Rodriguez Saà, presidente-ponte

Rodriguez Saà, presidente-ponte Rodriguez Saà, presidente-ponte Mominato per 60 giorni: argentini alle urne il 3 marzo Francesca Ambrogetti BUENOS AIRES Quattro presidenti in sessanta gior¬ ni, un record per l'Argentina demo¬ cratica che fa ricordare i tempi duri e incerti delle dittature militari. Adolfo Rodriguez Saà è da ieri sera il nuovo capo dello Stato argentino. Nominato dall'opposizione peroni¬ sta che ha la maggioranza in Parla¬ mento, sostituisce alla Casa Kosada Ramon Puerta, che ne è stato un fugace inquilino perle 48 ore succes¬ sive alle dimissioni di Fernando de la Rua. Anche il neo presidente non starà a lungo nel palazzo che si affaccia sulla storica Plaza de Mayo: il 3 marzo sono previste le elezioni per scegliere il quarto uo¬ mo di questo toimentato periodo. Con una nuova legge elettorale, che consentirà, per esempio, la candida- tura di più di un candidato dello stesso partito, con l'intesa che il più votato raccoglierà il sostegno degli altri. Il governo di Adolfo Rodriguez Saà-sarà breve, ma irto di ostacoli e sfide. In prima linea quelle che presenta la gravissima situazione economica con un paese sull'orlo della bancarotta, che lo stesso suc¬ cessore di De la Rua, Ramon Puerta, ha definito non solo inevitabile ma quasi auspicabOe e consigliata da più parti. I peronisti tornati oggi inaspettatamente al potere in Argen¬ tina hanno fatto delle dichiarazioni di principio, che se riusciranno ad attuare avranno il sapore del mira¬ colo. Un piano severo di austerità, ad esempio, ma che sarà fatto in modo tale che nessuno subirà sacri¬ fici mutili. Una rapida riattivazione di una economia che da 42 mesi è in recessione, con una riforma fiscale che consenta di alleviare i sacrifici dei più umili. Tutto questo senza toccare la famosa «convertibilidad» che tiene da dieci anni ancorato il pesos al dollaro, che si prevedeva dovesse finire con il governo De la Rua. I primi provvedimenti del Presi¬ dente ad interim saranno comun¬ que intesi a tentare di arginare la crisi sul fronte più rovente dell'in¬ candescente situazione argentina: quello del malessere sociale che-ha portato alla ribellione popolare che ha fatto cadere il successore di Carlos Menem. L'annuncio delle dimissioni di De la Rua ha gettato acqua sul fuoco ma è rimasta la sensazione che potrebbe riaccender¬ si al minimo pretesto. In tre regioni argentine tra le più calde, quella di Buenos Aires, quella di Entrerios e quella di San Juan lo stadio d'asse¬ dio è ancora in vigore e lo sarà per i prossimi dieci giorni. La febbre comunque è scesa, gli argentini stanno trascorrendo un weekend calmo dopo tante tensio¬ ni. I negozi dopo, la paura hanno, riaperto quasi tutti e sono comincia- ti gli acquisti di Natale, anche se il clima è ben diverso da quello degh anni precedenti quando i grandi magazzini il 22 e il 23 dicembre restavano aperti a volte fino alle tre di notte. Il miglior termometro per misu¬ rare la «temperatura» in Argentina è quello del calcio, la grande passio¬ ne nazionale nella quale oggi sono coinvolte sempre più anche le don¬ ne. Uno dei primi annunci dei mini¬ stro degh tatemi ad interim Miguel Ange! Toma, che era affiancato dal presidente della federcalcio argenti¬ na Julio Grondona, è stato quello della ripresa del campionato di cal¬ cio. Che non avverrà questo fine settimana perché troppo presto, né si giocheranno tutte le partite per¬ ché troppo pericoloso. Per giovedì prossimo sono previsti solo gli in¬ contri più importanti, in particolare i due che consentiranno la definizio¬ ne del campionato che potrebbe vedere la tradizionale popolare squadra del Racing conquistare lo scudetto dopo trentacinque anni di astinenza. Un avvenimento in gra¬ do di far dimenticare almeno per qualche ora agli argentini tutti i guai. Un portavoce del peronismo do¬ po una lunghissima riunione dei vertici del partito ha annunciato che il nuovo governo intende affron¬ tare subito tre emergenze: quella alimentare, quella della disoccupa¬ zione e quella sociale. Per la prima sono previsti fondi di 350 milioni di dollari per la distribuzione immedia¬ ta di viveri. Per la seconda verranno creati sussidi con i fondi provenien¬ ti dalle imposte delle operazioni finanziarie. Per alleviare la terza il nuovo governo prevede di centraliz¬ zare e rendere più efficaci i program¬ mi già esistenti. Nello stesso vertice è stato af¬ frontato il problema non facile delle candidature del partito per le immi¬ nenti elezioni, contrastate al mo¬ mento dai radicali. I nomi dei quali si parla con più insistenza sono quelli di tre governatori: quello di Santa Fé (tra le province meglio amministrate del Paese), l'ex corri¬ dore automobilistico Carlos Reute- mann, quello di Buenos Airese (la più grande e popolata) Carlos Ruckhauf e quello di Cordova, Juan Manuel de la Sota. Ma mentre su questi tre nomi ed eventuali altri a sorpresa si discute¬ rà a lungo nel prossimo periodo, un nuovo partito ha lanciato la prima candidatura ufficiale. Si tratta del¬ l'Ari (Alternativa per una Repubbli¬ ca di uguali), che ha proposto la sua carismatica e polemica leader Elisa Canio. Presidente della commissio¬ ne parlamentare che ha indagato sulla corruzione in Argentina, «Lili- ta», come viene familiarmente chia¬ mata, si proiione come il volto nuovo e il messaggio diverso che forse gli argentini stanno cercando. Ha subito indicato le tre emergenze nazionali: alimentare, sociale e disoccupazione Quattro capi di Stato in tre mesi: un record II Paese sta tornando lentamente alla calma: giovedì riprende persino il campionato di calcio Lo stato d'assedio rimane in tre province

Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires, Fernando De La Rua, San Juan