IN VOLO sull'Avvac del maggiore Prisco a difesa degli Usa

IN VOLO sull'Avvac del maggiore Prisco a difesa degli Usa 1 ■- . . i-.. -. ■.■.. - - - - . - - .- - : - - - - -. .. ■. ...- - .- - -- - ^ ,-. - - '., . : - ■.- - - - -. - . . . - - ^ . - IN AMERICADOPO L'UNDICISETTEMBRE IN VOLO sull'Avvac del maggiore Prisco a difesa degli Usa reportage A BORDO DI UN AWACS NATO Lf APPUNTAMENTO è alle quattro e mezza di mattina: non è l'ideale per un fine settima¬ na, ma la missione ha i suoi tempi. «Prendi l'autostrada 40 verso Est e ti fermi davanti all'en¬ trata della Tinker Air Force Base. Là vengo a prenderti io. Vestiti a strati, perchè lassù non si sa mai che temperatura fa». Benvenuti sul fronte intemo della guerra al terrorismo. Il capitano dell'Air Force Jonathan Biley, 27 anni e una faccia allegra da ragazzo in gita, cerca di passare i suoi ordini come consigli. La verità, però, è che stiamo partendo per una mis¬ sione di guerra impensabile fino a quattro mesi fa: pattugliare i deh Usa, per impedire un altro 11 settèmbre. Biley appartiene alla Nato Air- home Early Waming 8- Control Force di stanza a Geilenkirchen, Germania. E' la forza che gestisce i 17 aerei Awacs E-3A in dotazio¬ ne all'Alleanza, ossia que^e cassa- forti d'intelligence che col radar montato vicino alla coda possono «guardare» 312.000 chilometri quadrati di superficie, indivi¬ duando qualunque oggetto volan¬ te a bassa quota nel raggio di 215 miglia, mentre navigano alla sicu¬ ra quota di 9.150 metri. L'aviazio¬ ne americana ha 36 Awacs, ma erano già impegnati in diverse missioni, a cui adesso si è aggiun¬ to l'Afghanistan. Quindi dopo l'I 1 settembre Washington ha chiesto a BruxeUes di dare una mano sul serio. Fra le altre cose, ha doman¬ dato l'invio di 5 Awacs per presi¬ diare i cieli d'America ed impedi¬ re un altro assalto. Dal 9 ottobre questi aerei si trovano nella Tinker Air Force Base di Okalbo- ma City per l'operazione «Eagle Assist», un compito che il presi¬ dente Truman non avrebbe mai immaginato, quando il 24 agosto 1949 inventò la Nato: far proteg¬ gere gh Usa da equipaggi di 12 paesi diversi, comprese Italia e Germania. Nel video di Bin Laden appena pubbhcato dal Pentago¬ no, il suo ospite saudita promette¬ va nuove stragi entro la fine del Bamadan. Quindi questa missio¬ ne ha un filo di stress in più, se non bastasse quello degli ultimi tre mesi. Nella sala dell'equipaggio c'è già l'albero di Natale, ma sulla parete sta appeso un marchio per non perdere di vista l'obiettivo: un grande orologio che segna l'ora di Kabul. Mentre i ragazzi si preparano, Biley ci presenta il comandante della missione. Per ragioni di sicurezza non possia¬ mo scrivere il cognome, ma è un maggiore dell'aviazione italiana di Grosseto, corporatura solida, barba nera e sorriso largo. Il nome di battesimo è Prisco, ha 37 anni, e in Germania lo aspettano la moglie Nadia e figli Matteo e Marco, anni 6 e 1. «Good mor- ning», saluta tutti, prima di sape¬ re che porterà in giro anche un italiano. «Ci parhamo in volo», aggiunge poi con accento marem¬ mano. E' ancora buio, quando saliamo sull'aereo. Biley spiega che cosa fare in caso d'incendio, e dove stanno le uscite d'emeigen- za per l'ammaraggio. Non ci sono paracadute, e quindi almeno que¬ sto pensiero ce lo possiamo toghe- re. Si decolla quasi senza accor¬ gersene, e siamo liberi di raggiun¬ gere l'equipaggio: 17 persone che vengono da Usa, Itailia, Germa¬ nia, Belgio, Olanda, Norvegia, Ca¬ nada, Spagna e Danimarca. Uno status speciale lo merita il capitano Chris, 34 anni, naviga- tore. E' nato a Long Island, e suo cugino, che lavora a Wall Street, si salvò per miracolo 1' 11 settem¬ bre. La famiglia però viene da Lentini, Sicilia, e lui sta facendo un corso di italiano con risultati impressionanti. Seduto davanti a uno schermo gigante, il sergen¬ te tedesco Pete sta mostrando alla collega Sue della Florida il pacco regalo che la fidanzata gli ha spedito dalla Germania. C'è una rivista dedicata all'attacco contro le Torri Gemelle: Pete stacca la foto del crollo e se la piazza sulla scrivania. Qualche metro più avanti c'è Erik, 30 anni, sergente del Minnesota e veterano di Bosnia, Kosovo e Iraq: «Vedi - dice indicando lo schermo -, sulla Casa Bianca e Camp David c'è ima zona di interdizione al volo, marcata da questi cerchi. Se qualcuno li viola dobbiamo intervenire, co¬ me è successo qualche volta. Il nostro compito infatti è presidia¬ re il corridoio tra New York e Washington, ma soprattutto ga¬ rantire la protezione del Presi¬ dente e del vice: li seguiamo ovunque». Gli Awacs, in pratica, sono il centro comando nell'aria. Se ve¬ dono qualche aereo con una rotta strana, avvertono a terra. Se il comando a terra non chiari¬ sce la situazione, l'Awacs ordina ai caccia che volano con lui di intercettare la minaccia, e se necessario abbatterla. Il maggio¬ re Prisco ha finito di avviare le operazioni, e quindi ha un mo¬ mento libero. «I pericoli principa- li, secondo i briefing che ricevia¬ mo, non vengono più dagli aerei commerciali, perchè i controlli sono altissimi. Temiamo invece i piccoh aerei privati, che volando basso sfuggono ai radar di terra, e possono essere caricati con esplosivo o agenti chimici e biolo¬ gici. A volte, poi, la missione cambia in base alle ultime infor¬ mazioni d'intelligence, come quando c'era la minaccia sui ponti e le centrali nucleari, oppu¬ re se il Presidente si sposta». Le potrebbe capitare di ordinare l'abbattimento di un aereo civi¬ le? «Forse questo comando arri¬ verebbe da terra, ma è possibile. Cerchiamo di non pensarci, per¬ chè sarebbe terribile: siamo ad¬ destrati a colpire i target milita¬ ri. Però bisogna anche ricordare New York e Washington: non possiamo permetterci un altro 11 settembre». Col maggiore Prisco, una ven¬ tina di italiani hanno partecipa¬ to finora all'operazione «Eagle Assist». «Sono orgoglioso di esser¬ ci - spiega lui -, perché diamo una mano ad un amico, dimo¬ strando anche la nostra capaci¬ tà. Queste operazioni midtinazio- nali provano che la Nato non è solo la somma degh Stati mem¬ bri, ma una vera alleanza com- patta. E gli americani lo apprez¬ zano: il vice presidente Cheney è venuto alla base per ringraziar¬ ci. La settimana scorsa, invece, tutto il pubblico dello stadio deU'hockey di Oklahoma City si è alzato in piedi ad applaudire quando l'annunciatore ha detto che sulle gradinate c'erano alcu¬ ni soldati della Nato venuti a proteggere il Paese». Il capitano Riley chiama: c'è il rifornimento in volo, e il primo pilota Ken, 27 anni pure lui, ci aspetta in cabina. Lasciamo Washington alle spalle, voliamo sopra Philadelphia, viriamo ver¬ so l'Atlantico con New York a sinistra, passiamo sopra Atlantic City e poi rientriamo all'intemo, verso la destinazione del riforni¬ mento. Ken lascia fare al secondo, Carlos, capitano spagnolo di Ali¬ cante. L'aereo col carburante ci vola sopra, ci aggancia, e lo se¬ guiamo come bevendo da una cannuccia in corsa. Ken quasi si lamenta: «Carlos, fai sembrare tutto troppo facile!». Megho così. Finita la manovra, allora, Ken si alza e ci indica il suo posto: «Siediti là, così vedi meglio». Car¬ los, per fortuna, ha davvero la mano leggera, e ci offre una lezio¬ ne di pilotaggio mentre evita il «traffico a ore 11». Intanto Ken commenta: «La guerra in Afghani¬ stan va bene: i terroristi non capiscono le maniere pacifiche. Anche un mio collega turco era arrabbiatissimo: dice che non pos¬ siamo permettere a Bin Laden di rovinare il nome di tutto l'Islam». Torniamo nella zona posterio¬ re deh'Awacs, che i ragazzi chia¬ mano il soggiomo. Ci sono sei brande per dormire, perchè col rifornimento in volo le missioni possono durare anche 24 ore, e ima cucinetta per scongelare i pasti. Il menù di oggi prevede enchilada con riso e fagioli; bi¬ stecca Salisbury con purè, fagioli¬ ni e torta di mele; petto di tacchi¬ no con piselli, patate e torta di cranberry: non sono le specialità di Alain Ducasse. ma come dice Riley, «è molto megho che morire di fame». Dopo quasi neve ore di volo arriva il cambio, perché Eagle Assist dura 24 ore al giorno per 7 giorni aUa settimana. Il maggiore passa le consegne via radio: «Nulla di grave, a parte qualche solito aeretto privato che sbaglia rotta». Possiamo tor¬ nare alla base. Si spengono radar e computer, mentre Erik convoca gh altri; «E' l'ora degh esercizi Nato!». Vuol dire che comincia una gara di flessioni a 10.000 metri d'altezza, in serie da 30 con lo schiaffo: chi perde paga da bere. Dunque il presunto Rama¬ dan di paura è finito, ma in fondo cosa cambia? Alle 4 di domani mattina. Prisco e i ragazzi hanno ancora appuntamento in pista. «Sulla Casa Bianca e Camp David c'è una zona d'interdizione, marcata da questi cerchi. Se qualcuno li viola, noi dobbiamo intervenire: è successo» «Siamo addestrati a colpire target militari Cerchiamo di non pensarci, ma un giorno potremmo anche dare l'ordine di abbattere un aereo civile» Uno degli Awacs della Nato attualmente impegnati nella difesa dei cieli americani: a sinistra il maggiore Prisco, comandante dell'aereo che controlla in particolare la sicurezza del presidente Bush e del vicepresidente Cheney