L'ULTIMA CHANCE di Igor Man
L'ULTIMA CHANCE L'ULTIMA CHANCE Igor Man : — XT ON è il discorso del leader NON è il discorso del leader forte, sicuro. Non è neanche r«aiuto» del naufrago che affoga. E' Arafat. Voglio dire che c'è tutto lui - virtù e difetti -, nel discorso enfaticamente annun¬ ciato e drammaticamente pro¬ nunciato. Un po' a braccio - e sono i momenti che più convin¬ cono -, un po' leggendo un testo, frutto di un lavoro a più mani, una sorta di centone, Arafat annuncia urbi et orbi un cessate il fuoco unilaterale; an¬ nuncia d'aver messo il morso al cavallo pazzo dell'intifada; an¬ nuncia la messa in mora di Hamas. Cioè la fine del terrori¬ smo suicida. Denuncia la «guer¬ ra brutale» scatenata dall'eter¬ no nemico, il centurione Sha- ron; riafferma la sua autorità sui territori ritornati alla Pale¬ stina grazie agli accordi di Oslo e c'è del surreale in questa perentoria declamazione: lui, Arafat, parla e a duecento metri dal suo microfono svettano i carri armati di David. Non è come avere una pistola puntata alla tempia ma poco ci manca. - Ora come ora non sappiamo se il discorso di Arafat sia il risultato d'un accordo con l'ala ragionevole di Hamas, coi «gio¬ vani turchi» di Al Fatah ovvero l'estremo tentativo di salvarsi in forza dell'antico carisma. (E non sappiamo quanto di ameri¬ cano e di israeliano ci sia in tutto questo). Una notte traversando con Sam Baker il deserto del Ne- ghev, incocciammo nella Cer¬ nière Chance, un night piantato fra le dune da Mouche, una «kamikaze» ' dell'Irgun Zwei Leumi (il gruppo terroristico fra le dune da Mouche, una «kamikaze» dell'Irgun Zwei Leumi (il gruppo terroristico cui apparteneva Begin) e dal suo compagno, uno scultore americano. Un cartello irride¬ va: «Dicono che l'alcol uccide lentamente: noi non abbiamo fretta». Arafat, invece, ha fretta. Set¬ te volte risorto dalle sue stesse ceneri, lui, «l'arabo-fenice», col suo discorso, nel segno del cer- chiobottismo - ma alla fine anche tragico pervaso com'è di nobiltà guerrigliera -, s'ègiuoca- to davvero la demière chance. Sapremo presto se il vecchio fedayn dovrà bere l'amaro cali¬ ce della sconfìtta totale ovvero se la sua traversata del deserto s'è compiuta; e dunque l'oasi è lì. Con l'acqua che lestamente ristora. L'acqua della pohtica, dico, che in Palestina s'è già rivelata il forcipe dell'impossi¬ bile.
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