«La cisterna antincendio non funzionava» di Fulvio Milone

«La cisterna antincendio non funzionava» «La cisterna antincendio non funzionava» Fuoco nell'ospizio, pronti avvisi di garanzia Fulvio Milone inviato a SAN GREGORIO MAGNO Il rogo della casa-famiglia poteva essere domato subito. Vicino ai pre¬ fabbricati avvolti dalle fiamme c'era una cisterna piena d'acqua. Gli infer¬ mieri di turno domenica notte han¬ no tentato di usarla, ma l'impianto non ha funzionato perchè nel serba¬ toio del gruppo elettrogeno manca¬ va il gasolio. Una dimenticanza gra¬ ve che è costata la vita alle dicianno¬ ve persone morte nell'incendio. E' questo l'ultimo colpo di scena di un'inchiesta appena nata, ma che procede a passo spedito: i magistra¬ ti, infatti, stanno firmando in queste ore le informazioni di garanzia per alcuni responsabUi amministrativi e sanitari coinvolti a vario titolo e a livelli diversi nella gestione e nel controllo del centro di assistenza per i malati di mente, e si apprestano a sentire in qualità di persone informa¬ te sui fatti anche l'assessore regiona¬ le alla sanità. Teresa Armato, e la dirigente dell'Asl 2 di Salerno, Maria Teresa Bruni. La verità su quanto è accaduto nella notte di domenica a San Grego¬ rio Magno sarebbe stata scoperta dai vigili del fuoco, e trova una conferma sia pure parziale nel rac¬ conto del dottor Pierluigi Preda, re- sponsabi]', , 1 centro in cui viveva¬ no 28 me ari a. mente: «La struttura che dirige, -H ,e-era assolutamen¬ te in regola per quanto riguarda i sistemi di sicurezza. A soli dieci metri dagli alloggi c'era la cisterna da due tonnellate. Pompe e mani- chette erano perfettamente funzio¬ nanti, eppure nessuno degli infer¬ mieri presenti al momento dell'in¬ cendio ha potuto servirsene». Per¬ chè? «Il fuoco aveva mandato in tilt l'impianto elettrico che alimentava, oltre il riscaldamento e le luci, anche il motore della cisterna. Insomma, di acqua per spegnere il fuoco ce n'era in abbondanza, ma nessuno ha potu¬ to usarla per salvare quei poveracci rimasti intrappolati tra le fiamme». Ricorda, il dottor Preda, di un collo¬ quio drammatico che ebbe con gli assistenti del centro subito dopo la sciagura. «Chiesi loro perchè non avevano spento l'incendio con le pompe. Risposero che ci avevano provato, ma che il motore era fuori uso». Possibile che un sistema anti-in- cendio piuttosto sofisticato come quello in dotazione alla casa alloggio non avesse un altro alimentatore? Non è possibile. In realtà, dopo il black out elettrico avrebbe dovuto entrare in funzione un gruppo elet¬ trogeno alimentato a gasolio. Il ser¬ batoio, però, era vuoto. Così soster¬ rebbero i vigili del fuoco, che dopo il rogo di domenica scorsa hanno fatto una serie di sopralluoghi fra i resti dei prefabbricati devastati dal fuo¬ co. Una loro relazione dovrebbe esse¬ re consegnata ai magistrati, i quali aspettano anche un rapporto dei carabinieri che conducono le indagi¬ ni. L'inchiesta, ancora alle prime bat¬ tute, è condotta dal procuratore ag¬ giunto Michelangelo Russo (il magi¬ strato che ha indagato sul'arcivesco- vo di Napoli Michele Giordano, pro¬ cessato e assolto dall'accusa di usu¬ ra) e dal sostituto Maria Carmela Ippolito, che ipotizzano i reati di disastro colposo e omicidio colposo plurimo. GÈ inquirenti, tra l'altro, stanno verificando la fondatezza di una voce secondo cui già in passato vi sarebbe stato un principio d'incen¬ dio nella struttura. «Le indagini sono in pieno svolgimento, e sono com- jlesse», spiega Russo, e aggiunge che 'inchiesta sul rogo di San Gregorio Magno si sviluppa su due livelli: «Il primo riguarda l'individuazione dei responsabili e delle cause dell'incen¬ dio, il secondo l'idoneità della strut¬ tura». Un passo importante che i due magistrati si accingono a fare è la nomina di tre periti: «Il collegio sarà composto da tre specialisti: un chimi¬ co di indubbia fama, che vive al nord e ha già collaborato con altre procu¬ re in occasione di eventi particolar¬ mente gravi e analoghi a quello di cui ci stiamo occupando, un ingegne¬ re e un tecnico ancora da individua¬ re». Nel frattempo i magistrati han¬ no incaricato la polizia giudiziaria di ascoltare diverse persone in qualità di testimoni. Non sarebbe stato anco¬ ra sentito il dottor Pierluigi Preda, che reagisce con rabbia alle polemi¬ che scatenate dopo il rogo della casa famiglia che dirigeva. «Io non sono affatto disposto ad assumermi re¬ sponsabilità altrui - dice -. Spero di essere sentito presto dai magistrati con cui intendo collaborare fino in fondo. L'impianto elettrico dei pre¬ fabbricati era a norma di legge, c'erano state anche delle verifiche dell'Asl competente». Preda giura di avere la coscienza a posto: «La casa famiglia di San Gregorio Magno per me era tutto. Ci avevo messo tutto l'impegno possibi¬ le per renderla un luogo accettabile per gli ospiti che lì stavano benissi¬ mo. Certo, vivevano nei prefabbrica¬ ti del dopo-terremoto, ma non è colpa mia se le autorità competenti non avevano trovato di meglio». Preda si sente offeso soprattutto dalle frasi di alcuni dei familiari delle vittime: «Qualcuno ha detto che i disabih erano costretti a vivere in un pollaio. E' una sporca menzo¬ gna, una calunnia messa in giro dalle stesse persone che avevano completamente dimenticato i loro familiari dopo averli parcheggiati nel centro centro». Le macerie della struttura andata a fuoco nella quale erano ricoverati i disabili: diciannove le vittime

Persone citate: Ippolito, Maria Carmela, Maria Teresa Bruni, Michelangelo Russo, Michele Giordano, Teresa Armato

Luoghi citati: Napoli, Salerno, San Grego, San Gregorio Magno