Karzai: una Corte intemazionale per Bin Laden di Emanuele Novazio

Karzai: una Corte intemazionale per Bin Laden Karzai: una Corte intemazionale per Bin Laden Lo sceicco è sparito dopo essersi rasato, forse si è fatto una plastica Emanuele Novazio ROMA Il terrorismo è «un problema inter¬ nazionale e non soltanto afgha¬ no»: Osama bin Laden, dunque, «dovrà essere consegnato e giudi¬ cato da un tribunale intemaziona¬ le» insieme ai combattenti di Al Qaeda. La richiesta con la quale Hamid Karzai chiude la sua visita di due giorni a Roma è un segnale politico importante - un altro - che il presidente del governo prov¬ visorio afghano invia all'Occiden¬ te, alla vigilia dell'assunzione del potere a Kabul prevista per sabato e dell'arrivo dei primi uomini del¬ la Forza intemazionale guidata dalla Gran Bretagna, il 28 dicem¬ bre: nessuna «vendetta», nessun tribunale speciale né «segreto» ma un giudizio garantito, chiede Kar¬ zai con una posizione più vicina alle richieste dell'Europa che alle intenzioni americane. Ammesso naturalmente che il capo di Al Qaeda sia catturato: nonostante le truppe speciali americane lo stia¬ no ancora cercando nelle grotte delle Montagne Bianche, a Torà Bora, secondo il governatore di Jalalabad Bin Laden non è più in Afghanistan da giorni ma ha trova¬ to rifugio in Pakistan. Passando per quella che i servizi americani chiamano «il formaggio svizzero», la frontiera a buchi. Fonti giornali¬ stiche americane fanno anche l'ipotesi che Bin Laden per sottrar¬ si alla cattura abbia fatto una plastica facciale o più semplice¬ mente che si sia tagliato barba e capelli. Dalla missione a Roma - dove oltre all'ex sovrano Zahir Shah, al presidente del Consiglio Berlusco¬ ni e al presidente della Camera Casini ha incontrato ieri il mini¬ stro degli Esteri Ruggiero e il presidente del Senato Pera - il premier designato dell'Afghani¬ stan post-taleban ritoma con la doppia investitura dell'Europa e dell'anziano re, che gli ha affidato una copia del Corano rilegato in cuoio verde e «molti consigli che presto si vedranno in pratica», come lo stesso Zahir ha detto affacciandosi all'ingresso della sua residenza all'Olgiata. Ma Kar¬ zai toma a Kabul non senza aver messo a fuoco alcune intenzioni urgenti dell'amministrazione provvisoria uscita dalla Conferen¬ za di Bonn e appoggiata a basi fragili: il futuro ordinamento pe¬ nale e giudiziario afghano si fonde¬ rà sulla «sharia», la legge islamica, annuncia. Sollevando negli inter¬ locutori qualche preoccupazione su possibili violazioni dei diritti umani: «Il govemo italiano e la comunità intemazionale sono molto chiari e molto compatti perché il rispetto dei diritti uma¬ ni, e quindi anche il molo delle donne, diventi una delle azioni principali della nuova ammini¬ strazione afghana», sottolinea Ruggiero. Che confida tuttavia di essere ottimista e di non nutrire grossi timori sull'evoluzione de¬ mocratica del govemo post-tale¬ ban: «Ogni popolo e ogni religione hanno i propri sistemi. Non posso affermare che una religione o una cultura non siano conciliabili con i diritti umani, ma bisogna che nel nuovo Afghanistan si faccia un grande sforzo». Di certo nel nuovo Afghanistan ((bisognerà ripartire da zero», af¬ ferma Karzai ricordando «l'enor¬ me entità dei danni causati dai taleban e dal terrorismo, migliaia di persone uccise, centinaia di migliaia di case distrutte, migliaia di villaggi sterminati, ragazzi sen¬ za scuole per 10 anni, malati senza assistenza per 20 anni». E' sulla base di questa «devastazione totale» che il nuovo leader afgha¬ no lancia un secondo appello al¬ l'Occidente, perché non si ripeta «il grande vuoto» seguito alla scon¬ fitta sovietica e all'esplosione del¬ le rivalità tribali, l'anarchia: ((Ab¬ biamo vinto grazie al sacrificio del popolo afghano e all'aiuto della comunità intemazionale», sottoli¬ nea Karzai. «Il mondo non può permettersi di lasciare solo l'Af¬ ghanistan come ha fatto in passa¬ to, dovrà essere saggio abbastan¬ za da non ripetere l'errore». Oltre ai sostegni umanitari già inviati o stanziati (Berlusconi ha promesso aiuti per 83 miliardi di lire, e domani a Bruxelles si riuni¬ ranno i rappresentanti dei Paesi donatori per esaminare il piano di ricostruzione in previsione della Conferenza di Tokyo, a gennaio), fra i primi impegni del mondo estemo c'è la Forza multinaziona¬ le di intervento, dai 3 ai 5 mila uomini che dovranno garantire la sicurezza a Kabul e nella zona circostante. «Se per mantenere la pace serve l'uso della forza, per¬ ché no?», si chiede Karzai, che tuttavia non nasconde la cautela: l'entità del contingente dovrà esse¬ re determinato da esperti «in tota¬ le accordo» con il ministero della Difesa afghano. Ieri il govemo di Londra ha confermato che sarà la Gran Bretagna ad assumerne il comando fino all'inizio di aprile, quando la guida passerà ad un altro Paese: i 1500 uomini del contingente inglese arriveranno in Afghanistan il 28 dicembre, preceduti da un'avanguardia di truppe scelte il 22; e forse entro stasera il Consiglio di Sicurezza dell'Orni preciserà le modalità e i tempi di un mandato che coinvol¬ gerà almeno una decina di Paesi. Quasi contemporaneamente agli inglesi arriveranno a Kabul anche gli italiani: a Ruggiero, Kar¬ zai ha annunciato che, considerati gli ottimi rapporti con l'Italia, accoglierà ((personalmente» il no¬ stro contingente di almeno 600 uomini ai quali ha assicurato con amabile ironia di «non far mai mancare la pasta».