Conflitto d'interessi, i tormenti dei moderati

Conflitto d'interessi, i tormenti dei moderati IL PREMJER DECISO AD ANDARE AVANTI, ANCHE SE LA PROPOSTA RISCHIA L'INCOSTITUZIONALITÀ' Conflitto d'interessi, i tormenti dei moderati Casini e Ccd perplessi sul progetto Frattini, ma non trovano sponde retroscena ROMA SARA' il conflitto d'interessi il tema che inaugurerà l'an¬ no politico 2002. Il 21 gennaio comincerà, in commissione Af¬ fari costituzionali della Came¬ ra, la discussione del disegno di legge Frattini, e il dibattito si preannuncia già aspro. Non solo perché l'opposizione sta meditando di farne un "cavallo di battaglia" per ingaggiare un braccio di ferro con la Casa delle Libertà e accendere i riflettori su questo argomento. Anche all'interno della stessa maggioranza infatti, ci sono posizioni difformi e perplessità su quel testo. L'ala moderata del centrodestra nutre più di una riserva, di merito e di metodo. Sia il presidente della Camera Pier Ferdinando Casi¬ ni, che il leader del Ccd Marco Pollini in cuor loro ritengono che il disegno di legge Frattini debba essere modificato, e pen¬ sano che su un tema che coin¬ volge in modo tanto diretto il premier sia più saggio e oppor¬ tuno non andare a un muro contro muro con l'opposizione, procedendo a colpi di maggio¬ ranza. Di queste perplessità e di questi dubbi il Ccd proverà a farsi portatore alla ripresa del¬ l'attività politica. Ma un dub¬ bio, in seno allo stesso governo, i centristi lo hanno già insinua¬ to. E riguarda la costituzionali¬ tà dell'Authority composta da tre saggi, prevista dal disegno di legge. Il trio, infatti, avrebbe poteri di controllo sugli atti di governo, poteri di controllo che, per la Carta fondamentale, spettano al Parlamento. Si cree¬ rebbe una sovrapposizione di ruoli, come aveva avuto modo di sottolineare il capogruppo diessino Luciano Violante, sol¬ levando un problema che non aveva lasciato insensibile Casi- ni. Ma se si togliesse questo potere ai saggi, di fatto, l'Autho- rity verrebbe svuotata e la legge non avrebbe più senso alcuno. Che fare, allora? Pare che lo stesso ministro della Funzione Pubblica Frattini stia valutando la questione, che non è certo di poco conto. Per quel che si sa, comunque, Sil¬ vio Berlusconi, insiste perché vorrebbe andare avanti sulla linea tracciata, senza troppe concessioni all'opposizione: qualche aggiustamento si può anche fare, ma l'impostazione della legge deve restare quella. Nei conversari riservati che ci sono stati prima della pausa natalizia, sia Pollini che il presi¬ dente della Camera non hanno nascosto i loro timori. Secondo Casini, «così com'è», la propo¬ sta Frattini, «non funziona». A suscitare più di un dubbio nel successore di Luciano Violante è anche l'Authority immagina¬ ta da Frattini, i cui componenti Casini farebbe volentieri «a meno di nominare». Ma il presi¬ dente della Camera si rende conto che il terreno è minato, e non ha intenzione alcuna di apparire come colui che vuole mettere in difficoltà il premier proprio su un argomento del genere. Perciò agisce con caute¬ la, stando bene attento a non giocare un ruolo che non gli compete, oltrepassando i hmiti che gh sono imposti dalla sua carica. Ma Casini, e questo non è un mistero, vorrebbe arrivare alla nomina del consigho d'ammini¬ strazione Rai avendo ottenuto almeno un voto del Parlamento 'sul conflitto d'interessi, fosse anche quello della Commissio¬ ne Affari costituzionali. Il eda della tv di Stato scade a febbra¬ io. In teoria, per ottenere alme-. no un pronunciamento di una delle due Camere, Si potrebbe pensare di farlo slittare di qual¬ che settimana, arrivando/ma¬ gari agli inizi di marzo. Comun¬ que, è un passaggio, questo, che non è ancora stato' deciso. Al pari del presidente della Camera, anche Pollini teme quello che potrebbe accadere sul conflitto d'interessi. Il lea¬ der del Ccd, oltre ai dubbi sul ddl Frattini, ha anche un altro rovello che lo tormenta: davve¬ ro la Casa delle Libertà ritiene di poter andare avanti a colpi di maggioranza, contemporane¬ amente, sulla giustizia, sul con¬ flitto d'interessi, e, magari, an¬ che sulle riforme? Perseguire una strategia del genere, secon¬ do Pollini, potrebbe essere peri- ' coloso e controproducente. Per¬ ciò il numero uno del Ccd si è ripromesso, dopo la pausa festi¬ va, di vedere se sia possibile intraprendere un'altra strada. Ma c'è un altro problema, che non sfugge all'ala modera¬ ta del centrodestra. Ossia, quel¬ lo costituito dall'atteggiamen¬ to dell'opposizione. Che, al mo¬ mento, appare duro e intransi¬ gente. Massimo D'Alema ha già fatto sapere che per quanto lo riguarda il testo Frattini non può essere una «base di parten¬ za» per un confronto tra centro¬ sinistra e Casa delle Libertà sul conflitto d'interessi. E' chiaro che se l'opposizione, per motivi tattici, preferirà prendere la via di una battaglia dura, senza aprire veri spazi al dialogo, allora per i centristi, schiaccia¬ ti, tra gh irrigidimenti dell'uno e deh'altro schieramento, non potranno giocare nessun ruolo nella prima partita politica del¬ l'anno nuovo. Il presidente della Camera prima di Natale aveva confidato: quei tre saggi preferirei non doverli nominare I centristi condizionati dalle scelte dell'Ulivo: un'opposizione frontale toglierebbe spazio ai tentativi di mediazione Casini, presidente della Camera

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