Tripoli abbandona le armi chimiche di Paolo Mastrolilli
Tripoli abbandona le armi chimiche Tripoli abbandona le armi chimiche Gheddafi pronto a firmare la convenzione per il bando n-.n|n IIJI-.«.4*jtlill! Paolo Mastrolilli NEW YORK Un altro effetto collaterale dell'I 1 settembre potrebbe esse¬ re il ritomo completo della Libia nella comunità intemazionale. Questo, almeno, sembra essere il desiderio del colonnello Ghedda¬ fi, a giudicare dall'offerta appena fatta all'Occidente per eliminare le sue anni chimiche. A metà degli anni Ottanta, 0 governo di Tripoli era diventato d nemico numero uno degli Stati Uniti. Nel 1986, l'uccisione di due soldati americani in una discoteca di Berlino aveva spinto il presidente Reagan a bombarda¬ re la casa di Gheddafi, e nel 1988 era arrivata la risposta libica con l'attentato di Lockerbie, dove una bomba aveva fatto esplodere in volo un Boeing 747 della Pan Am, causando la morte di 270 persone. La tendenza ha cominciato a cambiare alla fine degli anni Novanta, quando Tripoli ha deci¬ so di consegnare Abdelbaset Ali A/Tnhmfarl ^jl-A/TnnrnVn o A1 Amin Mohmed al-Megrahi e Al Amin Khalifa Fhimah. I due agenti, accusati della strage di Locker¬ bie, sono stati processati a genna¬ io in Olanda da una corte scozze¬ se, che ha condannato il primo e assolto il secondo. Questo passo aveva portato alla cancellazione delle sanzioni Onu nel 1999, e ora l'ultimo ostacolo da superare resta l'embargo bilaterale impo¬ sto dagli Usa, che vogliono con¬ servarlo fino a quando la condan¬ na dei responsabih sarà definiti¬ va, e la Libia accetterà di ricom¬ pensare i familiari delle vittime. Gheddafi però ha fretta di completare il riawicinamento, e lo ha dimostrato dando disposi¬ zione ai suoi diplomatici di aderi¬ re alla Chemical Weapons Con¬ vention, ossia il trattato che vieta le armi chimiche e sottopo¬ ne i paesi membri ad ispezioni intemazionali. Tripoli posside un grande arsenale chimico na¬ scosto nei laboratori sotterranei di Tarhuna e Rabta, 60 e 75 miglia a sudest della capitale. Gli Stati Uniti avevano minacciato r\i HrtmVinrHnro mi pi Qll 1 ma nr- di bombardare quei siti, ma or¬ mai non sarà più necessario. Infatti dopo la mediazione di Nelson Mandela e dell'ambascia¬ tore saudita a Washington, Ban- dar bin Sultan, Gheddafi ha deci¬ so di aprirli alle verifiche della Convention. Ma perché questa svolta a tre mesi e mezzo dall'II settembre, che il colonnello ha condannato senza mezzi termini? Per due motivi: primo, il leader libico vuole i vantaggi economici della fine dell'embargo americano; se¬ condo, ha interesse a contrastare bin Laden, che minaccia il suo stesso potere. Questo discorso sembra non valere per Saddam, almeno in base alle rivelazioni che il diser¬ tore iracheno Adnan Ihsan Saeed al-Haideri ha fatto al New York Times. Saeed è un ingegnere civile, scappato daU'ìraq nell'ago¬ sto scorso, dopo un arresto per frode. Sostiene di aver lavorato fino ad un anno fa nelle strutture utilizzate dall'Iraq per sviluppa¬ te armi nucleari, chimiche e biologiche. Questi stabilimenti sono nascosti in abitazioni priva¬ te, finti pozzi, e perfino nei sotterranei dell'ospedale Sad¬ dam Hussein, il più grande di Baghdad. Secondo le risoluzioni votate dall'Onu dopo la Guerra del Gol- ♦fo, l'Iraq avrebbe dovuto elimina¬ re questi programmi, e consenti¬ re agli ispettori di verificarne la distruzione. Gli ispettori del Pa¬ lazzo di Vetro, però, sono stati cacciati dal paese dopo gli ultimi raid lanciati dal presidente Clin¬ ton. Saddam sostiene che non sono più necessari, perché ha abbandonato i programmi di riar¬ mo. Ma se le rivelazioni di Saeed saranno confermate, diventeran¬ no un altro elemento a favore dei falchi dell'amministrazione Bu¬ sh, che dopo l'Afghanistan voglio¬ no colpire l'Iraq. Il leader libico Gheddafi avrebbe intenzione di smantellare il suo arsenale chimico
Persone citate: Adnan Ihsan Saeed, Amin Khalifa, Gheddafi, Nelson Mandela
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