Processo Sme, i legali di Previti al contrattacco

Processo Sme, i legali di Previti al contrattacco Processo Sme, i legali di Previti al contrattacco Pronto il ricorso in Cassazione. Saponara: da Prodi testimonianza politica ROMA Il prossimo appuntamento in tribunale, a Milano, è per il 3 gennaio. Ma intanto sul proces¬ so Sme che vede imputati Silvio Berlusconi e Cesare Previti, ac¬ cusati di aver corrotto giudici nella controversia tra Iri e Buito- ni sulla cessione della Sme affin¬ ché favorissero la lar controlla¬ ta da Fininvest e Barilla, riesplo¬ de anzitutto la polemica poUti¬ ca. Nel silenzio delle festività di fine anno, è il presidente dei deputati forzisti Renato Schifa- ni a parlare apertamente di com¬ plotto a proposito del processo Sme, i cui giudici sono già stati accusati da Cesare Previti di non rispettare la legge: «Sono gh elettori e non certo i magistrati che possono cambiare i governi. Denunceremo quello che sta suc¬ cedendo sia al paese, sia all'Euro¬ pa intera». E poi ricorda che «se qualche magistrato avesse paga¬ to civilmente per quell'avviso di garanzia del 1994 che ha cambia¬ to la storia, oggi non assisterem¬ mo a un processo come quello di Milano, in cui alcuni giudici non tengono conto delle sentenze della Corte Costituzionale e del¬ la Cassazione: sembra abbiano deciso di andare avanti su una sentenza già scritta». Ribatte Antonio Di Pietro, che in quel¬ l'avviso di garanzia del 1994 ebbe larga parte, che «lo scopo è sempre quello: far credere che il lavoro dei magistrati di Milano sia politico e non giudiziario. Questa è la sporca guerra che quelli di Forza Italia stanno portando avanti affinché non vengano accertate le reali re¬ sponsabilità». Ma intanto, secondo alcune indiscrezioni, proprio alla Cassa¬ zione starebbero valutando di rivolgersi nuovamente i difenso¬ ri di Cesare Previti: la richiesta sarebbe per legittima suspicio¬ ne. Perché in questo caso la Corte potrebbe decidere di tra¬ sferire il processo da Milano a Brescia, dove si processò Anto¬ nio Di Pietro. E che gli avvocati di Previti, pur ricusati dall'impu¬ tato con un gesto che il pubblico ministero Ilda Bocassini ha defi¬ nito «di strategia politica», stia¬ no valutando i prossimi passi è evidente dal fatto che esistono probabilità che si presentino in aula il 3 gennaio, quando è prevista proprio la testimonian¬ za di Stefania Ariosto, la «teste Omega» contro Cesare Previti. Michele Saponara, che è anche deputato di Forza Italia, tutta¬ via smentisce, «penso di ho, non credo proprio che sarò in tribu¬ nale il 3». A Saponara non è piaciuta poi la testimonianza di Romano Pro¬ di, apprezzata invece dall'avvo¬ cato e onorevole diessino Guido Calvi («ha dato prova di grande sensibilità istituzionale»). Il pre¬ sidente della Commissione euro¬ pea era, all'epoca dei fatti, presi¬ dente dell'Iri, l'azienda di Stato che doveva cedere la Sme. Prodi ha ricordato, rispondendo alle domande di Ilda Bocassini, che dovendo vendere D settore ali¬ mentare dell'Ili, prese contatto con Ferrerò e Barilla, che si dichiararono non interessati, e che solo quando si era concretiz¬ zata l'offerta della Buitoni di Carlo De Benedetti i due indu¬ striali assieme alla Fininvest di Berlusconi si fecero avanti. «Il fatto è che l'offerta di De Bene¬ detti non era congrua, per que¬ sto ci furono offerte più elevate per la Sme» dice Saponara: «Il basso prezzo causò la contrarie¬ tà del governo, in particolare di Craxi e Darida». Soprattutto, «Quella di Prodi è stata ima testimonianza squisitamente po¬ htica». Claudio Vairone, che all'epo¬ ca dei fatti era capo dell'ufficio legislativo proprio di Darida, ministro delle Partecipazioni sta- tali e dunque autorità di control¬ lo dell'Ili, ha raccontato ieri che «Prodi non poteva vendere la Sme per poi chiedere al consigho d'amministrazione dell'Ili una semphee ratifica», ovvero «la procedura di vendita era anoma¬ la». Ma il particolare interessan¬ te raccontato da Vairone è un altro, e riguarda l'incongruità deh'offerta di acquisto da parte deUa Buitoni. «Al ministero ap¬ prendemmo solo dalla lettura dei giornali la decisione di vende¬ re la Sme a De Benedetti, ci sembrò un fulmine a del sereno, e da quel momento iniziarono le baruffe politiche e le polemiche sul prezzo». Quindi, «convocam¬ mo i professori Guatri e Poh che avevano redatto la perizia sul valore della Sme, e loro ci disse¬ ro che la valutazione non era stata fatta in previsione di una vendita, ma di una fusione». E quando si tratta di ima fusione, si tende a tenere il valore deUe aziende ben più basso che per una vendita. [ant.ram.l Guido Calvi, senatore ds difende il teste: «Ha dato prova di grande sensibilità istituzionale» Claudio Varrone, braccio destro di Darida, corregge i! presidente Uè: la perizia che richiese non serviva per vendere la società ^^a,^^,^^^^^

Luoghi citati: Brescia, Fininvest, Milano, Roma