Riecco l'assemblea: e addio decisionismo

Riecco l'assemblea: e addio decisionismo LA SEQUENZA DEGÙ INTERVENTI SI SNODA LENTA, INTERMINABILE, SOPORIFERA: ANCHE LA «LETIZIA DI FERRO» DEVE INCHINARSI ALLA CITAZIONE CLASSICA Riecco l'assemblea: e addio decisionismo Vengono tassativamervte rispettati i cinque minuti a ciascun oratore ma il ministro stempera l'efficientismo citando Sturzo e Rosmini la giornata Pierluigi Battista roma -\ E vero, vengono tassativamen¬ te rispettati i cinque minuti assegnati a ciascun oratore. Ma la sequenza degh interventi si snoda lenta, interminabile, so¬ porifera, ripetitiva, maniacal¬ mente fissata sui particolari come solo un consiglio d'istitu¬ to vecchio stampo può essere. Se gli Stati generali dell'istruzio¬ ne convocati da Letizia Moratti dovevano essere la vetrina del verbo efficientista, l'immagine sprint e decisionista di una scuola che cambia senza indu¬ gio lessico e ritmi, la vecchia scuola dei presidi e dei professo¬ ri convocata al Palazzo dei con¬ gressi dell'Eur, quella che alla moda della gergalità all'inglese preferisce la citazione di un proverbio in latino, quella che si accalora più sulle modalità del tempo pieno che sulle «tecni- calità» manageriali, ha decisa¬ mente preso il sopravvento. Per¬ fino la Moratti, solitamente alie¬ na dalla citazione umanistica e dall'ossequio ai Padri della pa¬ tria, ha esibito nel suo interven¬ to introduttivo il riferimento a Salvemini, a don Sturzo, a Luigi Einaudi e persino all'ottocente¬ sco Rosmini. Azienda sì, ma con tutti i ritratti polverosi appesi alle pareti. Tutti, per la verità, s'aspetta¬ vano gli effetti speciali. Gli stu¬ denti della protesta temevano l'incubo della dittatura mediati- ca, la scuola trasformata in palcoscenico sotto le luci dei riflettori della tv: sbagliavano anche su questo. Gli stessi orga¬ nizzatori degli Stati generali si sono affaticati per giorni per lodare le sinergie con Rai educa¬ tional, la conferenza in video¬ streaming, l'apoteosi internetti- sta, la rilevanza persino spetta¬ colare che l'evento avrebbe do¬ vuto avere. Ma la scuola dei professori dall'eloquio lento e forbito, quella degli studenti che si accapigliano per le formu¬ le politiche astruse, il profluvio di sigle, associazioni, consulte e consultine che si è abbattuto impetuoso nella sala del Palaz¬ zo dei Congressi ha messo in luce il corpaccione della sempi- tema scuola all'italiana, pru¬ dente, gommosa, timorosa dei cambiamenti. E si capisce per¬ ché il ministro Moratti, pm- di non apparire oltremodo sbrigati¬ va e decisionista davanti a una platea suscettibile e disincanta¬ ta, abbia voluto sottolineare che lei senza il «consenso» del mondo scolastico non vuole an¬ dare alla prova di forza, allo strappo con le abitudini consoli¬ date di un mondo timoroso di ogni novità. E faceva una certa impressio¬ ne nel Palazzo dei Congressi la recita degh studenti di una scuo¬ la di Foligno ricavata dall'Anti¬ gone di Sofocle, croce e delizia di generazioni di studenti inten¬ ti a compitare quei testi in greco. Oltretutto, in prossimità del Natale, la recita scolastica appare in perfetta sintonia con i tempi. Oppure il piccolo show dei bambini di una scuola ele¬ mentare che rappresentano i veri eroi della giornata, immobi¬ li come statue per ore e ore mentre al microfono si succede¬ vano gli interventi di esperti e consulenti. O il religioso silen¬ zio con cui gli addetti ai lavori, l'ossatura di questi Stati genera¬ li fortissimamente voluti dal ministro Moratti, hanno ascolta¬ to Giuseppe Bertagna, il consu¬ lente principe del ministro, mentre sciorinava necessaria¬ mente comphcati discorsi sui benefici effetti del «5 più 3 più quattro» in confronto a più avveniristici «sei più sei» o addi¬ rittura «quattro più quattro più quattro» in fase di riordino dei cicli scolastici. La platea ha seguito tutti i lavori con un'attenzione silente e rispettosa, ha preso appunti, ha intrecciato commenti in cor¬ ridoio sulla differenza tra «for¬ mazione» e «istruzione», dando l'impressione di un'assemblea attenta e competente, appassio¬ nata sui più minuti problemi della scuola e devota al culto della pedagogia e dell'educazio¬ ne. Ma, appunto, senza che gli effetti speciah tanto decantati alla vigilia e tanto paranoica¬ mente enfatizzati dagli opposi¬ tori modificassero sostanzial¬ mente il tono da serioso semina¬ rio sui temi della scuola che la convention ha voluto adottare. E se proprio c'è da rintracciare un segno culturale dominante nei discorsi degh esperti e nelle esibizioni degli studenti non è certo quello dell'aziendalismo senz'anima. Scorre in sala il video sulle meraviglie dell'ap¬ proccio «interculturale». I bam¬ bini sceneggiano uno spettacoh- no ecumenico dai forti connota¬ ti sohdaristici. Gli studenti sar¬ di e quelli calabresi, quelli lom¬ bardi e quelli siciliani si mostra¬ no, tutti e indistintamente, at¬ tenti alla salvaguardia delle pro¬ prie «radici» e all'integrità delle culture locali, e molto istruttivo è apparso l'intervento sulla tute¬ la di bachi e bozzoli allestito da un istituto d'arte di Cosenza. Altro che dittatura del mercato. Altro che tirannia mediatica. Fuori dovrebbe esserci l'asse¬ dio degli antimorattiani intran¬ sigenti. Proteste, cortei, procla¬ mi altisonanti. In mezzo, uno spiegamento imponente di poh- zia e carabinieri a cavallo. E dentro? Dentro fa davvero im¬ pressione che un seminario di studio sui problemi della scuola possa aver suscitato tanto rumo¬ re, tante aspettative, tanti terro¬ ri. Chi si attendeva paillettes e luci multicolori ha decisamente sbagliato indirizzo. Chi temeva l'Azienda ha ritrovato la vec¬ chia, indistruttibile scuola di sempre: composta ma verbosa, appassionata ma fatalmente in¬ cline alla retorica autocelebrati¬ va. Il decisionismo può attende¬ re. L'immagine sprint del cambiamento cede a presidi, professori e proverbi in latino Un istituto di Foligno mette in scena «Antigone», croce e delizia del vecchio liceo 1 bambini sceneggiano spettacoli solidaristici Si inneggia alle radici delle culture locali Media e mercato non si vedono: più che convention è l'eterno «seminario» Il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti durante il suo intervento all'Eur

Luoghi citati: Cosenza, Foligno, Lenta