L'America snobba la rivoluzione europea di Paolo Mastrolilli

L'America snobba la rivoluzione europea L'America snobba la rivoluzione europea Indifferenti le banche: «Meglio il Beaujolais che il minikit» Paolo Mastrolilli NEW YORK Ore 12 di domenica, principale telegiornale della mattina sulla Cnn, condotto in studio da Wolf Blitzer. Minuti dedicati allo stori¬ co avvento dell'euro; zero. Vi pare un metro di giudizio appros¬ simativo? D'accordo, allora guar¬ diamo i giornali. Non c'è una riga sul New York Times, mentre il Washington Post pubbhca una simpatica storia di colore punta¬ ta sui «glitches», ossia i malfun¬ zionamenti, i rilardi e gli errori, che stanno inceppando la macchi¬ na all'esordio. Splendono in parti¬ colare gh abitanti di Piazza Ar¬ gentina, «giardino di rovine roma¬ ne affossato nel centro della cit¬ tà», dove su mezza dozzina di bancomat non ne funziona nep¬ pure uno. L'arrivo dell'euro, in¬ somma, è uno spettacolo di arte varia che fa sorridere, come gli originali rapinatori di Foggia o Milano, che si sono calati con le corde dentro una banca per sof¬ fiare un milione di banconote appena stampate. Allora cerchiamo tra le agen¬ zie, e scopriamo un titolo della Reuters che spiega tutto: «La mania dell'euro non riesce a smuovere gh americani». Ecco, non gliene importa nulla delle nostre pene e speranze. Non è stato sempre così, a dire il vero. I giornali, come i pohtici e i finan¬ zieri, si sono occupati seriamente della moneta unica europea, ma sono arrivati alla conclusione che non è una grande idea, forse non riuscirà mai a funzionare, e comunque per adesso non minac¬ cia ancora l'impero del dollaro. Robert Samuelson, sull'autore¬ vole settimanale Business Week, ha dato la mazzata più impieto¬ sa: perché mai dovremmo com¬ prare il denaro di una regione, dove fra pochi anni ci saranno tre pensionati per ogni lavoratore? Il problema non è solo la necessità di una riforma immediata e rivo¬ luzionaria delle pensioni, ma so¬ prattutto la tendenza demografi¬ ca che sta facendo invecchiare a passo di carica il già Vecchio Continente. Con una forza lavoro ridotta a minoranza della popola¬ zione, magari anche poco prepa¬ rata, quali sogni di crescita av¬ venturosa possiamo cullare? Qualche mese fa, col suo abi¬ tuale linguaggio criptico che fa meno male perché pochi lo capi¬ scono, lo stesso presidente della Federai Reserve ha chinato lo sguardo sugli europei con com¬ passione. Nonostante la crisi dell' ultimo anno e la tragedia dell'I 1 settembre, secondo Greenspan l'alta produttività dei lavoratori americani continua a garantire maggiori ritomi per gh investito¬ ri. Questo spiega «il costante flus¬ so dei capitah dall'Europa agli Stati Uniti negli anni recenti», e quindi garantisce anche per il futuro la forza del dollaro rispet¬ to all'euro. In poche parole, secon¬ do la Fed, resteremo al palo fino a quando le nostre leggi sul lavoro e l'istruzione cambieranno. È sic¬ come questa prospettiva non sembra imminente, i banchieri di New York possono continuare a dormire tranquilli. Il più genero¬ so di essi, forse, è il capo economi¬ sta della Merril Lynch Bruco Steinberg, che per il 2002 preve¬ de una rimonta dell'euro rispetto al dollaro da 88 a 92 centesimi: non proprio una cavalcata trion¬ fale, per chi si aspetta di battezza¬ re domani la nuova divisa di riferimento intemazionale. Secondo la Reuters, infatti, non c'è stata alcuna corsa delle banche per approvvigionarsi: «GU americani restano più inte¬ ressati a stappare una bottiglia di Beaujolais Nouveau, o provare l'ultimo trend della moda milane¬ se, piuttosto che ordinare la nuo¬ va moneta del continente». J.P. Morgan Chase e Citigroup comin¬ ceranno a vendere la nuova divi¬ sa fra il 2 e il 3 gennaio, ma Bank of America dice di aver ricevuto dai clienti più grandi ordini com¬ plessivi tra 100.000 euro e un milione: stiamo parlando al mas¬ simo di 880.000 dollari, ossia forse un decimo dello stipendio annuale del Chief Executive Offi- cer di qualsiasi banca. Neppure le esigenze dei turisti sono riuscite a scaldare la tenden¬ za: primo, perché dopo l'I 1 set¬ tembre i viaggi in Europa sono calati assai; secondo, perché fino a febbraio si potranno usare le vecchie monete, e quindi non c'è fretta di fare la coda dietro ai bancomat che non funzionano. Dovremmo deprimerci per tanta indifferenza? Non troppo e non così in fretta. In fondo, se facessimo un sondaggio tra gh americani, forse 0 100Zo saprebbe dirci cos'è il marco, e non è sicuro che quello stesso 100Zo sarebbe informato sullo spostamento del¬ la capitale tedesca da Bonn a Berlino. Economisti e politici poi ci hanno tenuti a mente, e forse lo scetticismo e la disattenzione nascono anche dal remoto timo¬ re di perdere la posizione domi¬ nante del dollaro, se per caso nel prossimo futuro gli europei deci¬ dessero di mettere mano alle limitazioni strutturali che li fre¬ nano. Tocca a noi, dunque, dare abbastanza sostanza all'euro, in modo che lo debba scoprire an¬ che il famoso lattaio dell'Ohio.

Persone citate: Greenspan, Lynch, Merril, Morgan Chase, Robert Samuelson, Steinberg, Wolf Blitzer