Berlusconi: elezione diretta del capo dello Stato

Berlusconi: elezione diretta del capo dello Stato FRA BATTUTE. POLEMICHE E PROGRAMMI Berlusconi: elezione diretta del capo dello Stato «Va riformata in fretta anche la giustizia, ma non c'è il clima buono» Maria Teresa Meli ROMA Silvio Berlusconi rilancia: il presidente del Consiglio non solo propone la riforma della legge elettorale, ma anche l'ele¬ zione diretta di un capo dello Stato che abbia poteri di gover¬ no. Le ipotesi del Cavaliere, però, vengono bocciate sia da Francesco Rutelli che da Piero Fassino. Il leader dell'Ulivo fa dell'ironia su quella che defini¬ sce r«ennesima boutade» del premier, il segretario della Quercia dice «no» al presiden¬ zialismo. Berlusconi, quindi, lascia in¬ tendere che, volendo, la mag¬ gioranza sarebbe in grado di por mano a un'ampia riforma della Costituzione. «Pensiamo - dice - alla riforma elettorale, a un capo dello Stato eletto direttamente dai cittadini, che secondo noi dovrebbe diventa¬ re influente nell'esecutivo. E c'è anche da rivedere la Came- r. per la necessaria diminuzio¬ ne dei deputati, fino ad arriva¬ re a un loro dimezzamento». Ma ha anche un'altra riforma in testa, il premier, che sareb¬ be poi quella che gli preme di più: «Tra le cose da fare - osserva infatti il Cavaliere - c'è la rivisitazione dell'ordina¬ mento giudiziario. Una giusti¬ zia ritardata non è una giusti¬ zia». E va oltre, Berlusconi: ammette pubblicamente che una tale riforma si può fare a maggioranza: «Il mio auspicio - osserva - è che queste cose si possano fare dialogando con tutte le parti in causa. Purtrop¬ po il clima che registriamo oggi non è questo. Certamente non è il e ima migliore per arrivare a un'innovazione del sistema della giustizia, che è il compito principale dello Sta¬ to». Dunque, ben venga il dialo¬ go e il confronto, e in questo senso Berlusconi definisce «po¬ sitivo» l'appello di Ciampi, ma se non si riesce a trovare un terreno di incontro la Casa delle Libertà può fare da sola. E' questo il segnale che inten¬ de lanciare il Cavaliere, che, non a caso, afferma: «E' la prima volta che la maggioran¬ za non va mai sotto in Parla¬ mento sugli emendamenti alla manovra. Questo dimostra che c'è una maggioranza coesa e larga, che è in grado di attuare quei cambiamenti che sono indispensabili e ineludibili». Riforma elettorale e presiden¬ ziale, riforma della giustizia: il Cavaliere mette molta carne al fuoco. Anche se poi sia sulla revisione dei meccanismi elet¬ torali, come sul presidenziali¬ smo, di concreto, sul tappeto, non c'è ancora niente. Ma il centrosinistra teme che Berlu¬ sconi voglia riformare davvero la Costituzione su questi pun¬ ti, andando poi a un referen- dum confermativo che gli assi¬ curi un plebiscito e, magari, puntando ad arrivare al Quiri¬ nale con l'elezione diretta. Nel¬ l'incertezza, la Margherita adotta questa tattica: fare mo¬ stra di non prendere sul serio le proposte del premier. «Cam¬ biano idea ogni giorno - dice Rutelli - e noi non intendiamo inseguirli, prima devono dirci cosa vogliono fare veramen¬ te». Fassino, invece, preferisce adottare un'altra linea, e porre subito un altolà a Berlusconi. «Non mi pare - osserva il leader della Quercia - che sia utile incoraggiare una logica di tipo plebiscitario e non guardo con favore a sistemi che, con l'elezione diretta delle cariche esecutive, accentuano questi rischi. Già abbiamo il ministro Castelli che dichiara di essere stato eletto dal popolo, mentre ha ricevuto la fiducia del Parla¬ mento». Quanto alla riforma elettorale, Fassino dice di «dif¬ fidare di chi affida alle sole regole il compito di sostituire la politica». Non ha preconcet¬ ti, in materia, il leader ds, ammette di non essere «in astratto contrario», al sistema tedesco, ma subito dopo ag¬ giunge: «Anche quello italiano, con tutti i limiti, finora ha garantito l'alternanza». Co¬ munque, per Fassino c'è un punto fermo; «Non bisogna mettere in crisi - afferma - la logica del bipolarismo». Que¬ sto, del resto, è un punto fermo anche per Pier Ferdinando Ca¬ sini. Il presidente dalla Came¬ ra dichiara: «Il bipolarismo c'è nel paese prima ancora che nel palazzo dove abbiamo più no¬ stalgie di epoche diverse». «MENO DEPUTATI» «C'è da rivedere il sistema di voto della Camera per la necessaria diminuzione degli eletti fino ad arrivare a un loro dimezzamento» LA REPLICA Rutelli: «Cambiano idea ogni giorno e noi non intendiamo inseguirli, prima devono dirci cosa vogliono fare veramente» Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e il presidente del Cnel, Pietro Larizza, ieri mattina a margine dell'assemblea del Cne'

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