L'Argentina nel caos Gettano la spugna i ministri di Rodriguez

L'Argentina nel caos Gettano la spugna i ministri di Rodriguez L'Argentina nel caos Gettano la spugna i ministri di Rodriguez Le violenze di Plaza de Mayo hanno azzerato il governo senza che sia pronta un'alternativa credibile. II senatore peronista Duhalde avverte: «II paese sta andando verso la guerra civile» Francesca Ambrogetti BUENOS AIRES Fa caldo in Argentina. In questo surriscaldato inizio dell'estate australe è scoppiata una nuova crisi politica e sociale. La tregua è durata solo sette giorni dall'in¬ sediamento del nuovo presiden¬ te: la violenza è tornata a Plaza de Mayo. Adolfo Rodriguez Saà ha riunito d'urgenza i ministri nella residenza di Olivos nei pres¬ si della capitale: tutti al termine del vertice hanno rimesso il loro mandato. Si riparte quasi da zero, quin¬ di, ma con una situazione ancora più difficile di quella affrontata dall'ex presidente Fernando de la Rua, quando affidare il gover¬ no all'opposizione peronista era giudicato da molti una valida via d'uscita. Per la prima volta dopo la ribelhone popolare che ha fatto cadere de la Rua, è stato espresso apertamente il timore di una guerra civile. L'ha ipotizzata Eduardo Duhalde, un senatore peronista ex governatore della provincia di Buenos Aires dalle forti ambizioni: «E' da molto che sostengo che l'ultima stazione dopo la recessione e la depressio¬ ne è l'anarchia e il caos e temo che si giunga a fatti molto violen¬ ti, una specie di guerra civile in Argentina», ha dichiarato. Come la settimana scorsa mi¬ gliaia di persone hanno organiz¬ zato venerdì notte una sponta¬ nea manifestazione pacifica da¬ vanti alla Casa Rosada e alla sede del Parlamento. Bersaglio delle critiche - come riferiamo nella pagina a fronte - le nomine di alcuni consiglieri in odore di corruzione e il permanere del blocco dei conti bancari e dei salari. La classe media protagoni¬ sta della prima parte, pacifica, della manifestazione, ha ottenu¬ to subito un risultato: Carlos Grosso, discusso ex sindaco di Buenos Aires che il presidente aveva nominato tra i suoi più stretti collaboratori, ha rassegna¬ to le dimissioni. Alcune ore dopo l'assalto al Parlamento Rodnguez Saà si è detto rammaricato della violen¬ za, ha chiesto agli aigentini di «mantenere la pace sociale» e ha preso atto della decisione dei suoi ministri di mettere a disposi¬ zione l'incarico. Dopo l'austero e triste Natale, in questa vigilia di Capodanno e dell'inizio delle ferie estive in Argentina che pochi potranno fare, le acque potrebbero calmar¬ si solo con la decisione del gover¬ no di liberare conti e depositi. Ma il ministro del Lavoro, Oral- do Britos, altro personaggio con¬ troverso, ha rivelato che ciò non è possibile perché le banche non hanno la liquidità sufficiente per far fronte alla temuta corsa agli sportelli. A complicare le cose sono an¬ che arrivate le dichiarazioni di Nestor Kirchner, governatore di Santa Cruz, leader peronista che non nasconde l'intenzione di can¬ didarsi alle elezioni del 3 mar^o. «Rodriguez Saà deve decidersi a rinnovare rapidamente il perso¬ nale che lo circonda - ha dichiara¬ to Kirchner. Ci sono persone in posti di governo che non so se sono colpevoli o quali responsabi¬ lità abbiano: ma intanto sono condannati dalla società civile». E quindi: «per formare un gover¬ no di riscossa nazionale è assolu¬ tamente necessario che sia com¬ posto di gente credibile». Peraltro lo stesso senatore Duhalde ha dichiarato che «in¬ dubbiamente alcune delle deci¬ sioni annunciate dal nuovo go¬ verno hanno avuto come risulta¬ to la recrudescenza della prote¬ sta». Secondò Duhalde, conside¬ rato un «grande elettore» peroni- .sta,.«bisogna.dire chiaro e tondo alla gente che faremo con i depo¬ siti bancari. E' evidente che non abbiamo soldi per liberalizzarli, ma non possiamo dire alla gente: non li pagheremo mai». Per far calare la febbre il nuovo governo aveva pensato all'aspirina di una terza moneta. Era già stata battezzata come «l'argentino» e avrebbe dovuto consentire una certa riattivazio¬ ne e circolazione di contanti, ma forse la nuova creatura è nata morta. L'autore dell'iniziativa in¬ fatti, l'economista David Esposi¬ to, nominato presidente del Ban¬ co de la Nacion, ha dovuto rasse¬ gnare le dimissioni e forse il suo progetto naufragherà insieme a lui. Le incertezze sull'economia vanno alla pari con i tentenna¬ menti pohtici. Il tessuto del pero¬ nismo non è compatto e ogni giorno che passa mostra la tra¬ ma. Alcuni settori del partito hanno chiesto al governo di con¬ fermare le elezioni previste per il prossimo 3 marzo. Esponenti vi¬ cini a Rodriguez Saà, che non nasconde il desiderio di richia¬ marsi "à Juan Domingo Peron, hanno parlato invece a più ripre¬ se della necessità di fargh com¬ pletare il mandato di de la Rua. I più ostili verso un eventuale rinvio delle elezioni sono i gover¬ natori peronisti deUe più impor¬ tanti province argentine. Forse per questo il presidente h ha convocati, per accordarsi sui «cambiamenti di gabinetto neces¬ sari per soddisfare le richieste della popolazione di avere funzio¬ nari efficienti e trasparenti». Dimissioni anche per il contestato consigliere del presidente, l'ex sindaco di Buenos Aires Grosso. Prime critiche dai leader peronisti «II capo del governo deve scegliere persone efficienti, credibili e che non siano già condannate dalla società» Un gruppo di argentini ballano attoi no a un falò davanti alla Casa Rosada

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