannici affascinati pacavano qualcosa co¬ me due sterline per respirarne l'odore di chiuso e di storia. Poi sono stati realizzati nuovi lavori, recuperate aree e altre lasciate alla loro naturale semplicità. Dal¬ la primavera scorsa il «sacrario» della direzione militare inglese è di nuovo aperto. Ma con un signifi¬ cato in più; 1' 11 settembre, le torri che cadono, la Gran Bretagna che entra in guerra, che è di nuovo potenziale bersaglio. Storia e presente riaccendono la curiosità per questo dedalo di diciannove locali, protetto da un'intelaiatura d'acciaio e un me¬ tro di cemento armato, perresiste- re a ogni tipo di bomba tedesca. Qui sotto si può vedere la postazio¬ ne segreta dalla quale ChurchiU parlava alla Bbc. Ma anche l'infila¬ ta dì telefoni con i quali si collega¬ va con il mondo. Un apparente gabinetto nascondeva l'apparec¬ chio dal quale poteva parlare con il presidente americano Roosvelt senza essere ascoltato da altri. Erano altri tempi. Non si co- struivano linee di metropolitana e gli operai non incontravano stra¬ ni cavi e strani collegamenti che sulle loro mappe non c'erano, com'è accaduto nel '94, quando gh uffici segreti di Major si sono trovati sul percorso di ima norma¬ le routine di lavori pubblici. Quel¬ la di Churchill era la casa del comandante nascosto: una came¬ ra da letto alta poco più di im metro, ma con un letto spazioso quanto bastava per una corpulen¬ za come la sua. Molti particolari sono stati rico¬ struiti, ma mol¬ ti sono rimasti intonsi: la sala delle riunioni, la sala delle car¬ te (dove su due¬ mila mappe si punteggiavano vittorie e sconfit¬ te), la sala dei diagrammi, con le difese costiere del Regno. E la sala del discorso di Dunkerque. Rimane anche una scritta, mes¬ saggio della Regima Vittoria, che nelmomento più difficile avver¬ te: «Vi prego di capire, non c'è posto in Questa casa per lo scorag¬ giamento. Noi non prendiamo in considerazione la possibilità di una sconfitta. Essa non esiste». Churchill la fa sua, ne fa simbolo della «War Room». La stanza da letto e l'ufficio nel bunker dove Churchill si rifugiò durante la guerra

Persone citate: Churchill, Roosvelt

Luoghi citati: Dunkerque, Gran Bretagna, Londra