Pezzetta: il governo è con noi oppure sta con gli industriali?

Pezzetta: il governo è con noi oppure sta con gli industriali? IL SEGRETARIO DELLA CISl: NON VEDO VOLONTÀ' DI DIALOGO ■ b ««Ih VII ti-. inillW UìmtmUfy ^tlt/lni l« VII V l« W » WkWIH in Wl tSìr Pezzetta: il governo è con noi oppure sta con gli industriali? intervista Roberto Ippolito SBUFFA Savino Pezzetta: «La Confindustria è una sola...». Il segretario della Cisl appare infastidi¬ to dopo la conclusione dell'incontro sulla previdenza, insieme ai leader della Cgil e della Uil, con il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Roberto Maroni. Pezzetta, perchè dice che la Confindustria è «una»? «Maroni ha incontrato dodici sinda¬ cati e tutti e dodici hanno manifesta¬ to le stesse opinioni, le stesse criti¬ che, le stesse valutazioni. Quindi dodici a uno: la Confindustria chiede altro». E non è normale questo? ((Adesso il governo ci deve far sapere se tiene conto del parere della Confin¬ dustria di Antonio D'Amato o se tiene conto del parere di dodici orga- nizzazicni sindacali». Lei teme che la scelta penda a favore delle imprese? «E' stato Maroni a parlare di decontri¬ buzione, cioè di mi¬ nori contributi per le pensioni pagati dalle imprese per i nuovi assunti. La de¬ contribuzione è sol¬ lecitata dalla Confin¬ dustria, ma non ha il consenso dei sin¬ dacati: potrebbe es¬ sere prevista dal di¬ segno di legge dele¬ ga che il consiglio dei ministri appro¬ verà fra poche ore». Le ragioni sin- Savino Pezzotta dacali sono quindi perdenti sulle pensio¬ ni? ((Attendiamo di conoscere il testo finale. Alcune soluzioni annunciate dal ministro non vanno bene. Ma i sindacati hanno anche ottenuto qual¬ cosa di importante- sono state salva¬ te le pensioni di anzianità, così come era stato richiesto. E' un risultato che non deve essere sottovalutato». Vede altri punti positivi? «E' confacente alle indicazioni sinda- cali il trasferimento del trattamento di fine rapporto ai fondi previdenzia¬ li integrativi contrattuali». Detto questo... «Detto questo, ci sono le critiche da muovere al progetto illustrato da Maroni. A cominciare naturalmente dalla decontribuzione, che rappre¬ senta una modifica strutturale del sistema. E comporta meno entrate per la previdenza pubblica con uno spostamento dell'asse verso quella integrativa. C'è il rischio di creare un buco nei conti». Cosa proponete? «I sindacati propongono la defiscaliz¬ zazione, cioè la riduzione delle tasse per le imprese che trasferiscono il tfr». Quali sono le altre critiche al piano di Maroni? «Non è accettabile il meccanismo previsto in seguito alla richiesta di un lavoratore di avere la certificazio¬ ne del diritto alla pensione d'anziani¬ tà. Secondo il progetto presentato, ottenuta la certificazione il lavorato¬ re può andare in pensione ma riceve incentivi per restare. In caso di per¬ manenza al lavoro, cessa il rapporto esistente e se ne creerebbe uno nuo¬ vo. In questo modo ogni decisione è nelle mani del dato¬ re di lavoro, con una ricontrattazio¬ ne individuale della nuova posizione». Altre obiezio¬ ni? «I sindacati non ac¬ cettano il tratta¬ mento differenzia¬ to previsto per il pubblico impiego. E poi non ci sono solo le pensioni». Che altro c'è? segretario Osi ((Le intenzioni del governo in materia di fisco sono state annunciate nell'im¬ minenza delle decisioni. Non è possi¬ bile ragionare in tempi così brevi di questioni che riguardano la politica dei redditi e i salari». Confronto diffìcile... «Il governo dice che vuole il dialogo sociale, riproponendo una formula adottata in Europa. Ma francamente non vedo tracce della volontà di dialogare se il governo comunica le scelte poco prima di prenderle. Non mi scandalizzo: dal 1998 ormai la concertazione non è praticata. Però mi dispiace». Savino Pezzotta segretario Osi (

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