Sindacati in sciopero la riforma pensioni

Sindacati in sciopero la riforma pensioni Sindacati in sciopero la riforma pensioni Da gennaio proteste articolate. Chiesto anche un incontro a Ciampi ^r0GÌ0aannÌni Silvio Berlusconi non convince i sindacati. Il presidente del Consi¬ glio nella conferenza di fine anno assicura che con i sindacati «il dialogo continua», che «ha cercato di accoghere le loro richieste». E si dice convinto che non ci saranno «manifestazioni forti» sulle pensio¬ ni, «perché i lavoratori hanno buon senso». Ma i leader di Cgil-Cisl-Uil sembrano di tutt'altro avviso, e proclamano quattro ore di sciopero di tutti i lavoratori, dal 14 al 29 gennaio, articolate a livello provin¬ ciale con manifestazioni davanti alle sedi delle associazioni impren¬ ditoriali. Uno sciopero contro la rifortna delle pensioni varata per delega dal governo, ma anche con¬ tro la modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e per i rinno¬ vi dei contratti pubbhci. I sindacah- sti, inoltre, hanno chiesto di poter incontrare 0 presidente della Re¬ pubblica Carlo Azeglio Ciampi per illustrargli quelli che il segretario generale Cgil Sergio Cofferati defini¬ sce «i pericoli insiti nelle scelte del governo in materia pensionistica». Dunque, lentamente ma gra¬ dualmente il conflitto tra confede¬ razioni ed Esecutivo sembra acuir¬ si. Il premier ritiene la situazione tutto sommato sotto controllo, e il ministro per i Rapporti con il Parla¬ mento Cai-lo Giovanardi definisce lo sciopcrc ".qualcosu di liturgico, di rituale». Vero è che anche nel «lontano» 1994 la protesta ebbe un avvio in sordina, prima di prendere proporzioni monstre, e coghendo di sorpresa premier e ministri. Im¬ possibile fare paragoni: ma non c'è dubbio che dopo lo sciopero di due ore all'inizio di dicembre ora Cgil- Cisl-Uil passano a una protesta di quattro ore. Non sembra inoltre riuscito il tentativo di «dialogare» con la Cisl per isolare la CgU; in questi giomi il «mite» Savino Pez- zotta appare quasi più barricadero e determinato di Sergio Cofferati. E si sono allineati sulla «Triplice» anche gli autonomi della Cisl e la destra sindacale dell'Ugl, che ha proclamato in concomitanza uno sciopero «separato». Tra l'altro, è una mobilitazione che si somma agli altri contenziosi in atto: l'arti¬ colo 18 sui licenziamenti, la delega fiscale di Tremonti (che secondo il sindacato penalizzerà i lavoratori), il rinnovo del contratto del pubbh¬ co impiego, il Mezzogiorno, la crisi dei trasporti, le ristrutturazioni an¬ nunciate o in vista. Come dice un anonimo dirigente sindacale, «se continuano così, a forza di minimiz¬ zare, di scioperi generali se ne beccheranno più di uno». Intanto, ecco l'astensione dal lavoro proclamata ieri, con una campagna di informazione e di assemblee in tutti i luoghi di lavoro e un'assemblea dei delegati sul Sud a Palermo il 12 gennaio. Uno sciope¬ ro contro il «collateralismo tra go¬ verno e Confindustria», spiega Ser¬ gio Cofferati, il cui comune obietti¬ vo è «destrutturare e indebolire il sistema dei diritti», puntando «al conflitto sociale». Luigi Angeletti, numero uno della Uil, definisce la delega sulle pensioni «un regalo di Natale agli industriali», soprattut¬ to per l'estensione del tagho dei contributi previdenziali a tutti i neo-assunti. Savino Pezzotta dice «basta con questi provvedimenti a senso unico», con Confindustria sempre più «interlocutore privile¬ giato» del governo. A Ciampi, Cgil- Cisl-Uil diranno che la decontribu¬ zione «significa mettere a rischio la futura sostenibilità del sistema pre¬ videnziale, e che anche se le pensio¬ ni non verranno toccate «si useran¬ no i soldi di tutti per darli alle imprese». Proprio in quel momento il pre¬ mier, al contrario, sdrammatizza¬ va: le norme su pensioni e licenzia¬ menti sono di «buon senso». «Io ho rrS^TSSXi sempre prestato attenzione e cerca¬ to di accoghere le richieste dei leader sindacali - ha sottolineato Berlusconi - ma in questa occasio¬ ne il governo si è trovato tra due fuochi e accontentare tutti non è possibile». Sulle pensioni, ha spiega¬ to, «non siamo entrati a piedi uniti, come avremmo potuto fare e come ci chiedeva l'Europa»; sui licenzia¬ menti, «abbiamo trovato una solu¬ zione di equilibrio, introducendo tutele economiche per i giovani che prima non avevano». E la decontribuzione a parità di pensione, intanto, allarma un po' i vertici dell'Inps. Per il presidente dell'istituto Massimo Paci, la dele¬ ga Maroni «è una vera bomba» per quanto riguarda il trasferimento obbligatorio del TFr ai fondi pensio¬ ne e il lancio della previdenza complementare; allo stesso tempo, desta qualche perplessità il supera¬ mento del cumulo e il «ricorso alla fiscalità per finanziare la previden¬ za al di fuori di un disegno organi¬ co». «Non so - afferma Paci - se si è ben calcolato quanto verrà a man¬ care nelle casse dello Stato tra incentivi fiscali alla complementa¬ re e decontribuzione. C'è il rischio che si debbano aumentare le tasse. Va bene lanciare i fondi pensione, ma bisogna stare attenti a non sgretolare il pilastro fondamentale della previdenza pubblica». E il presidente del Civ Inps, Aldo Smo- lizza, chiede chiarezza: «la decon¬ tribuzione deve essere attuata con un intervento della fiscalità genera¬ le». Pezzetta: provvedimenti Pezzetta: provvedimenti a senso unico Anche l'Ugl in campo con astensioni separate La decontribuzione La decontribuzione allarmai vertici Inps: temono che i conti possano incrinarsi ^hhhhhhmhbbhbbbhb Savino Pezzotta, Luigi Angeletti e Sergio Cofferati, segretari generali di Cisl, Uil e Cgil

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