L'Argentina del caos verso nuove elezioni

L'Argentina del caos verso nuove elezioni L'Argentina del caos verso nuove elezioni Puerta, presidente per due giorni, reintroduce lo stato d'assedio Francesca Ambrogetti BUENOS AIRES ; Una calma relativa è tornata in Argentina dopo le violenze dei giomi scorsi, anche se da ieri sera Buenos Aires è di nuovo in stato d'assedio. Per l'ex presidente Fer¬ nando de la Rua, denunciato insie¬ me ad alcuni ex ministri per «omici¬ dio plurimo» a causa della «bruta¬ le» repressione poliziesca contro le manifestazioni di piazza, è scatta¬ to il divieto di lasciare il Paese. GU argentini torneranno alle urne per eleggere un nuovo Presidente il 3 marzo. Nel «day after» della sangui¬ nosa rivolta popolare, le Camere riunite in assemblea hanna accetta¬ to le dimissioni di de la Rua e nominato presidente ad interim il presidente del Senato, l'oppositore peronista Ramon Puerta. Il quale ha già annunciato la convocazio¬ ne, oggi pomeriggio, dell'Assembla legislativa per eleggere il presiden¬ te provvisorio che reggerà le sorti del Paese durante un deheatissimo periodo di transizione di circa 60 giomi. La scelta è caduta sull'attua¬ le governatore della provincia di San Luis, Adolfo Rodriguez Saa. I candidati alle presidenziali sono tre e rappresentano le corren¬ ti più forti tra le tante nelle quali è divisa l'opposizione peronista, un partito che ha la maggioranza al Parlamento ma è profondamente spaccato all'interno. II più probabile aspirante è Oscar Lamberto, al quale è stata appena affidata dal neopresidente la responsabilità del Ministero del¬ l'Economia (agli Esteri è stato con¬ fermato Adalberto Rodriquez Gia- varini). Lamberto è un uomo molto vicino al governatore della provin¬ cia di Santa Fé, l'ex corridore automobihstico Carlos Reute- mann, sul quale molti sguardi era¬ no puntati per le elezioni del 2003 e che, secondo i sondaggi, parte anche ora tra i favoriti. Si fanno poi i nomi di Eduardo Camano e Juan Carlos Maqueda, che rappre¬ sentano altri due forti settori del partito peronista, tornato alla ribal¬ ta della vita pohtica argentina prima del previsto. Il grande assente in questo elen¬ co è Carlos Menem, il cui nome nei giomi scorsi veniva associato a quello di de la Rua e coperto di pesanti improperi quale correspon¬ sabile del disastro annunciato del¬ l'economia argentina. L'ex presi¬ dente sogna di tornare alla Casa Rosada con a fianco la bionda moghe, l'ex reginetta di bellezza Cecilia Bolocco che ha tentato, finora senza successo, di proporre come una nuova Evita. Ma se le elezioni si fanno adesso, Menem non può essere candidato perché devono passare almeno quattro anni da quando ha lasciato il gover¬ no, nel 1999. Questa circostanza avrebbe trasfonnato l'ex presiden- te nel più tenace difensore della continuità del suo successore. Femando de la Rua, dopo la precipitosa partenza in elicottero di giovedì sera, è tomato ieri per l'ultima volta alla Casa Rosada: ha abrogato lo stato d'assedio che aveva firmato poche ore prima e che è stato poi reintrodotto da Puerta, si è detto disposto ad aiuta¬ re in questa nuova fase, ma ha anche criticato aspramente l'oppo¬ sizione per non aver accettato la sua proposta di co-govemare il Paese fino al 2003. Poco dopo è entrato il nuovo inquilino, che ha però precisato che non intende occupare la sede della presidenza se non per le 48 ore previste dalla legge argentina nei casi di dimissioni del capo dello Stato. Nelle prime dichiarazioni, Ramon Puerta ha detto che non verranno prese per il momento misure economiche drastiche, che ci sarà un piano assistenziale im¬ mediato per le famighe più povere e che potrebbe essere reintrodotto lo stato d'assedio neUe zone di maggior conflitto. Dopo i gravissimi disordini di mercoledì e giovedì con il pesante bilancio di 27 morti, centinaia di feriti e oltre mille arresti, restano alcuni focolai isolati di violenza. Nei quartieri periferici, vicino alle «villas miseria», le centinaia di bidonville che circondano la capita¬ le dove si ammassano in condizio¬ ni disumane circa un milione di emarginati, c'è ancora tanta pau¬ ra. Mentre a Buenos Aires e nelle principah città dell'interno squa¬ dre di operai sono già al lavoro per riparare le vetrine rotte o ricostrui¬ re le sedi delle banche e dei negozi incendiati e distrutti, molte dita accusatrici sono puntate sull'ex presidente, sul suo ministro degli Interni Ramon Mestre e sul segre¬ tario per la sicurezza pubblica Mathov, giudicati colpevoli di aver ordinato ima repressione ingiustifi¬ cata e troppo violenta. Due magi¬ strati hanno denunciato de la Rua, che per questi delitti potrebbe an¬ che finire in carcere con i suoi collaboratori. L'altro protagonista dei recenti fatti argentini, Domingo Cavallo, coinvolto in una causa per traffico illegale di armi, non può lasciare il Paese e dovrà forse cambiare casa. Il comitato del quartiere di Paler¬ mo, dove abita da anni insieme alla famiglia, ha dichiarato che la sua presenza è «indesiderabile». Un tramonto doloroso per Cavallo, autore nel 1991 della miracolosa stabilizzazione del Paese impernia¬ ta sulla parità del peso con il dollaro, oggi considerata ima delle cause dei mah che hanno trascina¬ to in serie B l'Argentina e la sua un tempo fiorente classe media, com¬ posta per la maggior parte dai figli degli emigranti italiani. Formalizzate le dimissioni di de la Rua dopo i 27 morti delle ultime 48 ore Due magistrati lo hanno denunciato per omicidio Alle urne il 3 marzo Oggi l'Assemblea legislativa vota nuovo capo dello Stato il governatore di San Luis

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