2002 volti e tendenze di Roberto Beccantini

2002 volti e tendenze CONSIGLI DODICI ESPERTI INDICANO LE INFINITE POSSIBILITÀ'PER UNA VITAMIGLiORE 2002 volti e tendenze Un nuovo anno dove scienza ed etica s'intrecciano La ricerca e la biomedicina donano speranze per domare il destino biologico Nella globalizzazione uomini e capitali viaggiano più veloci producendo benessere ma anche traffici illeciti Bisogna ripensare alla distribuzione della ricchezza Combattere ii terrorismo in un mondo più vecchio ma ancora pieno di energie Infinite le possibilità di comunicazione senza dimenticare che si può parlare anche con lo sguardo personaggio L'ARBITRO POWELL La sfida cruciale del 2002 sarà la guerra alla miseria. Il divario tra paesi ricchi e paesi poveri si allarga e nel mondo globale la protesta passa dai giovani no global ai derelitti dei ghetti. Chiudersi non è la risposta, aprirsi è la soluzione. Inutile criticare la globalizzazione rimpiangendo ricette autarchiche che hanno portato milioni di uomini alla fame. Ma se l'Occidente non sarà più generoso e i paesi terzi non si libereranno dalle cricche corrotte di governo, guerre e disordini saranno all'ordine del giorno. In nessun luogo come a Washington questa partita è decisiva. Alla Casa Bianca arbitro tra falchi e colombe, sarà il segretario di stato Colin Powell. Nero, ex generale, toccherà a lui persuadere Bush e Cheney della morale di Churchill: in guerra risoluzione, in pace magnanimità. Gianni Riotta economia RICCHI&POVERI Il divario mondiale ricchi-poveri comincia lentamente a colmarsi; l'Europa imbocca, senza forzature, la via della flessibilità del lavoro e della sostenibilità dei sistemi pensionistici, il Giappone supera la recessione, gli Stati Uniti tornano a crescere ma evitano gli eccessi del passato. Si respira una normalità calma, tranquilla, tollerante. No, non è un sogno buonista ma un'evoluzione possibile per un'economia mondiale che risponda positivamente allo shock del terrorismo e ad altri avvenimenti traumatici come la crisi valutaria argentina, che superi il dogma del mercato prima di tutto e la resistenza, altrettanto dogmatica, ad ogni tipo di cambiamento. Fare tutto questo si può, senza miracolismi e con molto pragmatismo, molta abilità, un po' di buona volontà e un pizzico di fortuna. Mario Deaglio cinema L'ORA DI CUSACK Fiaba magica, commedia e fantaelettronica confermano nel 2002 tendenze già avvertibili nel cinema: «Il signore degli anelli» di Peter Jackson,tratto dall'opera di J. R.R.Tolkien; «Il mondo di Amelie» del francese Jean-Pierre Jeunet con Audrey Tautou; «Matrix 2» con straordinari effetti speciali e coreografie violento-volanti, saranno tre degli highlights dell'anno. La rivincita delle bionde avrà come capofila Renée Zellweger, presente con tre film dopo il successo de «Il diario di Bridget Jones». La persistenza delle brune sarà assicurata da Giovanna Mezzogiorno più che dalla troppo vista Jennifer Lopez, li nuovo attore-meraviglia risulterà americano, John Cusack, guance troppo tonde ma bravissimo. I film da cani più odiati del 2002? «Dog Days» di Ulrich Seidl, «Dogville» di Lars von Trier,«Dog's Heart» di Quentin Tarantino. Lietta Tornabuoni etteratura I LIBRI DEL SOLE La cosa migliore sarebbe vedere quello che non si è avverato, quante e quali previsioni non hanno trovato riscontro nell'anno che muore.Perciò solo auspici. Che finalmente arrivi una nuova generazione di scrittori italiani, di veri scrittori, massimalisti ed esagerati, dopo la pletora di narratori che ci invaso nel decennio passato. Potrebbero chiamarsi - ipotizzo - Tommaso Pincio o Giuseppe Genna. Accanto a loro che esca allo scoperto con altri libri importanti la nuova leva degli scrittori-saggisti: Andrea Cortellessa, Gabriele Pedullà, Stefano Bartezzaghi. Perché la letteratura non è fatta solo di fiction. Tra i poeti un nome sicuro che crescerà ancora: Stefano Dal Bianco. Ma la vera novità - una previsione, una sola! - sarà quella degli scrittori meridionali. E' da loro che ci si aspetta un racconto della realtà che rinnovi finalmente la letteratura d'inchiesta. Marco Belpoliti !, ,. .. ■■, | scienza UNA PILLOLA DI DNA Il 2002 si apre con la grande ^ promessa della biomedicina. Nessuno si aspetta miracoli dalla ricerca sulle cellule staminali, ma, di certo, i progressi degli ultimi anni, soprattutto con le cellule staminali adulte, fanno ben sperare che si possa giungere a nuove terapie, intese come riparazione dei tessuti, per le malattie degenerative. Altro promettente campo di ricerca è quello dei vaccini a DNA. Ci sono già risultati, a livello sperimentale, con questo approccio immunitario, per alcuni tumori, come il linfoma a cellule B e il melanoma. La lotta al cancro, comunque, sarà ancora condotta tra chemioterapia e immunoterapia. E i vaccini a DNA sono in fase di studio anche per le malattie infettive, quali laTBC, la malaria e, naturalmente, l'AIDS. Nel campo delle terapie, grandi speranze sono riposte nei farmaci biotecnologici, creati, ad esempio, per bloccare l'angiogenesi, ossia il nutrimento dei tumori. Sicurezza alimentare e prevenzione legata agli stili di vita sono, poi, obiettivi primari per il prossimo anno, insieme con la garanzia di un'assistenza che raggiunga tutti. Enrico Garaci (presidente Istituto Superiore Sanità) ^ mondo NEL RANCH DI BUSH Di questi tempi, fare ipotesi sulle crisi di domani è più un affare da psicologi che da analisti politici. E' infatti dentro la mente di Bush che si devono cercare le risposte ai due maggiori interrogativi del momento. Il primo è se e dove si riaprirà la guerra al terrorismo. Se, soprattutto, Bush sarà tentato di terminare l'opera che il padre non finì chiudendo la partita militarmente agevole ma politicamente rischiosa con Saddam Hussein. Il secondo è cosa si può fare in Medio Oriente. La fine del conflitto israelo-palestinese non è più né nelle mani israeliane né in quelle palestinesi. Solo gli Stati Uniti con una grande coalizione diplomatica possono imporre agli uni e agli altri i sacrifici che una soluzione politica richiede. Le due anime dell'amministrazione americana si bilanciano; quella moderata, internazionalista di Colin Powell, quella battagliera e assertiva di Cheney e Rumsfeld. Difficile dire se la prima prevarrà nella mente di Bush. Questi sono probabilmente i suoi pensieri mentre passeggia nel ranch di Crawford con il suo cane Spot: dal loro corso dipendono le sorti del mondo. Boris Biancheri usto UNA MINESTRA DI TERRA Ciò che mangiamo proviene dalla terra ed è sul settore agricolo che dobbiamo riflettere per prefigurare ciò che sarà. Aumentano i poveri e ci si comincia a rendere conto che lo sviluppo non può essere infinito. Sostenibilità economica e ambientale sono i nodi che andranno sciolti. C'è bisogno di un'inversione di tendenza: è il caso di cominciare a programmare seriamente un aiuto per i paesi più in difficoltà. È necessaria una nuova coscienza da parte delle popolazioni e delle classi dirigenti dei paesi ricchi, coscienza che si deve tradurre non soltanto in atteggiamenti caritatevoli, ma in nuovi stili di vita e comportamenti. L'invito alla moderazione è d'obbligo, sia nei giorni di festa sia in quelli normali. Comprendere dove sta la qualità, ricercarla e pagarla il giusto per gratificare il lavoro degli artigiani e dei contadini meritevoli è un dovere morale nei confronti del mondo. Se non si consumerà meno e meglio, purtroppo in campo alimentare il futuro non sarà tanto roseo. Carlo Petrini .MS UNCiòdal.MS religione IL PAPA EROE Ogni anno a Natale Giovanni Paolo II scrive di suo pugno un biglietto, che viene poi inviato come ringraziamento per gli auguri ricevuti. Il testo è in genere una citazione biblica, la cui sceita non è mai casuale. Se si vuol sapere che cosa nel prossimo anno preoccuperà maggiormente il capo della Chiesa cattolica e quale sarà di conseguenza il «suo» programma, basta leggere ciò che è scritto. Il biglietto di quest'anno è così formulato: «Christus est pax nostra, qui fecit utraque unum». Cristo è la nostra pace, che ha fatto dei due una cosa sola (Ef.2,14). La grafia incerta non nasconde le difficoltà fisiche del Pontefice, ma la scelta delle parole rivela la sua ostinata volontà di continuare a promuovere l'unità, la concordia e la pace fra tutti i popoli. Ci saranno in questo programma i momenti alti, a cominciare dal raduno di preghiera di Assisi del 24 gennaio. Chissà, forse papa Wojtyla coronerà il sogno di recarsi a Mosca e a Pechino. Ma il tema dominante del 2002 è fissato nel messaggio per la Giornata della pace che si celebrerà dopodomani: «Dobbiamo convertirci alla pace, dobbiamo convertirci a Cristo, nostra pace» Leonardo Zega tecnologìa TUTTI SENZA FILI Gli attacchi terroristici dell'11 settembre hanno spinto governi e società a guardare alle tecnologie per cercare sicurezza, dando un nuovo slancio a tutto il settore. Così, ci sono tutte le premesse perché il 2002 sia l'anno di lnternet-2, la vendetta. La prima tendenza da seguire per il prossimo anno è nei servìzi per il riconoscimento dell'identità digitale, che rendono le transazioni personalizzate on line più facili e sicure (la firma digitale e il riconoscimento elettronico vocale, dell'iride o delle impronte). Questo dovrebbe permettere il tanto atteso boom dell'e-commerce, dell'e-learning e dell'e-govemment. L'altra è che nel 2002 questi servìzi on line saranno accessibili da apparecchi altri rispetto al solito vecchio computer, grazie soprattutto alla diffusione della nuova tecnologia «wireless» (senza fili) 802.11, uno standard di trasmissione che fornisce accesso ad alta velocità ai dati da palmari e telefonini. Anna Masera costume IL JET SET A CASA TUA Questo è un auspicio travestito da tendenza: che il nuovo anno ci restituisca la voglia di stare fisicamente insieme alle persone che ci interessano. La vita sociale, adesso, scorre più o meno così: metà del tempo a borbottar di lavoro fra gente con cui spesso abbiamo poco a che spartire e l'altra metà barricati in casa a smanettare sul telecomando, sul telefonino e su Internet, a caccia di amicizie e amori cerebrali. La paura delle bombe ridurrà ancora la valvola di sfogo dei viaggi esotici, ma farà riaffiorare il bisogno di contatti autentici all'interno del nostro piccolo mondo antico. Meno fughe, più uscite. Cene, cinema, locali dove si fa musica o teatro. Ma anche musei, circoli culturali, attività di volontariato e, perchè no?, puro e semplice cazzeggio. La riscoperta di un piacere insopprimibile, quello di parlarsi senza altro intermediario che lo sguardo. Massimo Gramellini polìtica LA SCELTA DI BERLUSCONI Se Berlusconi riuscisse a liberarsi - ma veramente - del conflitto d'interessi sarebbe un'ottima cosa per lui, per la sua famiglia, per le sue aziende, per il suo partito, per il suo governo, per il suo paese, per l'Europa e per quello che un domani si troverà scritto sui libri di storia. Non sarebbe nemmeno una scelta troppo «francescana» - per quanto un maggior tasso di santità al vertice non guasterebbe alla vita pubblica italiana. Spogliarsi spontaneamente dei propri beni e della propria potenza potrebbe aumentare a dismisura ciò di cui oggi più si sente la mancanza: legittimità, pace, equilibrio, democrazia. Se Berlusconi riuscisse a restituire un senso al potere sacrificandolo senza trucchetti, davvero potrebbe aspirare al titolo di «statista». Altrimenti resterà per sempre e per tutti Berlusconi. Anche per se stesso. Filippo Ceccarelli sport IL RITORNO DEL TRAP Lo sport del 2002 sarà sempre più un problema di sostanze (dopanti) che di sostanza, alla ricerca, non dico di un limite invalicabile ma, almeno, di un confine trattabile e dignitoso. La carne del business, lo spirito dell'ideale: è questo il nocciolo della questione, non nuovo, non ultimo. Nel rispetto della tradizione e del calendario, la tendenza la detteranno gli eventi estremi, le Olimpiadi invernali di Salt LakeCity, i primo Mondiali di calcio in Asia. Mercati che si spalancano, civiltà con e senza virgolette che si sfidano. Per questo mi tengo stretto Giovanni Trapattoni, un allenatore che non ha mai smarrito il senso della misura. Ecco: è la misura, è il credibile che dobbiamo recuperare a tutti i costi ma non a ogni prezzo. Trap profuma di Chievo e gestisce giocatori che sono aziende miliardarie, in bilico tra folclore e Internet. Con la Nazionale di mezzo, non si scherza: in un mese ci giocheremo tutto, e tutti ci crederemo migliori del Trap. A meno che, diavolo di un Giuan, non ci metta nel sacco, al posto del gatto. Roberto Beccantini