Caso Sme, Casini ai giudei: sono sconcertato

Caso Sme, Casini ai giudei: sono sconcertato Caso Sme, Casini ai giudei: sono sconcertato Nuovo scontro per un rinvio non concesso nel processo a Previti Maria Teresa Meli ROMA La decisione del Tribunale di Milano di andare avanti con l'udienza sul processo Sme, no¬ nostante Cesare Previti avesse chiesto un rinvio, perché impe¬ gnato a Montecitorio neUe vota¬ zioni della Finanziaria, ha riacce¬ so la polemica sulla giustizia. Una polemica particolarmente aspra, per la quale si è sfiorato lo scontro istituzionale tra la presi¬ denza della Camera e lo stesso Tribunale di Milano. Pier Ferdi¬ nando Casini, infatti, è rimasto letteralmente allibito per quella decisione e non ha mancato di manifestare il proprio «sconcer¬ to» in una nota ufficiale. Più che allibito, forse, sareb¬ be megho definire il presidente della Camera amareggiato. Già, perché Casini, in questi giorni, d'intesa con il Capo dello Stato, si era mosso per svelenire il clima e attenuare i toni della polemica che aveva contrappo¬ sto i magistrati e la maggioran¬ za. Tant'è vero che aveva incon¬ trato, nonostante l'iniziale diffi¬ denza di Silvio Berlusconi, i vertici deh'Associazione nazio¬ nale magistrati. Non solo, Casini è tanto più sorpreso da quella decisione, dal momento che, pro¬ prio il giomo prima, il presiden¬ te della prima sezione penale del Tribunale di Milano aveva chie¬ sto agh uffici della Camera noti¬ zie sull'andamento dei lavori dell'aula. Notizie che. erano sta¬ te fomite «senza indugio», come ha avuto modo di puntualizzare lo stesso Casini. Il quale, ora, è preoccupato per le conseguenze che possono derivare da quella decisione. «Si riaccenderanno le polemiche - ha spiegato un im¬ pensierito presidente della Ca¬ mera ai suoi collaboratori - e questo renderà più difficile por¬ tare avanti il dialogo suha giusti¬ zia, a cui pure avevo lavorato durante questa settimana». Sì, il rischio che si vanifichino gli sforzi dei giorni scorsi nei confronti della magistratura, che si richiuda quello spiraglio di dialogo tra maggioranza e opposizione che pure si era aper¬ to, anche dopo le dichiarazioni del leader della Quercia Piero Fassino, che si era detto disponi¬ bile a un confronto sui temi della giustizia, adesso preoccu¬ pa l'ala moderata della Casa delle Libertà. Non è casuale, che, all'amarezza e allo «sconcer¬ to» di Casini, si siano affiancati ieri i sospetti e i timori di Marco Pollini. «Constato - ha osservato il presid3nte del Ccd - che una certa escalation giudiziaria mila¬ nese in questi giorni va di pari passo con un serio tentativo di reahzzare una pacificazione tra le parti politiche sul tema della giustizia. Mi pare evidente dove si vuole arrivare. E soprattutto dove non si vuole arrivare», In poche parole, Follini teme che una parte della magistratura intenda bloccare il confronto tra maggioranza e opposizione e il conseguente clima di "pacificazione" che potrebbe sca¬ turirne. E in effetti di pacificazione non vi è traccia alcuna neUe parole degh esponenti della Casa delle Libertà. Sono tutte dichia¬ razioni di guerra. Solo il protago¬ nista della vicenda, ossia Previ¬ ti, a botta calda ha preferito non parlare: «Avrò qualcosa da dire - ha taghato corto - ma lo farò per iscritto. Risponderò nero su bian¬ co». In compenso, hanno rispo¬ sto subito, e a muso duro, i colleghi di partito di Previti. Ha osservato, ironico, il ministro Enrico La Loggia: «Anche di fronte a questa palese violazio¬ ne deUe prerogative di un parla¬ mentare, Borrelli si rivolgerà al Quirinale?». In attesa che il pro¬ curatore generale di Mi ano sciolga il dubbio provocatorio di La Loggia, c'è un altro esponente di Forza Itaha che si è rivolto a Ciampi, sohecitando il suo inter¬ vento: il presidente della Com¬ missione Affari costituzionali della Camera Donato Bruno. Mentre il capogruppo di Forza Italia al Senato, Renato Schifarli, ha parlato di «violenza dello Stato di diritto». «C'è un preciso disegno - ha dichiarato Schifani - o qualcuno dubita ancora che i giudici milanesi abbiano deciso di arrivare a una sentenza già scritta il più presto possibile?». Un altro esponente di Fi, il responsabile Giustizia Giuseppe Gargani, ha accusato i giudici di «delirio di onnipotenza», mentre Niccolò Ghedini, legale di Berlu¬ sconi, ha sollecitato l'intervento del ministro di Grazia e Giusti¬ zia Castelli nei confronti dei magistrati milanesi. Sdegnati an¬ che gh esponenti degh altri parti¬ ti della Casa delle Libertà. Il capogruppo di An alla Camera Ignazio La Russa ha uefinito «strane» le decisioni del Tribuna¬ le di Milano, mentre il capogrup¬ po di Alleanza nazionale in com¬ missione Giustizia di Montecito¬ rio, Enzo Fregala, ha paragonato il processo Sme a «una diabolica caccia all'uomo». Infine, il mini¬ stro per i Rapporti con il Parla¬ mento, il Ccd Carlo Giovanardi, si è domandato se fi Csm non «abbia nulla da dire» di fronte a quello che ha definito un caso di «analfabetismo giuridico e costi¬ tuzionale». Il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini

Luoghi citati: La Loggia, Milano, Roma