Karzai: grazie Italia, torno a casa a mani piene di Emanuele Novazio

Karzai: grazie Italia, torno a casa a mani piene IL PRIMO MINISTRO IN VISITA PRIMA A MONTECITORIO E POI DAL SOVRANO AFGHANO Karzai: grazie Italia, torno a casa a mani piene ReZahir: «Gli ho dato buoni consigli e presto li vedrete in pratica » l'incontro Emanuele Novazio ROMA ITaleban hanno cercato di ucci¬ dermi, come tre anni fa hanno ucciso mio padre. Ma questa è la natura umana: faremo in modo che la guerra al terrorismo metta una fine definitiva al terrorismo. La priorità è avere pace e stabilità in Afghanistan». Adesso che la parte ufficiale della sua visita è finita - dopo l'incontro con Silvio Berlusconi che gli ha promesso una stazione radio-tv a Kabul e 83 miliardi d'aiuti, e il breve colloquio con il presidente della Camera Casini che lo ha presenta¬ to a un'aula in piedi tre minuti ad applaudirlo - Hamid Karzai riflet¬ te ad alta voce sulla continuità fra un passato di violenza e un futuro che si immagina di stabili¬ tà, di pace. Sullo scalone che dalla Sala del Cavaliere scende al porto¬ ne aperto sulla piazza di Monteci¬ torio dove l'aspettano per condur¬ lo da Zahir Shah - l'ex re in esilio a Roma dal '73 e «presto» di ritomo a Kabul - il premier afghano designato lusinga gli ospiti con lodi all'Italia, un Paese frequenta¬ to spesso in passato, a Roma e ai suoi palazzi storici «già conosciu¬ ti al cinema». «Sono grato a Berlu¬ sconi per il suo aiuto pratico e per il suo sostegno personale: l'Italia è da molto tempo amica dell'Af¬ ghanistan, e nelle vicende attuali ha un ruolo significativo. Tomo a Kabul a mani piene», afferma. Ma è quando si accomiata indossan¬ do sull'abito cerimoniale dei pashtun un cappotto nero com¬ prato in mattinata a Roma per difendersi dal freddo, che Karzai riassume con gusto del simbolo il suo progetto per l'Afghanistan del dopo Taleban: tradizione e modernità, rispetto del passato e apertura al mondo, colloquio fra culture. Lo stesso principio pale¬ sato poco prima a Berlusconi: «Il popolo afghano ha fatto tanti sacrifici per condurre una vita dignitosa: finora questi sacrifici non avevano pagato ma le cose cambieranno, adesso che abbia¬ mo trovato il sostegno e la collabo¬ razione della comunità intema¬ zionale». I colloqui che hanno anticipa¬ to l'incontro nottumo con re Zahir all'Olgiata sono stati un successo personale e pohtico, per il capo pashtun impegnato in una difficile ricomposizione etnico- tribale del Paese, e a Berlusconi e Casini Karzai lascia un'impressio¬ ne di energia, autorevolezza, otti¬ mismo («estremamente equilibra¬ to, moderato, deciso, colto», lo definisce il presidente del Consi- glio): «Fra due anni ogni afghano avrà la possibilità di sceghere con un voto libero la propria vita». garantisce ricordando il percorso istituzionale deciso a Bonn dalla Conferenza sull'Afghanistan ma ancora «tutto da verificare sul terreno», come si cautela il nego¬ ziatore dell'Onu Lakhdar Brahi- mi. Nessun timore nemmeno per la sicurezza personale? Nessuno. «Sono andato da solo da Kan- dahar (dove ha guidato la batta- glia vittoriosa contro i Taleban, ndr) fino a Kabul in abiti civili. Mi sono sentito rispettato e al sicuro, tutti gli afghani mi hanno offerto protezione. Non c'è da aver pau¬ ra», risponde con un promoziona¬ le eccesso di fiducia che racchiu¬ de però un segnale pohtico molto netto sulle intenzioni del governo provvisorio: «Il ministero della Difesa controllerà tutte le trup¬ pe», garantisce il futuro premier. Suggerendo che se la Forza inter¬ nazionale alla quale parteciperà anche l'Italia è benvenuta, l'am- ministrazione provvisoria uscita dagli accordi di Bonn sarà perfet¬ tamente in grado di badare alla sicurezza del Paese. Anche se restano profonde divergenze fra le etnie? «In Afghanistan ci sono molti gruppi etnici ma c'è un solo Afghanistan», risponde Karzai in un inglese fluente e colto. E se capi potenti come Sayyaf o Do- stun hanno espresso riserve sulla presenza di truppe straniere, «so¬ no tuttavia molto collaborativi con il govemo e con me», è la risposta che ancora una volta sembra peccare d'un eccesso di scaramantico ottimismo. Non dimentica le donne, il capo del govemo provvisorio che intende rappresentare «l'Afghani¬ stan al completo» e che a Casini garantisce «tutto il possibile» per trovare gli assassini - «chiunque essi siano» - della giornalista del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli. «Decideranno loro se to¬ gliersi o tenersi il burkha», rispon¬ de a chi gli chiede se ha intenzio¬ ne di vietare il coprivolto femmi¬ nile imposto dalla dottrina Tale¬ ban. Con un impegno: le donne torneranno ad essere protagoni¬ ste in un Paese nel quale «con l'eccezione del periodo dei Tale¬ ban hanno sempre avuto im ruo¬ lo di primo piano», garantisce al deputato di Rifondazione Comu¬ nista Tiziana Valpiana che gli chiede impiegni per il mighora- mento della condizione femmini¬ le. «Anni fa una donna pose fine a una guerra fra due tribù salendo su un cammello e frapponendosi ai combattenti», ricorda Karzai. E il suo è ancora una volta un segnale di continuità e rinnova¬ mento che resterà l'emblema di questa visita. La prima all'estero dopo la nomina a premier e, a suo modo, l'occasione per una doppia investitura: dell'Europa e dal vec¬ chio re. «Gli ho dato molti consi- gli, li vedrete presto in pratica», diceva ieri sera Zahir abbraccian¬ dolo. A Roma si è comprato un cappotto per difendersi dal freddo «Daremo più spazio alle donne Il burqa? Indossarlo sarà soltanto una scelta individuale»