A Londra per rultimo shopping natalizio di Fabio Galvano
A Londra per rultimo shopping natalizio LÀ DOVE IL POLITICALLY CORRECT. ACCANTO A BABBO, VORREBBE ANCHE MAMMA NATALE A Londra per rultimo shopping natalizio questo periodo natalizio, le tariffe restano le più basse sul mercato, abbastanza da far dimenticare la relativa scomodità dell'aeroporto di Stansted a cui fa capo quella compagnia. A Londra, quindi: ma¬ gari per affiancare al weekend turistico quel classico che è lo shopping natalizio fra i lumini e i lustrini che addobbano e trasfor¬ mano ogni angolo della città. Non è difficile sfidare le nuove mode del «politically correct», che fanno dire agli inglesi - per esem¬ pio - che accanto a Babbo Natale potrebbe benissimo esistere ima Mamma Natale, la vecchia Mam¬ ma Terra di 2000 anni fa diventa¬ ta poi la Madre Notte vichinga che reggeva l'Albero del Mondo decorato di ottone é pietre magi¬ che, antenato del nostro albero di Natale. O addirittura che Babbo Natale non esiste, come a ogni scadenza di dicembre ricorda im¬ perterrito il vicario di Brough, Dick Haigh, il quale stoltamente afferma - qualsiasi bambino di cinque anni sa che non è vero - che Babbo Natale non esiste ed è un'invenzione dei genitori. Non è difficile mettere da parte tutto questo; anche perché, grattando sotto quella superficie, la realtà è che il Natale di Londra è uno dei più «commerciali» che ci possano essere, in un tripudio kitsch dei vetrinisti che per le strade di Mayfair, su per Sloane Street e attorno a Knightsbridge, fanno dimenticare la guerra e l'ombra della recessione. Avanti, allora, nel regno del consumismo, che sotto Natale può anche far comodo. Esauriti gli appuntamenti turistici d'obbh- go - Buckingham Palace con il suo cambio della guardia, la Torre di Londra con le segrete tragicamen¬ te usate da Enrico Vin e da sua figlia Elisabetta, Tower Bridge che si apre sul Tamigi per far passare le navi, le guglie gotiche di Westminster e il caippanile di Big Ben - perché non immergersi nello sfavillio di luci che trasfor¬ ma ogni anno Regent Street e visitare quel paradiso dei bambi¬ ni che è Hamley's, il più grande negozio di giocattoli del mondo? Oppure - ma attenti ai prezzi, che possono essere da capogiro - spro¬ fondate fra le sontuose decorazio¬ ni di Harrod's, i grandi magazzini che erano «by appointment» della casa reale fino a quando il loro proprietario Mohammed Fayed è diventato «scomodo» dopo la mor¬ te di Diana e di suo figlio Dodi. Altre zone di shopping sono attorno a Oxford Street (un nome fra tanti: i magazzini Selfridges) dove c'è la stessa ricerca quasi maniacale per le decorazioni, i nastrini, la carta. Ma il «salotto» dello shopping resta, a mio avvi¬ so, nelle vie e nei vicoli attorno a Piccadilly: Duke Street con l'em¬ porio di Dunhill che non si limita più a vendere accendini, pipe e tabacco, ma offre - a chi può permetterseli - borse e capi d'abbi¬ gliamento, penne e monili. Oppu¬ re Jermyn Street, con quei nego- zietti classici come Floris, specia¬ lizzato in essenze: saponi e acque di colonia al mughetto, alla rosa, persino candele con gli stessi profumi. Ancora in Jermyn Street Barrow and Hampton, per gli articoli di cuoio. E poco lontano, in fondo a St. James's, quelle due reliquie della Londra che fu: Lobb, il più famoso calzolaio del mondo, e Locke, il celebre cappel¬ laio. Ovvero da Wellington ai reali. Senza dimenticare, sulla stessa Piccadilly, la gourmandise di Fort- num fr Mason e di Jackson's, regno delle primizie alimentari e del buon tè. O i negozietti del cashmere, delle penne e delle borse nella Burlington Arcade. Ma poi, fra una visita alla Natio¬ nal Gallery o al British Museum, perché non vagabondare nelle vie circostanti? Oppure, dopo uno strappo oltre-Tamigi - il Museo Marittimo di Greenwich e lì ac¬ canto il Cutty Sark, oppure la Londra elisabettiana in quella Southwark che ospita il Globe Theatre shakespiriano e la Tate Modem, il più riuscito museo d'arte moderna ricavato con ardi¬ ta architettura da una vecchia centrale termoelettrica in disuso - ripiegate sui negozietti di Co- vent Garden, attorno alla Royal Opera House (e non dimenticate i celebri teatri di Londra). Andate a fiuto, ma sempre ricordando quanto vale la sterlina. I magazzini Harrod's WEEKEND Fabio Galvano LA tentazione è grande. Con le tariffe superscontate del¬ la Ryanair da e per l'Italia, un lungo weekend a Londra si ripropone nonostante l'indub¬ bia incidenza delle spese locali, con la sterlina attorno alle 3100 lire (o 1,60 euro, per essere aggior¬ nati). E anche se i voli da poche migliaia di lire sono sospesi in
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