Silvio tentato dal proporzionale per mettere in riga i centristi

Silvio tentato dal proporzionale per mettere in riga i centristi LA LOGGIA: «UN SISTEMA DEL GENERE ESALTEREBBfeANCORA DI PIÙ IL RUOLO DI FORZA ITALIA NELLA COALIZIONE» Silvio tentato dal proporzionale per mettere in riga i centristi retroscena Augusto Minzolinì QUALCUNO può anche pen¬ sare che quell'accenno ad una riforma delle legge elettora¬ le che dovrebbe accompagnare l'introduzione del presidenziah- smo gli sia sfuggito di bocca. Non è così. In 48 ore, infatti, Silvio Berlusconi ha riproposto il tema tre volte: prima davanti ai senatori, poi nell'incontro con i parlamentari europei e quindi ha dedicato qualche battuta al¬ l'argomento anche durante il gran gala di fine anno con i deputati. In realtà per il Cavalie¬ re si tratta di un chiodo fisso, che cicUcamente toma a galla tra i suoi desideri, magari sospin¬ to dagli incubi che gli hanno appiccicato addosso alcune espe¬ rienze personali: «Come quando nel '96 - ha ricordato l'altra sera ai senatori - vincemmo nel pro¬ porzionale, ma perdemmo le ele¬ zioni per il risultato del maggio¬ ritario». Appunto, il premier vuole da sempre un sistema più chiaro in cui ogni voto viene pesato. E' un desiderio che tira fuori ben sapendo che, semmai si farà questa nuova legge eletto¬ rale (sarà studiata da una com¬ missione di Forza Italia sotto la presidenza di «un insigne studio¬ so»), verrà fuori solo nell'ultimo anno di legislatura dato che se fosse approvata prima si impor¬ rebbero subito le elezioni. Ma allora, perché il Cavaliere ne parla adesso? Il portavoce di An, Landolfi, che va sulle spine al solo sentir parlare di propor¬ zionale liquida il tutto con ima battuta: «Non è la prima volta che gli sfuggono le parole». Sarà, ma si tratta di un'interpretazio¬ ne troppo superficiale. Del resto quell'uscita, anche sul piano tat¬ tico, è tutt'altro che insensata. L'esperienza maturata in otto anni di politica, ha insegnato al personaggio che è bene precorre¬ re i tempi e non farsi mai coglie¬ re impreparati. Soprattutto, Ber¬ lusconi ha imparato a sue spese che per non diventare un facile bersaglio bisogna essere sempre in movimento. Ed in fondo non è neppure sbagliato mettere tanta carne al fuoco: accompagnare, ad esempio, la riforma della giustizia con le altre riforme istituzionah serve a dimostrare che la sua politica non si riduce solo ad una guerra ai magistrati. Senza contare che dopo la devo- lution di Bossi avere in mano una proposta che rida forza al potere centrale, come il presi- denzialismo, non è certo cosa da buttare. Non si può però mette¬ re in campo il presidenzialismo con l'attuale sistema elettorale e allora l'idea di una legge che armonizzi il sistema elettorale nazionale con quello degli enti locali - dove l'elezione diretta di presidenti di regioni, province e sindaci si accompagna con siste¬ mi proporzionali corretti da pre¬ mi di maggioranza - è tutt'altro che insensata. Eppoi c'è la politica. Tra i tanti problemi che il Cavaliere può avere nella maggioranza quello che gli crea maggiore preoccupazione sono i centristi. Ebbene l'idea di una riforma elettorale che combini il propor¬ zionale al bipolarismo gli dà in mano uno strumento da usare verso quest'area. «Certo che que¬ st'ipotesi - spiega Fabrizio Cic- chitto, imo dei consiglieri più ascoltati dal Cavaliere - è prope¬ deutica all'idea di trasformare Forza Italia in un grande partito di centro all'interno di un siste¬ ma bipolare». «Il retropensiero è quello - gh fa eco il ministro Enrico La Loggia -: un sistema del genere esalterebbe ancora di più il ruolo di Forza Italia visto che in ogni schieramento i parti¬ ti conterebbero per i voti che hanno. E' un leit-motiv del presi¬ dente». Infatti, il proporzionale che ha in testa Berlusconi non mette in discussione il bipolari¬ smo, tutt'altro. Le alleanze per il governo, infatti, dovrebbero es¬ sere decise prima del voto. Sem¬ mai ovvia ad un altro problema: oggi all'interno di ogni schiera¬ mento i partiti maggiori per salvaguardare le coalizioni sono costretti a concedere una sovra- rappresentanza aipiccoh. Sfrut¬ tando questa sorta di «utilità marginale» gli ex-dc del centro¬ destra con meno del 407o dei consensi sono riusciti, ad esem¬ pio, ad assicurarsi ima settanti¬ na di parlamentari. Nel sistema che ha in testa il Cavaliere conterebbero, invece, per i voti che hanno. Inutile aggiungere che un si¬ stema del genere spingerebbe i partiti ad aggregarsi. E già, an¬ che se l'ipotesi è ancora in una fase magmatica, l'iniezione di proporzionale che ha in mente Berlusconi almeno nei suoi obiettivi è chiara a molti. Ad esempio, il capogruppo del Ccd- Cdu , del Senato, Francesco D'Onofrio, ne è entusiasta: «Io sto lavorando al manifesto del nuovo soggetto che unirà gh ex-dc del centrodestra e le due parole chiave sono proporziona¬ le e governabilità. Quelli di noi che non vogliono sostituire Ber¬ lusconi ma succedergli sono in piena sintonia con questo sche¬ ma: questo tipo di sistema eletto- rale spingerà le forze centriste del polo, cioè Forza Italia più noi, ad aggregarsi. Dirò di più: sembrerà paradossale ma po¬ trebbe anche favorire il partito unico che ha in testa An. Anche Fini potrebbe avere un posto in questo grande centro». Inutile dire che altri centristi come Marco Pollini non ci pensano neppure: «E' un'idea di Berlusco¬ ni che forse non verrà mai alla luce». Mentre An è addirittura disturbata: «Non vorrei che fos¬ se il benvenuto di Berlusconi a D'Antoni». Mettendo in campo questa proposta il Cavalire ha comun¬ que dimostrato di avere un'altra arma nella sua santa barbara. Senza contare che ha lanciato mi segnale al partito dei nostalgi¬ ci del proporzionale che conti¬ nua a fare proseliti. Se l'attuale legislatura, come quella passa¬ ta, non riuscisse a varare le riforme istituzionah, anche que¬ sto partito trasversale concorre¬ rà ad eleggere il nuovo Presiden¬ te della Repubblica. CCD DIVISO D'Onofrio: bene, potrebbe favorire il partito unico i: «Un'idea che forse non verrà mai alla luce» AN CRITICA Landolfi: non è la prima volta che gli sfuggono le parole, non vorrei fosse il benvenuto a D'Antoni Mario Landolfi, portavoce di Alleanza nazionale

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