Una favola vera

Una favola vera BUONGIORNO ìGrameilini Una favola vera ■f^^CCOVACCIATA sotto un ffflP' bancomat di Wall Street, la jp^senzatetto newyorchese Re- ^nee Lyons maledì il freddo, Bin Laden e i passanti micragnosi, poi fece un fumetto con la bocca e tossì. «Lei ha la bronchite, prenda queste: pey le medicine», disse la voce di Babbo Natale, prima di chinare la barba bianca su di lei e appoggiarle in grembo cento dollari. Renee, 40 anni e 4 figli dati in affidamento, si girò fra le mani la banconota: cavoli, era autentica. «Ma allora esisti davve¬ ro!», disse a Babbo Natale. «Può dar¬ si», sorrise lui. «E sei lo stesso che ieri in chiesa ha lasciato 5000 dollari per le vedove dei vigili del fiioco?». «Può darsi». ((Dicono che da tre giorni tu giri la città travestito da Santa Claus, regalando soldi a ogni poveraccio che incontri!» ((Può darsi». «Scusa, amico, perché lo fai? D'accordo, i miliardi sono tuoi, ma gli esseri umani non meritano niente. Non li vedi? Hanno paura e si odiano a vicenda, eppure corrono da un negozio all'altro per farsi dei regali!» «Può darsi», rispose Babbo Natale, «a vent'anni ero anch' , io un barbone che detestava l'umani¬ tà. Una sera entrai in una birreria per mangiare qualcosa: avevo le tasche vuote e il cameriere voleva chiamare la polizia. Ma il padrone del locale mi disse: "Signore, le sono caduti questi". E appoggiò sul tavolo 20 dollari. Allo¬ ra ho capito che niente era perduto. Che ce la possiamo fare». Buon Natale a New York e a tutti noi.

Persone citate: Bin Laden, Lyons

Luoghi citati: Babbo Natale, New York