Riapre il Gottardo, ancora nubi sul Bianco di Enrico Martinet
Riapre il Gottardo, ancora nubi sul Bianco E' POLEMICA, MENTRE IL TUNNEL SVIZZERO SARA' OPERATIVO DA DOMANI, A DUE MESI DAL ROGO Riapre il Gottardo, ancora nubi sul Bianco «Mancano i filtri antipolveri, il traforo italo-francese non è sicuro» Enrico Martinet COURMAYEUR Mercoledì 24 ottobre 2001, due camion si scontrano nella galleria del San Gottardo, muoiono 11 perso¬ ne, crollano 300 metri di volta e le fiamme distruggono asfalto e im¬ pianti di sicurezza per mezzo chilo¬ metro. Domani il traforo svizzero riapre. Mercoledì 24 marzo 1999, un camion brucia nel tunnel italofrance- se del Monte Bianco. Il rogo parahz- za il traffico, muoiono 39 persone, vengono distrutti dall'incendio galle¬ ria e impianti per oltre due chilome¬ tri. Dopo quasi tre anni la data di riapertura rimane incerta. Ieri i Ver¬ di francesi l'hanno fissata nella pros¬ sima primavera. Il loro candidato alle presidenziah del 21 aprile, Noel Mamere, dice di essere «pronto a scommettere che il traforo non ria¬ prirà neppure a gennaio». Mamere rende pubblico ciò che tutti dicono sottovoce da mesi e cioè che la riapertura del Bianco è un problema politico, perché in Francia è partita la campagna elettorale del 2002. E i Verdi, che non vogliono Tir sotto il Bianco, sono un sostegno essenziale al governo Jospin. Da parte italiana sia il ministro Pietro Lunardi sia i tecnici della società del traforo stanno cercando in tutti i modi di riaprire prima di Natale. Ma il ministro dei Trasporti Jean-Clau¬ de Gayssot lo ha già escluso. La data potrebbe essere la fine di gennaio. Perché due mesi per il Gottardo contro i tre anni del Bianco? Andrea Henke, ingegnere dello studio svizze¬ ro Giovanni Lombardi, è stato il capo progetto nell'80 del tunnel del San Gottardo e ne ha seguito anche la ricostruzione dopo il rogo. Non solo, lo studio Lombardi è il «control¬ lore» del Bianco, dovrà cioè attestar¬ ne la qualità. Dice Henke: «Incidenti e ricostruzioni non sono paragonabi- li per le superfici distrutte dall'incen¬ dio e per la data della costruzione dei due trafori, il Bianco è di 15 anni prima». Al Bianco sono stati spesi 600 miliardi per la ricostruzione, al San Gottardo poco più di 13. Ma il Bianco ora è sicuro? «Sono stati fatti parecchi impianti per la sicurezza, la difficoltà è nel coordi¬ narli». E il San Gottardo? «Lo era già prima». Sì, però ci sono stati II morti, non era meglio fare un secon¬ do tunnel? «Le indicazioni delle auto¬ rità federali sono state queste». Ma il tunnel progettato da voi nell'80 ave¬ va due canne. «Una è diventata via di fuga. Come ingegnere consiglierei il secondo traforo, ma sono scelte politiche. Adesso molti chiedono un secondo tunnel e il prossimo anno ci sarà di nuovo un referendum. Doma¬ ni il tunnel riaprirà a senso unico per i Tir e a doppio senso per le auto». E al Bianco un galleria parallela come sicurezza si poteva fare? «Cer¬ to». Fernando De Simone, architetto padovano e dirigente della più gran¬ de azienda privata di progettazione e costruzione di trafori in Europa, la norvegese «Norconsult» (2400 pro¬ gettisti), aggiunge: «Si doveva fare. Il doppio tunnel è la struttura più sicura. Comunque va fatta una via di fuga parallela a 30-40 metri di distanza dal tunnel attuale e collega¬ ta con quattro "porte". Costa 300 mihardi e si può fare in meno di tre anni. Il Bianco, così com'è stato ricostruito non è sicuro. Mancano i filtri per le polveri degli scarichi dei veicoli e di eventuali incendi. Senza è impossibile raggiungere i rifugi in caso di un rogo. E poi è stato rifatto l'asfalto che a 600 gradi divampa facendo un muro di fiamme. La fuga guidata dai soccorritori dai rifugi nei cunicoli del sottosuolo è poi una cosa incomprensibile. Se i soccorsi non riescono ad arrivare? E quei 21 gradini da fare?».
Luoghi citati: Courmayeur, Europa, Francia
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