Montedison «richiama» la Sai per chiudere l'affare Fondiaria di F. Pod.

Montedison «richiama» la Sai per chiudere l'affare Fondiaria QUADRINO: IN CASO DIINADEMPIENZA PRONTI A RICOLLOCARE LE QUOTE Montedison «richiama» la Sai per chiudere l'affare Fondiaria '■^■St**"*" '(jsperìamó di poter chiudere ràpi- iBnte anche la partita Sai/Fon¬ ia»^ In margine all'assemblea Srdiharia della Edison che ha dato il via libera alla fusione della società di Foro Buonaparte nella Montedison -operazione che, sul piano della progettualità, verrà per¬ fezionata oggi con l'assemblea della capogruppo di piazzetta Bossi - il presidente Umberto Quadrino, ri¬ spondendo agli interrogativi dei pic- coh azionisti, ha gettato il cuore oltre l'ostacolo con la certezza di avere, comunque, 0 coltello dalla parte del manico. Mentre, infatti, Montedison e la controllata Edison stanno rispettando con la precisio¬ ne ctì un cronometro svizzero i piani di riassetto societario e di dismissioni di tutti gli assett estra¬ nei al business dell'energia (i box di partenza per la cessione a Solvay c'è Ausimont), Quadrino non può fare a meno di evidenziare i ritardi che si vanno accumulando per il completamento della cessione della Fondiaria alla Sai di Salvatore ligre- sti. La partita si è -incagliata su scogli multipli. Il primo è stato posto dalla Consob che, supponen- :; (feun'azione concertata iravsaj'e-v Misdiòftanca, ha imposto loro cori- giiMtanMIìt^i.'ppa obbhgatoria sul¬ la ^0^11^'^^capitale del gruppo fiorentino. Il secondo, strettamente connesso al primo, discende dalla lentezza con cui l'Isvap si esprime sulla operazione e Quadrino non ha potuto fare altro che «auspicare» una decisione in tempi rapidi. Il terzo - che è forse il più ostico - è tutto intemo ai rapporti tra Ligresti e gli azionisti della compagnia assi¬ curatrice di Firenze che, insieme al management della società, sono im¬ pegnati a difendere il valore della Fondiaria. Il braccio di ferro tra Ligresti da un lato e Alberto Pecci e Roberto Gavazzi dall'altro, potreb¬ be risolversi se solo l'ingegnere di Paterno rinunciasse ai propositi di spianare Fondiaria - come puntual¬ mente si verificherebbe se la compa¬ gnia venisse fusa in Sai con un concambio penahzzante per la so- cietàdi Firenze e l'asservimento del management - e accettasse di avere degli alleati negh azionisti fiorenti¬ ni. Così none: Ligresti non accetta di avere interlocutori alla pari e Mediobanca non muove un dito, tanto che a Firenze hanno là sensa¬ zione di essere stati abbandonati dal loro nume tutelare storico. H II braccio di ferro che non'gipva ;all^ Fondiaria, costretta nel limbo, noiftocca le aspettativa^eUaJMton- tedisòh'che, comunque evolva là querelle, ha la certezza di portare a casa il mihardo e più di euro che si era prefisso decidendo, il 2 luglio scorso, di cedere la sua partecipazio¬ ne in Montedison a 9,5 euro per azione. Lo ha spiegato con chiarez¬ za Quadrino ai soci della Edison ricordando che il contratto di vendi¬ ta poneva in carico a Ligresti l'one¬ re di trovare un nuovo compratore - alle medesime condizioni di prez¬ zo - nel caso di impedimenti all'ac¬ quisto della totalità della partecipa¬ zione Montedison in Fondiaria da parte della Sai: che - ha ricordato Quadrino - circa 500 mihardi per acquisire il 6,90Zo della compagnia fiorentina. Forte di quel primo in¬ casso che Montedison conservereb¬ be come penale se Ligresti non dovesse rispettare integralmente il contratto, Quadrino ha detto che non ci sarebbe problemi per colloca¬ re altrove il restante 220Zo della Fondiaria a prezzi comparabili, vi¬ sto che per garantirsi il controllo del gruppo guidato da Pecci e Gavaz¬ zi fanno la fila anche dall'estero. A perderci, insomma, sarebbe solo Ligresti. [f. pod.]

Luoghi citati: Firenze, Paterno