Prodi: sulle agenzie ha vinto l'Europa dei veti di Enrico Singer
Prodi: sulle agenzie ha vinto l'Europa dei veti Prodi: sulle agenzie ha vinto l'Europa dei veti «La Convenzione, un grande fatto nuovo: così può cambiare tutto» Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES I più delusi sono i belgi che sperava¬ no di chiudere il loro turno di presidenza dell'Unione potendo di¬ re «missione compiuta» e sono caduti nella trappola della sparti¬ zione delle nuove agenzie europee che ha avvelenato le ultime ore del vertice di Laeken. I più preoccupa¬ ti sono gli inglesi. Paradossalmente per il risultato positivo del sum¬ mit: per la Convenzione che dovrà ridisegnare l'assetto istituzionale della Uè e che, ai loro occhi, avrebbe un mandato troppo ampio. Tanto da rendere concreto il ri¬ schio di arrivare a un'Europa fede¬ rale che l'Inghilterra da sempre teme. I più soddisfatti sono france¬ si e tedeschi che hanno rianimato il loro «direttorio» marciando insie¬ me su tutti i temi-chiave. A raccogliere i commenti tra le rappresentanze nazionali a Bruxel¬ les, il bilancio del dopo Laeken è a due facce. Nell'elenco dei delusi si iscrivono anche i Paesi nordici - dalla Finlandia che voleva l'agen¬ zia alimentare per Helsinki, alla Svezia ignorata da tutti - e la Grecia che, sul capitolo difesa co¬ mune, non ha avuto le garanzie richieste contro il molo della Tur¬ chia. Nell'elenco dei «soddisfatti», invece, si è iscritta l'Italia che ha ottenuto poco, ma che ha respinto il pacchetto delle agenzie opponen¬ do il suo veto, esattamente come ha fatto la Francia. «C'era da alzare la voce e l'ho fatto», ha detto Silvio Berlusconi lasciando intendere che il suo govemo vuole giocare tra i «grandi» e alla pari. Di questo mosaico di reazioni non si stupisce Romano Prodi. «Sulle sedi delle agenzie ha preval¬ so l'Europa dei veti. Quella che spinge sempre più verso i blocchi che verso gli accordi», ha detto ieri il presidente della Commissione europea. Che non è, tuttavia, delu¬ so dal vertice di Laeken perché quello che conta per Prodi è il lancio della Convenzione: «Un grande fatto nuovo che può cambia¬ re tutto e che avvia l'Europa in un territorio inesplorato». Per la spar¬ tizione delle nuove agenzie euro- pee, in ogni caso, l'accordo sarà trovato. Magari già in marzo a Barcellona, nel primo summit della prossima presidenza spagnola. La Convenzione, invece, è una realtà. E, secondo Prodi, bene ha fatto Guy Verhofstadt, a non insistere sulle sedi delle agenzie. «Non so se lo stallo che si era creato si sarebbe potuto superare. Ma credo che Verhofstadt abbia scelto la strada giusta chiudendo la trattativa senza andare avanti in un negoziato a oltranza», ha detto Prodi. In effetti, la sera di sabato, nel castello di Laeken era stata già ordinata una cena per i capi di Stato e di govemo, in previsione di una maratona notturna. Ma Verho¬ fstadt, dopo il veto francese e italiano e la riserva della Svezia - alla quale non era destinata alcuna agenzia - ha preferito dichiarare concluso il vertice. Ha capito che un possibile fallimento dopo un estenuante «mercato delle vacche» avrebbe ancora di più sciupato il risultato positivo raggiunto sul ca¬ pitolo istituzionale. L'idea della «cabina di regia» a tre con la presidenza a Valéry Giscard d'Estaing e la vicepresiden¬ za a Giuliano Amato e all'ex pre¬ mier belga, Jean-Luc Dehaene, è stata forse la più brillante soluzio¬ ne proposta da Guy Verhofstadt nei sei mesi della sua presidenza di turno della Uè. Ha accontentato i francesi che sul nome di Giscard erano pronti à fare barricate, soste¬ nuti dai tedeschi. Ma ha anche placato le famiglie politiche che coesistono nell'Unione: Amato era appoggiato dai sociahsti europei e Dehaene è esponente del partito popolare. Soprattutto, ha finalmen¬ te messo in moto il meccanismo di riforma deciso a Nizza su una base, però, che non era affatto scontata. I discorsi istituzionali europei sono sempre complessi e poco affa¬ scinanti - «Non sono davvero un tema sexy» ha detto Prodi - ma sono necessari per capire quale cammino si intraprende. A Nizza, un anno fa, si era deciso di riforma¬ re la Uè per prepararla all'ingresso dei Paesi candidati dell'Est euro¬ peo. A Laeken si è deciso di avviare la riforma con una Convenzione composta da oltre cento rappresen¬ tanti di Parlaménti nazionali, Euro¬ parlamento, governi e Commissio¬ ne che, in un altro anno, elaborerà una proposta da sottoporre, final¬ mente, alla Conferenza intergover¬ nativa degli Stati membri che do¬ vrà varare la riforma. Ma anche il lavoro di preparazione poteva esse¬ re svolto dai governi. Il segnale di novità è proprio qui: «Far uscire il dibattito sul futuro dell'Europa dal chiuso di stanze fumose», per usare la defini¬ zione di Prodi. Sarà in grado Gi¬ scard di gestire questa svolta così ambiziosa? «Ha energia da vende¬ re. Se vuole può fare di questo incarico il suo capolavoro», si augu¬ ra il presidente della Commissione che conta molto sulla «trojka» che guiderà la Convenzione perché ha tutte le carte «per funzionare be¬ ne».
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