Un secolo di sci e sciatori di Enrico Camanni

Un secolo di sci e sciatori IN MOSTRA Un secolo di sci e sciatori Dal 14 dicembre al Museomontagna cimeli e attrezzi dai pionieri a oggi UN giorno l'ingegnere svizzero Adolfo Kind in¬ vitò alcuni amici nella sua casa di Torino e presentò loro due paia di sci. Gli amici provarono a calzarli sotto le scarpe da città, e poi, spostan¬ do il tappeto, provarono anche a compiere una «voltata». Fu la prima curva, seguita dalle pri¬ me escursioni nel parco inneva¬ to del Valentino e nei boschi della collina torinese, fino al¬ l'avventurosa traversata da Borgone a Giaveno, scavalcan¬ do lacresta del Monte Cialan- cia. È il 24 gennaio 1897: in Italia arriva lo sci. La rivoluzione nordica dei «pattini da neve» era già stata annunciata anni prima dal li¬ bro di Friodtjof Nansen Con gli sci attraverso la Groenlandia, poi ufficializzata con la fonda¬ zione degli ski club di Monaco (1891) e di Grenoble (1896), e infine felicemente sperimenta¬ ta da Wilhelm Paulcke nel 1897 con la traversata sciisti¬ ca delle Alpi bernesi. Ma in Italia, come scrisse Ettore San¬ ti, fu lo stesso una folgorazio¬ ne: «Per noi l'inverno, la neve, la montagna, lo sci, tutto era incognita; sci e sciare non avevano neppure qualche so¬ miglianza con altri oggetti e giochi già noti; uno...scivolone su un pavimento lucido o su una lastra di ghiaccio non poteva certamente suggerirci la scivolata dello sciatore». Il 21 dicembre 1901 nasce lo Ski Club Torino. Il socio fonda¬ tore Ettore Canzio commenta: «Lo ski aveva vinto presto la sua battaglia; chi lo vedeva all'opera se ne sentiva alletta¬ to; chi lo provava ne diventava entusiasta. Se si considerano le grandissime difficoltà d'am¬ biente che aveva incontrate fra noi, appariva davvero me¬ raviglioso lo sviluppo rapido, incontrastato, indiscusso...». Passano altri sei anni ed è già tempo di gare molto speciali: percorsi di fondo con una dura salita e una lunga scivolata, gare di discesa senza neanche l'uso di un bastone per mante¬ nere l'equilibrio, arditi salti su rudimentali trampolini e cam¬ pi di neve arati come campi di patate. Nel 1912 «La Stampa Sporti¬ va» pubblica un articolo sulla traversata notturna delle Alpi: «Nei giorni 3, 4 e 5 febbraio si svolge a Modane il secondo Concorso Internazionale di sport invernali. Nella seconda giornata la gara è stata aperta nella mattinata con la "Traversata delle Alpi", in cui si distinsero otto valligiani di Bardonecchia, che da questa città giunsero sul campo tra- versando il Fréjus in piena notte e con una tormenta che, mettendo a dura prova ogni loro resistenza fisica, li ha anche ridotti in malo modo per le varie contusioni riportate». Danni ben più irreparabili li porterà la Grande Guerra, tre anni più tardi, quando gli alpi¬ ni-sciatori di bianco vestiti verranno impiegati in imprese disperate a oltre tremila metri di quota, sui ghiacciai dell'Ada- mello e del Cevedale. Con la Guerra Bianca finisce il tempo dello sci dei pionieri e si apro¬ no le porte agli sviluppi di massa. Enrico Camanni «Tour des trois cols» aprile 1960 Il HAm Salto dello svizzero Davide Zogg, 20 gennaio 1929 L'ingegnere Adolfo Kind sulla Punta del Fin (1386 metri) in Val Pellice, 1903. Fotografia di Gabinio

Persone citate: Adolfo Kind, Davide Zogg, Ettore Canzio, Gabinio, Nansen, Wilhelm Paulcke

Luoghi citati: Bardonecchia, Borgone, Giaveno, Groenlandia, Italia, Modane, Torino